Cronaca
Morso da una vipera in campagna Ferito un 64enne in zona Badalato
Disavventura di un biancavillese nella sua casa di campagna, costretto poi alle cure mediche e alle terapie anti-avvelenamento. Diverse segnalazioni di serpenti anche nel centro abitato. L’ultima, in via Tutte Grazie.
di Vittorio Fiorenza
Ha visto la vipera all’interno di una cassetta di legna nella propria casa di campagna. Ha pensato di disfarsene, ma la mancata accortezza con cui ha affrontato l’animale gli è costato un morso ad un dito. Così, un 64enne di Biancavilla è stato costretto a fare ricorso alle cure mediche nel vecchio ospedale “Garibaldi” di Catania. Non ha riportato, fortunatamente, una ferita grave, ma è stato necessario per lui essere sottoposto alla terapia che in questi casi si applica contro gli effetti del veleno. Adesso si trova a casa, certo è che la preoccupazione è stata tanta.
L’episodio, come ha appreso Biancavilla Oggi, è avvenuto fuori dal centro abitato, in contrada “Rapilli”, a pochi passi dalla zona di “Badalato” e vicina, in linea d’aria, all’omonima chiesa ricavata da una grotta. Quando il malcapitato si è accorto della presenza del serpente, lo ha coperto con un sacco, prendendo poi la cassetta in cui si trovava, nel tentativo di portarla fuori dalla casa. In questo frangente, però, l’animale è riuscito comunque a sferrare il suo attacco, ferendo il 64enne ad un dito. Sembrava una ferita da niente, visto che non ci sarebbe stata nemmeno fuoriuscita di sangue. Invece, ben presto l’uomo ha notato un rigonfiamento alla mano, che gradualmente ha raggiunto il braccio, fino al gomito.
È stato lui stesso -non prima di avere neutralizzato e ucciso la vipera- a recarsi al vicino pronto soccorso dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla. Ma i medici, per precauzione, lo hanno indirizzato subito nella struttura sanitaria catanese, dove è stato tenuto sotto osservazione in astanteria e sottoposto a prelievi di sangue ed esami. Una disavventura che, per fortuna, non ha avuto un tragico epilogo.
Gli attacchi di vipera non sono frequenti e peraltro il loro morso spesso è “asciutto”, cioè senza l’emissione di veleno. Ma bisogna prestare sempre la massima attenzione. Nelle ultime settimane, poi, a Biancavilla, in pieno centro abitato, è stata segnalata la presenza di serpenti, non chiaramente identificati. L’ultimo episodio è di qualche giorno fa: un esemplare è stato ucciso a pochi passi dalla chiesa di via Tutte Grazie.
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Cronaca
Omicidio Andolfi, a Santangelo concessi i domiciliari dal Tribunale del Riesame
L’indagato esce dal carcere “Pagliarelli” di Palermo e torna nella casa di Biancavilla, in attesa del processo
Salvatore Santangelo, accusato dell’omicidio di Antonio Andolfi, è uscito dal carcere “Pagliarelli” di Palermo e si trova ai domiciliari, nella sua abitazione di Biancavilla. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame di Caltanissetta. Aassistito dagli avv. Fabrizio Siracusano e Giuseppe Milazzo, Santangelo torna a casa, quindi, dopo 6 mesi, in attesa del processo che dovrà chiarire i dettagli dell’uccisione del giovane 20enne.
«Una lite tra allevatori per questioni di pascolo», si era detto nell’immediatezza dei fatti, avvenuti nel luglio scorso in territorio di Centuripe. La vittima era stata trasportata con un furgoncino fino all’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla, dove i medici, però, avevano constatato il decesso a seguito di arma da fuoco. A guidare il mezzo, un suo amico e compagno di lavoro, che aveva messo i carabinieri della compagnia di Paternò e della stazione di Biancavilla sulle tracce di Santangelo. Anche il conducente era stato un bersaglio mancato dei colpi di pistola. Proprio per questo, a Santangelo viene contestato pure il reato di tentato omicidio.
Essendo i fatti avvenuti nelle campagne di Centuripe, titolare dell’inchiesta è la Procura di Enna con i sostituti Stefania Leonte e Massimiliano Muscio. Nel corso di questi ultimi mesi sono stati effettuati degli esami tecnici irripetibili. Il quadro indiziario sembra più chiaro, rispetto alle fasi iniziali delle indagini.
Sarà, comunque, il processo a carico di Santangelo (presso la Corte d’Assise di Caltanissetta in caso di rito ordinario) ad accertare l’esatta dinamica: dal diverbio all’inseguimento in auto. Ma anche i motivi che hanno portato l’uomo ad una scelta così estrema. In questo contesto, bisognerà ricostruire i rapporti e gli espisodi di contrasto, anche nell’arco degli anni, tra i soggetti coinvolti.
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