Cronaca
La Procura ordina, ruspa in azione: demolita casa abusiva alle Vigne
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Ruspa in azione per demolire la casa abusiva di zona “Ruvolo grosso”
Prosegue il piano della Procura della Repubblica di Catania per la demolizione di immobili abusivi in territorio di Biancavilla. Abbattuta una casa in zona “Ruvolo grosso”. Nei prossimi giorni sarà eseguito un altro intervento.
di Vittorio Fiorenza
La ruspa è entrata in azione senza nessun problema di ordine pubblico né resistenza. I proprietari, anzi, non erano nemmeno presenti sul luogo. Pezzo dopo pezzo, la casa, per una superficie di 50-60 metri quadrati, è stata abbattuta in contrada “Ruvolo grosso”, all’interno della zona C del Parco dell’Etna.
Oltre al personale della Procura e del Comune di Biancavilla, in via preventiva, non è mancato lo schieramento di forze dell’ordine con carabinieri, polizia di Stato, corpo forestale, polizia provinciale e vigili urbani.
Si tratta dell’ennesimo intervento di abbattimento di immobile abusivo in territorio di Biancavilla, su ordine della Procura della Repubblica di Catania. I responsabili dell’abuso non hanno optato per l’autodemolizione. Si sono limitati a svuotare l’edificio appena qualche giorno fa. E oggi è entrata in azione la ruspa di un’impresa incaricata dalla Procura. Le spese dei lavori saranno caricati sui proprietari, mentre l’area in cui è stato commesso l’illecito edilizio resterà acquisita al patrimonio immobiliare del Parco dell’Etna.
Nei prossimi giorni, sempre a Biancavilla, nella stessa zona, dovrà essere abbattuta un’altra costruzione. Prosegue così, anche nel centro etneo, il piano di demolizioni di immobili abusivi con la forza della ruspa, avviato esattamente due anni fa, dopo anni di abusi impuniti del territorio, consumati nell’indifferenza delle istituzioni locali. Non è stato mai fornito un numero esatto di edifici destinati all’abbattimento. I fascicoli dovrebbero essere centinaia.
Se si escludono quelle della casa di via Cellini e del garage di via Canada (tra una folla di biancavillesi rivoltosi), le demolizioni e le autodemolizioni finora eseguite hanno riguardato edifici ricadenti nel Parco dell’Etna. Ma sul tavolo dei magistrati catanesi ci sono pure fascicoli riferiti ad abusi commessi in paese e gli abbattimenti interessano pure immobili abitati.
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La ruspa ha sbriciolato la costruzione in poche ore
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Cronaca
Fuochi d’artificio e rombi di motori per l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi
Funerali nella chiesa del “Santissimo Salvatore” per il giovane ucciso nelle campagne di Centuripe
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Fuochi d’artificio fuori dall’abitazione di Spartiviale, all’ingresso della chiesa del “Santissimo Salvatore” e al cimitero. Un corteo con moto e scooter lungo le strade del centro storico. Clacson e rombo di motori. Striscioni e palloncini. Applausi e lacrime.
Così è avvenuto l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi, il giovane biancavillese di 20 anni ucciso con un colpo di pistola, durante un inseguimento, nelle campagne di Centuripe.
I funerali li ha celebrati il parroco don Salvatore Verzì. All’interno della chiesa di viale Europa, silenzio e raccoglimento, attorno alla bara bianca.
«Bisogna alzare lo sguardo a Cristo – ha detto padre Verzì – perché guardando Cristo l’uomo, chiunque esso sia, può ritrovare la vera immagine di sé e così non fare del suo cuore un luogo di barbarie». Il sacerdote si è rivolto in modo particolare ai giovani presenti: «La vita è sacra, altrimenti è davvero la barbarie. Solo Cristo ha il potere di liberarci della morte qualsiasi forma essa assuma».
Per ragioni di prevenzione di ordine pubblico, a seguire e monitorare lo svolgimento, come accade in casi del genere, c’erano carabinieri in divisa e in borghese.
Indagini ancora in corso
Sul fronte delle indagini, nonostante sia stato sottoposto a fermo il 46enne Salvatore Santangelo per gravi indizi di colpevolezza, il lavoro dei militari non è ancora concluso. Proseguono approfondimenti e acquisizioni di informazioni. Il fascicolo dell’inchiesta è ora sul tavolo della Procura di Enna, competente per territorio.
Il movente è stato indicato in una serie di dissidi tra il presunto omicida e la vittima per questioni legate a terreni e pascoli di ovini. Al vaglio degli inquirenti, episodi che si riferiscono agli ultimi due anni. L’ultima discussione è degenerata in lite. Ne è nato un inseguimento nelle strade di campagna. Santangelo, con la sua jeep, si è ritrovato affiancato al furgoncino in cui viaggiava Andolfi, e ha cominciato a sparare. Almeno tre colpi di pistola. Uno ha centrato il giovane al torace, come accertato pure dall’esame autoptico.
Il conducente del furgone – anche lui allevatore – ha proseguito la corsa fino all’ospedale di Biancavilla, ma il 20enne era già spirato durante il tragitto. Ai carabinieri della compagnia di Paternò e della stazione di Biancavilla è bastato poco per rintracciare Santangelo, che non era ancora rientrato a casa e che subito ha assunto un atteggiamento collaborativo.
Assistito dall’avv. Giuseppe Milazzo, si attende per lui una nuova convalida del fermo da parte del gip del Tribunale di Enna, dopo quello disposto in un primo momento a Catania. Resta chiuso in una cella del carcere catanese di piazza Lanza. Gli vengono contestati l’omicidio di Andolfi, il tentato omicidio del conducente del furgoncino e il porto illegale d’arma da fuoco.
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