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Cronaca

Un grave incidente sul lavoro, ferito un operaio di Biancavilla

L’episodio si è verificato in territorio di Paternò, l’uomo sarebbe caduto da un’altezza di 2 metri

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Un 58enne biancavillese è rimasto vittima di un grave incidente sul lavoro in contrada Rotornella, in territorio di Paternò, all’interno di un cantiere edile sito in un fondo agricolo della zona. Si trova ora ricoverato in prognosi riservata. Non è ancora chiara la dinamica dell’accaduto su cui stanno svolgendo gli opportuni accertamenti i carabinieri della locale compagnia, allertati subito dopo l’accaduto.

Da una prima ricostruzione, l’operaio, nel momento in cui si è verificata la disgrazia, stava effettuando dei lavori nei pressi di un muretto. A quanto sembra, l’uomo sarebbe scivolato, cadendo da un’altezza di circa 2 metri. Il biancavillese avrebbe sbattuto violentemente la testa. Non è chiaro se su una grossa pietra.

Il 58enne soccorso, in primis, dai colleghi, è stato successivamente raggiunto da un’ambulanza del 118, il cui personale medico, appurata la gravita della ferita riportato alla testa, ha allertato l’eliambulanza, che è atterrata non distante dal luogo dell’incidente. Trasportato all’ospedale “Cannizzaro” di Catania, l’uomo è stato intubato ed è in terapia intensiva, in prognosi riservata.

Carmelo Restifo, sindacalista della Fillea-Cgil, ha voluto fare visita di persona al lavoratore.  «L’operaio si trova in terapia intensiva. Non è da escludere che il 58enne stesse lavorando in nero, ma saranno le forze dell’ordine a fare chiarezza. Fino a quanto le autorità preposte non adotteranno delle forti ed efficaci misure repressive assisteremo sempre più frequentemente a casi del genere».

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Operaio caduto in cantiere, le puntualizzazioni dei familiari

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Cronaca

Fuochi d’artificio e rombi di motori per l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi

Funerali nella chiesa del “Santissimo Salvatore” per il giovane ucciso nelle campagne di Centuripe

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Fuochi d’artificio fuori dall’abitazione di Spartiviale, all’ingresso della chiesa del “Santissimo Salvatore” e al cimitero. Un corteo con moto e scooter lungo le strade del centro storico. Clacson e rombo di motori. Striscioni e palloncini. Applausi e lacrime.

Così è avvenuto l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi, il giovane biancavillese di 20 anni ucciso con un colpo di pistola, durante un inseguimento, nelle campagne di Centuripe.

I funerali li ha celebrati il parroco don Salvatore Verzì. All’interno della chiesa di viale Europa, silenzio e raccoglimento, attorno alla bara bianca.

«Bisogna alzare lo sguardo a Cristo – ha detto padre Verzì – perché guardando Cristo l’uomo, chiunque esso sia, può ritrovare la vera immagine di sé e così non fare del suo cuore un luogo di barbarie». Il sacerdote si è rivolto in modo particolare ai giovani presenti: «La vita è sacra, altrimenti è davvero la barbarie. Solo Cristo ha il potere di liberarci della morte qualsiasi forma essa assuma».

Per ragioni di prevenzione di ordine pubblico, a seguire e monitorare lo svolgimento, come accade in casi del genere, c’erano carabinieri in divisa e in borghese.

Indagini ancora in corso

Sul fronte delle indagini, nonostante sia stato sottoposto a fermo il 46enne Salvatore Santangelo per gravi indizi di colpevolezza, il lavoro dei militari non è ancora concluso. Proseguono approfondimenti e acquisizioni di informazioni. Il fascicolo dell’inchiesta è ora sul tavolo della Procura di Enna, competente per territorio.

Il movente è stato indicato in una serie di dissidi tra il presunto omicida e la vittima per questioni legate a terreni e pascoli di ovini. Al vaglio degli inquirenti, episodi che si riferiscono agli ultimi due anni. L’ultima discussione è degenerata in lite. Ne è nato un inseguimento nelle strade di campagna. Santangelo, con la sua jeep, si è ritrovato affiancato al furgoncino in cui viaggiava Andolfi, e ha cominciato a sparare. Almeno tre colpi di pistola. Uno ha centrato il giovane al torace, come accertato pure dall’esame autoptico.

Il conducente del furgone – anche lui allevatore – ha proseguito la corsa fino all’ospedale di Biancavilla, ma il 20enne era già spirato durante il tragitto. Ai carabinieri della compagnia di Paternò e della stazione di Biancavilla è bastato poco per rintracciare Santangelo, che non era ancora rientrato a casa e che subito ha assunto un atteggiamento collaborativo.

Assistito dall’avv. Giuseppe Milazzo, si attende per lui una nuova convalida del fermo da parte del gip del Tribunale di Enna, dopo quello disposto in un primo momento a Catania. Resta chiuso in una cella del carcere catanese di piazza Lanza. Gli vengono contestati l’omicidio di Andolfi, il tentato omicidio del conducente del furgoncino e il porto illegale d’arma da fuoco.

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