Cronaca
Falciato il clan Scalisi di Adrano, coinvolti anche 4 biancavillesi

Trentasei arresti hanno falciato il clan adranita degli Scalisi, articolazione della famiglia mafiosa dei Laudani di Catania. Un’operazione, denominata “Illegal duty”, condotta dalla Squadra mobile di Catania e dal commissariato di polizia di Adrano. Si cercano altre tre persone.
Tra i soggetti coinvolti ci sono anche biancavillesi. Il nome più in vista è senz’altro quello di Massimo Merlo (classe 1972), che si trovava già in carcere per essere stato coinvolto nel blitz antiracket “Onda d’urto” compiuto a Biancavilla dai carabinier, lo scorso dicembre, e per essere accusato dell’omicidio di Maurizio Maccarrone, eseguito nel novembre del 2014 ad Adrano.
Altri biancavillesi caduti nella rete di questa operazione sono Roberto Alongi (classe 1976), Agatino Perni (1977) ed Angelo Calamato (1980). Soltanto quest’ultimo è stato arrestato a Biancavilla, mentre gli altri due sono finiti in manette ad Adrano.
Merlo e Alongi, in particolare, vengono indicati tra coloro che avrebbero partecipato all’estorsione nei confronti di una ditta per la commercializzazione di uova di Paternò. Il titolare sarebbe stato costretto dapprima a non esercitare la propria attività di commercializzazione all’ingrosso ad Adrano, di fatto estromettendolo dal mercato locale a vantaggio di Maurizio Amendolia (anche lui arrestato). Poi sarebbe stato costretto a versare una percentuale sulle vendite, quale indebito corrispettivo per il recupero di una fetta di mercato pari al 40%.
I 36 arrestati (e i tre resisi irreperibili al momento) sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa (con l’aggravante di essere armata), associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di droga, tentato omicidio, estorsione (contestati 22 episodi), rapina (due episodi a mano armata), furto i fatti contestati sono quattro), ricettazione, reati in materia di armi, danneggiamento seguito da incendio.
Le indagini tecniche, corroborate dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, hanno permesso di delineare le dinamiche interne all’associazione mafiosa, diretta da Giuseppe Scarvaglieri (sebbene incarcerato impartiva ordine e veniva riconosciuto come autorità suprema) ed organizzata sul territorio da Giuseppe Mannino, Carmelo Scafidi, Pietro Severino, Pietro Maccarrone, Alfredo Mannino e Vincenzo Biondi.
Le indagini hanno consentito di verificare come la “famiglia” sottoponeva sistematicamente ad estorsione la gran parte delle attività commerciali ubicate in territorio adranita, in primo luogo il mercato ortofrutticolo, all’interno del quale, non solo ogni titolare di box era tenuto a pagare una somma mensile, ma doveva versare un dazio per accedere, per scaricare la merce o acquistare all’ingrosso.
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Cronaca
Condivise video hot di una donna, condannato ad un anno di reclusione
Sentenza di primo grado dopo 5 anni: per l’uomo cade l’accusa di stalking, assolti altri tre imputati

Trattamento illecito di dati personali e diffamazione aggravata: sono i reati per i quali il Tribunale di Catania ha condannato un biancavillese, ritenuto responsabile della diffusione di immagini hot di una donna, anche lei di Biancavilla.
Alla quarta sezione penale, il giudice Dora Anastati ha inflitto una pena (sospesa) di un anno di reclusione e 1000 euro di multa. L’imputato dovrà sostenere anche il pagamento delle spese processuali, il pagamento delle spese legali della vittima (quantificati in 2500 euro) e il risarcimento danni (da definire in sede civile).
L’uomo è stato assolto, invece, dall’accusa di stalking. La Procura aveva chiesto per lui una condanna a 2 anni di carcere.
Nello stesso procedimento, assolti per non aver commesso il fatto altri tre biancavillesi, accusati di diffusione illecita di foto intime ai danni di una seconda donna di Biancavilla. Per ciascuno di loro, il pm aveva chiesto 1 anno di reclusione.
Morbosità su WhatsApp e Messenger
La vicenda risale al 2019 (non esisteva ancora il reato del “revenge porn”) e, seppur per episodi distinti, ha coinvolto due donne di Biancavilla. Video e foto in pose e atteggiamenti erotici che le ritraevano sono stati diffusi senza il loro consenso, diventando virali tramite WhatsApp e Messenger.
Le vittime hanno raccontato agli inquirenti gli effetti devastanti della condivisione non autorizzata di quelle immagini. Una di loro, in particolare, ha riferito come la sua vita sia stata sconvolta e distrutta, in ambito familiare e lavorativo.
Le indagini si sono avvalse anche delle attività tecniche della polizia postale, tenendo conto dell’attivismo di profili anonimi. L’inchiesta si è poi allargata, per un imputato, all’ipotesi degli atti persecutori. Un’accusa non provata, circoscrivendo quindi la condotta illecita alla sola diffusione dei video erotici con conseguente diffamazione e violazione della privacy.
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Cronaca
Pedone investito da un’auto nel viale Europa: trasferito in codice rosso
Il malcapitato trasportato all’ospedale “San Marco” di Catania, intervento dei vigili urbani

Un pedone è stato investito all’incrocio tra via Montessori e viale Europa, a Biancavilla. Secondo le prime informazioni, l’uomo stava attraversando la strada quando è stato colpito in pieno da un’auto in transito.
Sul posto, intervento del servizio del 118, il cui personale ha riscontrato ferite al volto e alla testa al malcapitato. Necessario, quindi, il suo trasferimento in codice rosso all’ospedale “San Marco” di Catania.
È toccato alla polizia municipale regolare il traffico e avviare i rilievi necessari a ricostruire la dinamica dell’incidente.
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