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Cronaca

Il giudice ha disposto nuove perizie sul caso di Ornella Condorelli

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Doveva essere l’udienza con le repliche del pubblico ministero e delle parti civili. Dopo le quali sarebbe stata pronunciata la sentenza. Ma il procedimento di primo grado con rito abbreviato al Tribunale di Catania ha preso un’altra piega, con la disposizione di ulteriori accertamenti, che allontanano il giorno del pronunciamento finale.

Il caso vede imputato di omicidio stradale un giovane di Biancavilla (assistito dagli avv. Pilar Castiglia e Massimo Tricomi), che ha causato l’incidente sulla A18 Messina-Catania, a seguito del quale è morta Ornella Condorelli, 24enne di Tremestieri Etneo. Il pm, a febbraio, aveva chiesto per lui 6 anni di reclusione, contemplando l’aggravante dello stato di ebbrezza e lo sconto di un terzo per il rito speciale.

Tutte le tappe sembravano consumate. Ma il giudice Giovanni Cariolo, con propria ordinanza, ha nominato due periti: il medico legale Cataldo Raffino e l’ing. Grazia La Cava. Il Gup, che pur aveva respinto la richiesta della difesa di un rito abbreviato condizionato alla perizia medico-legale, vuole adesso precisi accertamenti tecnici prima della sentenza.

Quattro i punti fissati da chiarire: la velocità dell’auto guidata dall’imputato che ha tamponato il veicolo nel quale viaggiava Ornella; la ricostruzione dinamica della fuoriuscita dall’abitacolo della ragazza e la genesi del trauma cranico; l’individuazione della causa del decesso (avvenuto all’ospedale, dopo alcuni giorni di agonia); la ricostruzione dei fatti in relazione alle posizioni degli altri occupanti delle due auto.

Il punto cruciale è, cioè, stabilire cosa abbia portato al decesso di Ornella. È stato determinato da trauma cranico (successivo alla fuoriuscita dall’abitacolo, nel quale viaggiava senza cintura di sicurezza)? Oppure da trauma toracico (avvenuto nell’abitacolo, in coincidenza del violento tamponamento)?

Interrogativi, certo, che urtano sul dolore e sulla richiesta di giustizia dei familiari di Ornella, segnati a vita da una perdita immane, che nessuna sentenza potrà mai colmare. Ma la delicatezza del verdetto finale (il primo a Catania per il nuovo reato di omicidio stradale) impone cautela. Da qui, la nomina dei periti, che riceveranno formale incarico il 26 aprile.

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Cronaca

Stranieri sfruttati sul lavoro: nei guai biancavillese a capo di una cooperativa

L’uomo, presidente del Consiglio di amministrazione, denunciato assieme ad altre due persone

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Un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, è fra i tre denunciati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania nell’ambito di controlli contro lavoro irregolare e caporalato. L’uomo, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

I controlli hanno portato alla luce un sistema illecito di reclutamento e impiego della manodopera. Le vittime sono due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.

Oltre al biancavillese, sono sotto indagine un 38enne marocchino residente ad Adrano, incensurato, che agiva come caporale e intermediario per conto della stessa cooperativa, e un altro 38enne di Scordia, con precedenti, che di fatto collaborava con l’azienda.

Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i lavoratori extracomunitari venivano impiegati in condizioni lavorative ritenute altamente degradanti. Evidenziati retribuzioni ben al di sotto di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, turni di lavoro eccessivi e ambienti privi delle minime misure di sicurezza.

L’indagato di origini marocchine è inoltre accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento se non gli avesse restituito parte della già esigua paga percepita.

A conclusione delle attività, i due lavoratori sono stati affidati a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni. Adesso potranno ricevere assistenza e protezione.

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Cronaca

Evade dai domiciliari per le sigarette alla moglie: «È un inferno se non fuma»

Singolare “giustificazione” di un 52enne residente a Biancavilla in giro con la bicicletta a Catania

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I carabinieri della stazione di Catania Playa hanno arrestato un pregiudicato 52enne, residente a Biancavilla ma domiciliato a Catania, nella zona di Ippocampo di Mare. L’uomo doveva trovarsi ai domiciliari per reati contro il patrimonio. Però, i militari lo hanno sorpreso mentre, in bici, percorreva via San Francesco La Rena. Ha tentato di passare inosservato con il volto coperto da cappuccio e sciarpa, ma è stato fermato e identificato.

Di fronte alla constatazione della violazione, il 52enne ha cercato di giustificare la sua presenza fuori casa con una spiegazione singolare. Ha sostenuto di essere uscito per acquistare le sigarette alla moglie, una “accanita fumatrice” che, in mancanza di nicotina, si sarebbe irritata al punto da trasformare la giornata in un “inferno domestico”.

Una giustificazione che non ha però evitato l’arresto, eseguito sulla base degli elementi raccolti e ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari.

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