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Sclerosi multipla a Biancavilla: latitanza dei medici e del Comune

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L’INTERVENTO. Biancavilla e l’enigma dell’eccesso di casi della patologia. Avviata una ricerca, ma –denuncia l’associazione dei malati Reload– c’è il disinteresse dei medici di base. E il Comune? Ha promesso 1500 euro. Un’elemosina. Briciole, peraltro non ancora erogate.

 

di Mario Grasso

Egregio direttore, desidero esternare su Biancavilla Oggi, come cittadino e come presidente dell’associazione Reload, che raggruppa i malati affetti da patologie neurodegenerative, la mia profonda delusione ed il mio grande rammarico per il comportamento di buona parte dei medici di base e della politica della nostra città, dinanzi ai molteplici fattori di rischio ambientale cui è sottoposto il nostro paese. Avrei voluto evidenziarne le eccellenze: ma queste non si contano neanche sul palmo di una mano.

I fatti. Qualche mese fa, su insistenza dell’associazione che presiedo, è partito a Biancavilla uno studio scaturito dai dati anomali circa l’incidenza delle patologie neurodegenerative sulla popolazione residente, pari a tre volte in più rispetto ai dati fornitici dall’Istituto Superiore di Sanità, in particolar modo sulla sclerosi multipla. I lavori sono stati presentati dall’università di Catania ai medici di base riuniti a Villa delle Favare. Già in quella riunione si è presentato, nonostante per tempo informati, solamente il 30% del totale dei medici di famiglia operanti nel nostro territorio. Tra animata discussione ed abbandono dell’incontro da parte di qualche medico, il prof. Francesco Patti è riuscito ad illustrare la situazione attuale ed il piano di studi elaborato per portare a termine il progetto di ricerca: effettuare degli incontri per somministrare dei test e dei prelievi a tutti i pazienti affetti (69 casi) ed a 206 soggetti sani avente stesso stile di vita dai pazienti.

Figura chiave, all’interno del progetto, il medico di base che deve convocare i propri pazienti e, per ognuno di essi, tre persone sane, nel proprio studio ove un medico del policlinico li avrebbe incontrati per l’espletamento della procedura. La riunione si è conclusa con l’intenzione, tra dubbi e ritrosie, di dar vita al progetto. Oggi. La ricerca è partita ed il medico incaricato dal policlinico ha contattato telefonicamente i colleghi biancavillesi per fissare gli incontri. A parte pochissimi casi di disponibilità, tutto il resto si è dato latitante. Mancate risposte al telefono, continuo sollevamento di eccezioni e problemi, qualche caso di secco (ma edulcorato) rifiuto.

Tutto ciò è sconcertante per noi cittadini che nelle mani di detti professionisti affidiamo la nostra salute. Ignoro sinceramente i motivi di tale atteggiamento, riscontrato pure nella direzione distrettuale di Adrano che, dopo una prima conclamata disponibilità, ha tirato i remi in barca, negandosi al telefono e facendo un passo indietro rispetto a quanto, in quel primo incontro, promesso. Non voglio commentare né voglio puntare il dito. Voglio limitarmi a raccontare i fatti e lasciare ai lettori le dovute considerazioni.

Lo stesso atteggiamento, seppur inizialmente pieno di entusiasmo e di interesse, lo ha avuto la politica. Lo studio richiede fondi. Tanti. Circa 400.000 euro. Nonostante le promesse fatte e qualche link creato con l’ISS, ad oggi abbiamo notizia (ancora non scritta) solamente di un contributo di 1.500 euro da parte del Comune. Sì, 1.500 euro. Il resto? Lo sta mettendo l’Università, Reload, le case farmaceutiche, altre associazioni nazionali e basta. Mancano ancora fondi. Tanti. Mi chiedo se questo non debba essere, per il cittadino di Biancavilla, motivo di delusione, se non di vergogna.

