Storie
«Addio a Carmelo Mazzaglia: dalla sedia a rotelle ci ha fatto amare Dio»


di Vittorio Fiorenza
Le ragazze e i ragazzi del coro dell’Annunziata si sono fatti forza per essere presenti con i loro canti nel momento dell’addio ad un amico, con cui hanno condiviso un lungo percorso di fede e innumerevoli occasioni di vita parrocchiale. Canti che hanno echeggiato nella piccola chiesa dell’Idria di Biancavilla, dove si sono celebrati i funerali di Carmelo Mazzaglia.
Un ultimo, straziante saluto al 26enne affetto da una forma di distrofia muscolare, morto domenica mattina all’improvviso, noto per le sue battaglie a favore dei disabili e di una Biancavilla senza barriere. Un esempio di impegno civile e sociale, oltre che parrocchiale, quello incarnato da Carmelo, che aveva fondato l’associazione “CittAccessibile” per sognare una Biancavilla vivibile da tutti.
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Padre Giovambattista Zappalà, assieme al parroco dell’Idria, padre Salvatore Nicoletti, e a padre Antonino La Manna del “Rosario” di Adrano, ha celebrato i funerali con evidente commozione.
«Carmelo –ha detto padre Zappalà– era venuto a trovarmi settimana scorsa all’Annunziata, in quella chiesa in cui si era cresimato, era stato organista, catechista, animatore. Parlava e io notavo la voce più flebile, i movimenti più lenti. Ma il suo cuore accelerava. Un animo entusiasta che contrastava con la lentezza del suo corpo. Mi prospettava i suoi progetti, una catechesi, una Via Lucis. Disponibile, fino all’ultimo».
Parole sentite, quelle di padre Zappalà: «Grazie Carmelo per quello che sei stato per la nostra comunità parrocchiale e per la comunità di Biancavilla. Hai vissuto una missione unica. Hai realizzato un apostolato “diversamente efficace”, rispetto a quello che facciamo noi operatori pastorali. Hai insegnato non da una cattedra ma da una sedia a rotelle. E da questo tuo “pulpito” ci hai insegnato ad amare Dio. Ci hai insegnato che la fede non dev’essere statica, ma entusiasta, propositiva, fervorosa. Una fede operosa. Grazie Carmelo per quello ci hai dato e per quello che continuerai a darci».
Anche padre La Manna ha voluto ricordare Carmelo per la sua voglia di vivere e di fare: «Lo penso adesso mentre starà già organizzando qualcosa con il Signore. Lassù, dove ha ora realizzato il sogno di una città veramente accessibile a tutti».
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Storie
Maurizio Costanzo e il suo “sosia” Giuseppe Petralia di Biancavilla
Il ricordo di un incontro al Parioli: «Mi somiglia veramente, forse ci hanno divisi alla nascita»


Giuseppe Petralia è un giornalista di Biancavilla. La sua somiglianza con Maurizio Costanzo incuriosì lo stesso conduttore televisivo, al punto da volere salutare il collega dal palco del Parioli.
A ricordare quell’episodio è ora Petralia, da decenni collaboratore del quotidiano “La Sicilia” e corrispondente da Biancavilla negli anni ’70 e ‘80.
«La notizia della morte di Maurizio Costanzo – dice Petralia – mi è tanto dispiaciuta e reso triste. Ho avuto l’onore di conoscerlo personalmente come invitato alla trasmissione “Maurizio Costanzo Show” perché ero stato segnalato come suo sosia».
«Lei è il mio sosia, mi somiglia veramente, forse ci hanno divisi alla nascita», disse Costanzo a Petralia ad inizio di una puntata del suo programma su Canale 5.
«Dopo la trasmissione –ricorda ancora il giornalista biancavillese – ci siamo incontrati dietro al palco, dove Maurizio è stato nei miei confronti molto affabile e gentile. Quando mi ha salutato, mi ha detto “Se vieni a Roma, vienimi a trovare”. Purtroppo non ho potuto avere questa opportunità. Grazie amico e giornalista, riposa in pace».
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