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Cronaca

Omicidio di Gaetano Parisi a Rinazze: ergastoli nulli di Fallica e Longo

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Una clamorosa sentenza che ribalta il giudizio di primo grado sull’omicidio di Gaetano Parsisi, commesso nella zona di Rinazze, a sud di Biancavilla, oltre tredici anni fa. La prima sezione della Corte di Assise di Appello di Catania (presieduta da Salvatore Costa con giudice a latere Stefania Sgarlata) ha assolto, per non aver commesso il fatto, Giuseppe Longo e Salvatore Fallica dal reato di omicidio, ordinandone l’immediata scarcerazione. Il procuratore generale Rosa Miriam Cantone aveva chiesto la conferma dell’ergastolo, pena inflitta loro in primo grado.

I due, entrambi di Biancavilla, erano stati tratti in arresto nel gennaio del 2012 in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale di Catania.

Erano stati ritenuti responsabili dell’uccisione di Gaetano Parisi, il 14 aprile del 2003 a Biancavilla. La vittima, guardia campestre, paternese di 53 anni, mentre era a bordo della sua Cinquecento, venne speronato con una Fiat Uno rubata, e raggiunto da numerosi colpi di arma da fuoco esplosi a breve distanza, in pieno stile mafioso.

Alla loro identificazione, gli inquirenti sarebbero giunti grazie alla comparazione del Dna trovato, dai carabinieri del Ris di Messina, su pezzi di guanti in lattice dimenticati dentro un’auto, una Lancia Thema rubata, che sarebbe stata utilizzata dai sicari nell’agguato, e su un guanto in prossimità della stessa auto.

Il movente andava individuato, secondo gli inquirenti, nelle attività di mediazione che, all’epoca dei fatti, Parisi svolgeva tra l’organizzazione mafiosa operante a Biancavilla ed i piccoli imprenditori agricoli sottoposti alle estorsioni, ai quali la vittima faceva anche da guardiano.

La Corte di Assise di Catania, presieduta da Rosario Cuteri con giudice a latere Iolanda Apostolico, su richiesta del pm Barbara Tiziana Laudani, il 22 luglio 2014 aveva condannato all’ergastolo i due imputati.

I difensori, gli avv. Giuseppe Cinardi e Francesco Antille per Longo e gli avv. Salvatore Caruso e Flavio Sinatra per Fallica, hanno sempre contestato la ricostruzione accusatoria, condivisa dalla sentenza di primo grado, evidenziando presunti, numerosi dubbi emersi nel corso dell’istruttoria dibattimentale, sia sul collegamento della Lancia Thema all’omicidio sia sulla valenza probatoria della cosiddetta prova del Dna.

Ora, la Corte di secondo grado, accogliendo i rilievi difensivi, «evidentemente, ha ritenuto –viene specificato dai legali– non vi fosse alcuna prova certa della partecipazione dei due all’agguato mortale. In particolare la presunta certezza della cosiddetta prova scientifica (accertamento del Dna) non può bastare (ad avviso della difesa) a risolvere ogni aspetto del giudizio di responsabilità. Occorre correlarlo ad altri elementi, nel caso non rinvenuti o, comunque, dubbi». Da qui la richiesta di assoluzione. La Corte depositerà la motivazione tra novanta giorni.

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Cronaca

Capelli trovati tra brioches e cornetti in un chiosco di Biancavilla: maxi-multe

Verifiche nei locali del centro storico, controlli a tappeto su strada: oltre 12mila euro di sanzioni

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Operazione di controllo del territorio a Biancavilla da parte dei poliziotti del Commissariato di Adrano e del Reparto Prevenzione Crimine “Sicilia Orientale” con il supporto del Corpo Forestale, dell’Ispettorato del Lavoro e della Polizia Locale.

Controllati chioschi e pub per verificare l’osservanza delle normative previste per la vendita e la somministrazione di alimenti e bevande, oltre alle posizioni lavorative. Rilevate molteplici irregolarità, in alcuni casi anche gravi, al punto da comminare sanzioni per oltre 12mila euro.

