Cronaca
Lavoratori stranieri in nero: beccato imprenditore agricolo


C’è anche un imprenditore agricolo di Biancavilla nei controlli contro il lavoro nero effettuati dai carabinieri. I militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro e del Comando Provinciale di Catania, insieme agli Ispettori del Lavoro civili e su impulso del Direttore Territoriale del Lavoro, hanno proseguito nei controlli anticaporalato nel settore agricolo continuando a scoprire lavoro nero e irregolarità varie.
I controlli dell’ultima settimana si sono svolti prevalentemente in provincia. Gli operanti nel complesso hanno controllato 10 aziende agricole e verificate 104 posizioni lavorative; scoperto 26 lavoratori in nero e 8 irregolari con conseguente maxi sanzione di 4000€ per singolo lavoratore; contestate sanzioni amministrative per 130.550 euro; recuperati contributi e premi assistenziali per 33.200 euro; contestate sanzioni relative a recuperi Inps per 9.300 euro.
Nel corso delle operazioni i militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania, unitamente ai militari delle Stazione Carabinieri di Paternò, Belpasso, Palagonia, Caltagirone, Mineo e Grammichele, deferivano in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria 3 imprenditori agricoli, uno di Biancavilla e due di Grammichele, che avevano assunto alle proprie dipendenze 45 lavoratori stranieri dei quali 14 extracomunitari richiedenti asilo politico (5 senegalesi, 3 ivoriani, 2 nigeriani, 2 gambiani, 2 maliani ), privi del permesso di soggiorno per lavoro subordinato e/o provvisorio semestrale e ospiti del CARA di Mineo, ove venivano ricondotti.
Il contrasto dei Carabinieri della Tutela del Lavoro ad ogni forma di illecito giuslavoristico, vede un ulteriore rilancio grazie al rinnovato impegno dell’Assessorato al Lavoro e del Dipartimento del Lavoro della Regione Siciliana. Il lavoro dei militari del settore nel verificare senza sosta le condizioni di lavoro, vede una particolare attenzione ad ogni forma di caporalato nelle campagne siciliane e catanesi in particolare. La massiccia presenza di lavoratori comunitari in stato di irregolarità contrattuale o di extracomunitari totalmente sconosciuti alle autorità amministrative, vede un’aumentata attenzione al particolare fenomeno che nelle prossime settimane verrà ulteriormente verificato.
Essendo iniziata la stagione dei raccolti l’attenzione è aumentata e nuovi controlli verranno effettuati in tutto il periodo primaverile estivo, con la massima variazione degli orari e delle giornate degli interventi.
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Cronaca
Amianto, casalinga morta a 55 anni: chiesto risarcimento di 500mila euro
Causa contro il Comune ma è difficile provare responsabilità, il sindaco: «Ci sono gli indennizzi»


Non era mai accaduto da quando Biancavilla sa di convivere con la minaccia del minerale-killer: la fluoroedenite di monte Calvario, simile all’amianto, fonte di un inquinamento naturale che ha determinato decine di morti per tumore alla pleura. Ma adesso, al palazzo comunale, una famiglia che ha perso una persona cara a causa del mesotelioma chiede ora un risarcimento di 500mila euro.
Sono passati 26 anni dall’evidenza dei dati epidemiologici e 21 dalla scoperta e identificazione della fibra, riconosciuta a livello internazionale come “nuovo minerale” con proprietà altamente cancerogene. In tutti questi anni, nessuno aveva tentato una causa al Comune. Eppure, di morti per questa neoplasia che non lascia scampo, Biancavilla ne conta dal 1988 ad oggi circa 70, anche se la stima è che quelli reali siano almeno il doppio.
La causa civile al Tribunale di Catania
Tra questi, una donna di 55 anni, casalinga, deceduta nel 2012. Sono stati il marito e due figli ad avviare il procedimento alla sezione civile del Tribunale di Catania, adducendo una responsabilità con culpa in omittendo. Si punta il dito sul Comune per presunte omissioni nell’obbligo di tutelare la salute pubblica, soprattutto dopo che cause ed effetti dell’incidenza eccessiva di mesotelioma a Biancavilla sono stati ampiamente documentati dalla letteratura scientifica.
Una causa legittima, ma dal verdetto non così scontato per la famiglia biancavillese. La mobilitazione istituzionale, a partire dal 1997, per affrontare la problematica, non è mai mancata. Tenendo conto, poi, del lunghissimo periodo di incubazione tipico di questa patologia tumorale, i decessi finora avvenuti sono da considerare conseguenze di un’esposizione al rischio cominciata ben prima della fine degli anni ’90, quando il paese ha preso coscienza dell’esistenza del minerale-killer. Ad ogni modo, l’esito della causa civile dovrebbe arrivare il prossimo ottobre.
Aperta la strada dell’indennizzo una tantum
Se la strada dei risarcimenti si presume dallo sbocco incerto, quella da percorrere per vittime e famigliari delle vittime riguarda gli indennizzi. Fino a pochi anni fa anche questa possibilità – riservata solo a lavoratori esposti al rischio amianto – era impensabile da applicare alla realtà di Biancavilla. Ma interventi parlamentari e ministeriali hanno riconosciuto l’unicità del caso Biancavilla. Un cambio di rotta possibile anche dopo che la fluoroedenite è stata riconosciuta cancerogena dall’International Agency for Research on Cancer, riunita a Lione con 21 esperti di 10 paesi europei.
«Si sta lavorando – conferma a Biancavilla Oggi il sindaco Antonio Bonanno – agli indennizzi ai familiari delle vittime dell’esposizione ambientale. Vittime che per la prima volta vengono equiparate a coloro che si sono ammalati per esposizione lavorativa». Per queste ragioni, «ci stiamo interfacciando con l’Animil», l’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro.
«È stato possibile – sottolinea il primo cittadino – aumentare i fondi nell’ultima finanziaria. Nel decreto Milleproroghe sono state facilitate, inoltre, le procedure per ottenere un indennizzo una tantum, quantificato in 15mila euro, la cui erogazione compete all’Inail».
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