Cronaca
Una bomba di guerra sul davanzale Artificieri in via Vittorio Emanuele

“Strano” ritrovamento in pieno centro storico, a Biancavilla. A dare l’allarme è stata la proprietaria di casa, che ha notato l’ordigno, risalente al periodo della seconda guerra mondiale, poi fatto brillare in una cava.
di Mary Sottile
L’ha trovata sul davanzale dell’abitazione di cui è proprietaria e che non usa da tempo. Per caso, tornata a Biancavilla, una donna di Catania, ha subito notato quello strano oggetto, poggiato sul davanzale di una finestra, di quell’abitazione in pieno centro storico, in via Vittorio Emanuele.
Le è bastato guardarlo per capire che non era un oggetto come tutti gli altri, che quello che aveva davanti era un ordigno bellico. E non si sbagliava.
Lanciato l’allarme, con l’intervento sul posto dei carabinieri della stazione di Biancavilla, è bastata una semplice occhiata dei militari dell’Arma per capire che quell’oggetto era una bomba a mano, di fabbricazione italiana, risalente al periodo della seconda guerra mondiale.
Da qui la richiesta di intervento degli artificieri antisabotaggio del comando provinciale di Catania che hanno subito accertato l’integrità della bomba, anche se lo stato di conservazione non era buono.
Temendo, comunque, in una possibile esplosione, gli artificieri hanno preso e portato via la bomba a mano e l’hanno poi, fatta brillare all’interno di una cava, sempre nel territorio di Biancavilla.
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Cronaca
Aggredisce e minaccia la madre: «Ora t’ammazzo», arrestato un 35enne
Intervento dei carabinieri, a seguito di un’accorata richiesta di aiuto di una donna maltrattata

La telefonata ai carabinieri è arrivata da una casalinga 63enne. Un’accorata richiesta di aiuto. Ancora una volta, la donna era stata picchiata dal figlio, che pretendeva denaro per l’acquisto di alcol, droga o giocare ai video poker. Immediato l’intervento dei militari: arrestato un 35enne per maltrattamenti contro familiari ed estorsione.
Appena arrivati nell’abitazione, i carabinieri hanno trovato la donna attorniata dai familiari, marito e tre figli, tra cui il 35enne. La donna, che sin dà subito è apparsa emotivamente provata, pur non volendo affidarsi alle cure dei sanitari, nonostante mostrasse i segni delle percosse, soprattutto sulle braccia e sul collo, ha comunque deciso di confidarsi con i militari, raccontando quanto appena accaduto.
Dalla ricostruzione dei fatti, è quindi emerso come il figlio avrebbe da lei preteso l’ennesima somma di denaro, questa volta di 30 euro, che sarebbe riuscito ad ottenere solo dopo averla aggredita. In quel frangente, provvidenziale sarebbe stato l’intervento del padre 70enne, che in difesa della moglie, sarebbe intervenuto bloccando l’uomo.
Il 35enne, a quel punto, soddisfatto, dopo essere uscito per alcune ore, sarebbe rincasato solo in serata, completamente ubriaco, dando il via ad un nuovo litigio. Dopo aver fatto cadere una bottiglia di birra sul pavimento, si sarebbe infatti nuovamente scagliato contro la povera madre, dandole la colpa dell’accaduto. La reazione dell’uomo sarebbe stata minacciosa: «Colpa tua se la birra mi è caduta a terra, ora t’ammazzo». E poi si sarebbe scagliato contro una porta, danneggiandola insieme ad altre suppellettili.
Effettivamente, anche alla presenza dei militari, il 35enne non si è calmato, proseguendo anzi con le minacce alla madre: «Appena torno (dal carcere) t’ammazzo».
La donna aveva già presentato una denuncia nei confronti del figlio per analoghi fatti. Motivo per cui, i carabinieri hanno stavolta arrestato il 35enne, trasferendolo nel carcere di piazza Lanza, a Catania.
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