Occhi puntati sui chioschi

Su tre chioschi controllati, due hanno evidenziato infrazioni rilevate dalla Polizia Locale. In particolare, accertata l’occupazione abusiva di suolo pubblico per cui ai titolari sono state contestate due sanzioni ciascuna di 173 euro.

Inoltre, in un chiosco, il Corpo Forestale ha rilevato prodotti privi di tracciabilità, tra sciroppi (25 litri), brioches e cornetti surgelati (30 chili), peraltro conservati in contenitori non idonei dal punto di vista igienico, al cui interno vi erano anche alcuni capelli. In questo caso, il titolare del chiosco è stato sanzionato per 1.500 euro e gli alimenti sono stati distrutti. Sono in corso, invece, gli accertamenti per i profili relativi alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, nonché sugli orari di lavoro.

Un pub ai raggi X

In un pub del centro storico, riscontrata la presenza di un lavoratore in nero. L’Ispettorato territoriale del Lavoro ha fatto scattare una maxi-sanzione di 5000 euro e una di 3.900 per lavoro in nero. Già in passato era stata accertata un’analoga situazione: sospesa l’attività, in attesa regolarizzi le violazioni.

Nel locale adibito a cucina, inoltre, il Corpo Forestale ha sequestrato e poi distrutto 17 chili di prodotti, freschi e congelati, di un valore commerciale di circa 300 euro, in quanto mancanti del necessario requisito della tracciabilità. Scattata la sanzione di 1500 euro, mentre il titolare è stato denunciato per frode alimentare in commercio, in quanto prodotti alimentari congelati erano spacciati come freschi, senza l’indicazione nel relativo menu.

Identificate 177 persone

Altro ambito dei controlli ha riguardato il Codice della strada. Complessivamente, i poliziotti hanno identificato 177 persone, di cui 21 già note alle forze dell’ordine, e controllato 60 veicoli, sospendendo dalla circolazione due auto per la mancanza della revisione e sanzionando altri conducenti per la mancata esibizione dei documenti, per il mancato utilizzo della cintura e del casco protettivo in sella agli scooter.

Individuate, infine, due persone di nazionalità marocchina, sprovviste di documenti. Pertanto, sono state condotte all’Ufficio Immigrazione della Questura di Catania per approfondimenti.

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FOCUS

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Cronaca

Auto in fiamme nel cortile delle suore salesiane: panico tra gli abitanti

Il fuoco distrugge il mezzo di proprietà dell’Ipab, in corto circuito i cavi elettrici della zona

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Forse un corto circuito o effetto del forte caldo. Un’auto è andata a fuoco nel cortile di via Mongibello, che affianca l’immobile delle suore salesiane. Il mezzo (di proprietà dell’Ipab ma in uso alle suore) era stata appena parcheggiata, di ritorno da un servizio a Catania. in poco tempo le fiamme l’hanno completamente distrutta.

Il fuoco ha lambito anche una saracinesca e il portone d’ingresso di un’abitazione. I cavi elettrici all’esterno degli edifici sono andati distrutti, generando un corto circuito, che ha mandato in fiamme anche i fili elettrici posti al di sopra dell’ingresso dell’istituto salesiano, dall’altro lato della strada. Tutta la zona ha subito lo stacco dell’energia elettrica.

Sono stati momenti di panico ed apprensione per gli abitanti della zona. Sul posto, a domare l’incendio, sono stati i vigili del fuoco del distaccamento di Paternò, visto che quelli di Adrano erano fuori per un altro intervento. Presenti anche i vigili urbani.

Adesso si lavora per rimettere in sicurezza i luoghi, provvedere alla bonifica e ripristinare l’elettricità. Tanta paura, per fortuna nessuna conseguenza per le persone. I danni sono da quantificare. Da parte dell’amministrazione Ipab sarà avviata la procedura per la copertura assicurativa.

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