Cronaca
In casa droga e allaccio Enel abusivo Finisce ai “domiciliari” un 34enne
I carabinieri della compagnia di Paternò hanno arrestato nella flagranza un 34enne di Biancavilla, poiché ritenuto responsabile di detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti nonché furto aggravato.
Gli uomini del Nucleo Operativo hanno fatto irruzione nell’abitazione del giovane. Dalla perquisizione sono stati trovati e sequestrati 20 grammi di marijuana, già suddivisa in dosi, oltre a 65 euro in contanti e un bilancino elettronico di precisione.
I militari, nel corso delle operazioni, hanno anche accertato, grazie alla preziosa collaborazione dei tecnici dell’Enel, che il 34enne aveva arbitrariamente allacciato il contatore privato alla rete elettrica pubblica. L’arrestato attenderà agli arresti domiciliari il giudizio per direttissima.
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Cronaca
“Ambulanza della morte”, in Appello pena concordata a 13 anni per Scalisi
La sentenza riformula così la condanna a 30 anni, che era stata inflitta in primo grado con rito abbreviato


Pena ridotta in secondo grado per Agatino Scalisi, uno dei “barellieri” imputati nell’ambito dell’inchiesta “Ambulanza delle morte” a Biancavilla.
La Corte d’Assise d’Appello di Catania (presidente Stefania Scarlata) lo ha condannato a 13 anni, un mese e 10 giorni di reclusione. È stata così riformata la sentenza di primo grado, che con rito abbreviato, aveva condannato l’imputato a 30 anni di carcere.
In Appello, con un concordato, esclusa l’aggravante del “mezzo insidioso” e riconosciute le attenuante generiche prevalenti sulle aggravanti.
Scalisi, assistito dall’avv. Antonino Tomaselli, era stato indagato dal pm Andrea Bonomo della Procura di Catania – dopo il clamore del servizio de Le Iene con le rivelazioni di Luca Arena – assieme a Davide Garofalo, condannato all’ergastolo in primo e secondo grado, con rito ordinario. Per quest’ultimo procedimento, seguito dall’avv. Turi Liotta, si attende il pronunciamento della Cassazione.
Entrambi gli imputati avrebbero agito – secondo l’accusa – con un’iniezione di aria in vena, uccidendo pazienti terminali appena dimessi dagli ospedali di Biancavilla e Paternò, nel breve tragitto verso casa. Un’azione volta ad accaparrarsi 200-300 euro come “provvigione” sui funerali con il placet di esponenti mafiosi.
Scalisi è stato accusato della morte di una paziente, Maria Giardina. A Garofalo vengono attribuiti i decessi di tre persone: Salvatore Gagliano, Agatina Triscari e Salvatore Cadile. Le vittime sono tutte di Biancavilla.
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