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Cronaca

Moto “spaccata”, auto ribaltata Prognosi riservata per un 44enne

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Scontro tra utilitaria e moto, all’angolo di via Colombo e via Angelica. Motociclista ricoverato al “Cannizzaro”. Illesa la donna alla guida dell’auto. L’incidente è avvenuto a pochi passi in cui morì il 30enne Antonio Gagliano.

 

di Vittorio Fiorenza

Il casco che indossava, con ogni probabilità, lo ha salvato. Resta ricoverato in prognosi riservata all’ospedale “Cannizzaro”, ma non sembra essere in pericolo di vita. Il motociclista 44enne coinvolto in un grave scontro avuto con un’auto, poi ribaltatasi su una fiancata, ha riportato un trauma toracico e fratture agli arti inferiori e in quelli superiori.

Tenuto in “osservazione breve intensiva”, è in attesa di essere trasferito in reparto.

La donna, che era alla guida dell’auto, è uscita lei stessa dall’abitacolo, illesa, seppure comprensibilmente sotto choc.

L’impatto, avvenuto all’angolo tra viale Cristoforo Colombo e via Angelica, a Biancavilla, è stato violentissimo.

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La dinamica sarà chiarita attraverso le indagini già avviate dalla polizia municipale. A quanto pare, comunque, l’auto –una Fiat 600– procedeva verso piazza Sgriccio e aveva quasi svoltato a sinistra per immettersi sulla traversa.

Dalla parte opposta, in salita, proveniva la moto –una Yamaha FZ1–, che si è schiantata sulla fiancata del veicolo. Uno schianto pauroso –racconta qualche testimone– al punto da fare sobbalzare e ribaltare l’auto su una fiancata, mentre la moto si è spezzata in due.

Il 44enne, arrivato il personale del 118, era cosciente, ma insanguinato. Una volta stabilizzato, è stato trasferito in elisoccorso a Catania. Sul posto, anche i carabinieri di Biancavilla, oltre ai vigili del fuoco di Adrano, che hanno ripristinato le condizioni di sicurezza della strada, dopo che la viabilità era rimasta interrotta in entrambi i sensi di marcia per oltre un’ora.

L’incidente si è verificato a pochi passi dal punto in cui, nell’agosto del 2014, perse la vita Antonio Gagliano. Il 30enne era alla guida della sua moto, perse il controllo e andò a schiantarsi contro una ringhiera. Morì sul colpo, mentre la moglie che era in sella con luì, riportò diverse ferite.

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Cronaca

Fuochi d’artificio e rombi di motori per l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi

Funerali nella chiesa del “Santissimo Salvatore” per il giovane ucciso nelle campagne di Centuripe

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Fuochi d’artificio fuori dall’abitazione di Spartiviale, all’ingresso della chiesa del “Santissimo Salvatore” e al cimitero. Un corteo con moto e scooter lungo le strade del centro storico. Clacson e rombo di motori. Striscioni e palloncini. Applausi e lacrime.

Così è avvenuto l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi, il giovane biancavillese di 20 anni ucciso con un colpo di pistola, durante un inseguimento, nelle campagne di Centuripe.

I funerali li ha celebrati il parroco don Salvatore Verzì. All’interno della chiesa di viale Europa, silenzio e raccoglimento, attorno alla bara bianca.

«Bisogna alzare lo sguardo a Cristo – ha detto padre Verzì – perché guardando Cristo l’uomo, chiunque esso sia, può ritrovare la vera immagine di sé e così non fare del suo cuore un luogo di barbarie». Il sacerdote si è rivolto in modo particolare ai giovani presenti: «La vita è sacra, altrimenti è davvero la barbarie. Solo Cristo ha il potere di liberarci della morte qualsiasi forma essa assuma».

Per ragioni di prevenzione di ordine pubblico, a seguire e monitorare lo svolgimento, come accade in casi del genere, c’erano carabinieri in divisa e in borghese.

Indagini ancora in corso

Sul fronte delle indagini, nonostante sia stato sottoposto a fermo il 46enne Salvatore Santangelo per gravi indizi di colpevolezza, il lavoro dei militari non è ancora concluso. Proseguono approfondimenti e acquisizioni di informazioni. Il fascicolo dell’inchiesta è ora sul tavolo della Procura di Enna, competente per territorio.

Il movente è stato indicato in una serie di dissidi tra il presunto omicida e la vittima per questioni legate a terreni e pascoli di ovini. Al vaglio degli inquirenti, episodi che si riferiscono agli ultimi due anni. L’ultima discussione è degenerata in lite. Ne è nato un inseguimento nelle strade di campagna. Santangelo, con la sua jeep, si è ritrovato affiancato al furgoncino in cui viaggiava Andolfi, e ha cominciato a sparare. Almeno tre colpi di pistola. Uno ha centrato il giovane al torace, come accertato pure dall’esame autoptico.

Il conducente del furgone – anche lui allevatore – ha proseguito la corsa fino all’ospedale di Biancavilla, ma il 20enne era già spirato durante il tragitto. Ai carabinieri della compagnia di Paternò e della stazione di Biancavilla è bastato poco per rintracciare Santangelo, che non era ancora rientrato a casa e che subito ha assunto un atteggiamento collaborativo.

Assistito dall’avv. Giuseppe Milazzo, si attende per lui una nuova convalida del fermo da parte del gip del Tribunale di Enna, dopo quello disposto in un primo momento a Catania. Resta chiuso in una cella del carcere catanese di piazza Lanza. Gli vengono contestati l’omicidio di Andolfi, il tentato omicidio del conducente del furgoncino e il porto illegale d’arma da fuoco.

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