Oggi lo studio è arrivato, a fatica, a metà strada: del 69 pazienti affetti, 9 non si sono resi disponibili, 30 sono già stati incontrati e 30 sono in attesa di essere incontrati. Dei 206 soggetti sani, 100 sono stati visti, altri 40 già contattati e ne rimangono 66 da reperire. Avrà inoltre il braccio lungo su altre due località, in provincia di Padova e in provincia di Roma (nord e centro Italia) che serviranno da ulteriore controllo per capire se è l’ambiente, se la genetica o se l’interazione tra questi due che fa di Biancavilla un luogo ad alto rischio per la sclerosi multipla. La collaborazione attivata all’interno dell’università di Catania potrebbe aiutare a svelare altre condizioni legate allo sviluppo della malattia e conoscenza e comprensione dei processi potranno essere utilizzate in chiave preventiva e terapeutica.

E lancio un appello: tutti i lettori che intendessero arruolarsi autonomamente come persone sane all’interno dello studio, possono farlo inviando una mail a info@reloadonlus.it, indicando cognome e nome, età, professione, via di residenza, recapito telefonico. Verranno da noi ricontattati È davvero un grande peccato, un quasi reato, non voler cogliere questa opportunità che si sta palesando a Biancavilla. In primis per i pazienti e poi per tutta la nostra comunità. Cosa prova Lei, caro Direttore, ad essere cittadino biancavillese in tutto questo contesto?

——

Carissimo Mario Grasso,
provo imbarazzo. Oltre vent’anni fa, quando esplose la “questione amianto” e tanti illustri benpensanti sostennero si trattasse di una fake news, i medici di base ebbero analogo atteggiamento. Ma l’allora amministrazione comunale, per gli studi preliminari, stanziò ed erogò 27 milioni di lire. No, non c’entrano le mutate condizioni di bilancio. Si tratta sempre di scelte politiche (e di sensibilità personali). E le ultime che tu giustamente denunci, trasformano l’imbarazzo in vergogna. Non rassegniamoci.
Vittorio Fiorenza

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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«Nel ricordo di Borsellino, l’impegno è combattere la mentalità mafiosa»

Ci scrive l’assessore Vincenzo Randazzo: una riflessione su via D’Amelio che riguarda Biancavilla

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Gentile direttore di Biancavilla Oggi,

oggi si ricorda la tragica morte del giudice Paolo Borsellino e di cinque agenti della sua scorta, tra i quali una donna. L’amministrazione comunale ha organizzato una fiaccolata che da Villa delle Favare giungerà a Piazza Falcone e Borsellino. A questa iniziativa partecipano, oltre alle diverse associazioni di volontariato, anche i ragazzi e i giovani dei diversi Grest. Una manifestazione importante per condividere il ricordo di uno degli eventi più tragici della storia italiana e caratterizzata dalla seria e concreta lotta contro il sistema mafioso, ma soprattutto contro la sua mentalità.

Ecco il punto: il messaggio di Paolo Borsellino e il suo volontario sacrificio hanno dell’attualità ancora un valore? Le nuove generazioni li recepiscono? Qualche dubbio mi sorge se guardo ai modelli sociali e culturali prevalenti: individualismo esasperato, esagerata messa in mostra di atteggiamenti malandrineschi, menefreghismo, esibizione del proprio desiderio di dominio, farsi ragione con la violenza… Appunto, mentalità mafiosa, che non poche volte determina risse.

Tutto questo rende vano quanto Paolo Borsellino ha cercato di insegnare e la cosa che amareggia di più è considerare un fesso il giudice palermitano. E come lui, fessi Falcone, Chinnici, Impastato, Don Puglisi, Livatino, Fava… E tanti che nel combattere la mafia sono caduti. Perdoni, direttore, il mio sfogo, ma tanto tanto tanto è il lavoro che va fatto. Come Amministrazione, certamente. Ma anche come famiglie, come istituzioni in senso lato, come scuola, come gruppi di volontariato… l’obiettivo è contrastare la mentalità mafiosa.

VINCENZO RANDAZZO, Assessore comunale

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