Cronaca
Blitz “Adernò”, il ruolo di Amoroso Così la criminalità si fa “impresa”


Vito Amoroso e il momento del suo arresto a Biancavilla
Volto noto del vecchio clan biancavillese, Amoroso indicato al vertice dell’organizzazione smantellata dai poliziotti. Non solo droga, pure lavoro “sporco”. L’obiettivo era fare soldi, senza i formalismi dell’associazione mafiosa.
di Vittorio Fiorenza
Per la sua bacheca Facebook ha scelto una foto di un leone che osserva con fierezza e guarda lontano. Eppure, l’orizzonte di Vito Amoroso è stato piuttosto limitato, avendo passato buona parte dei suoi 48 anni tra celle carcerarie ed arresti domiciliari. Risfogliando le rassegne stampa sui fatti criminali e mafiosi di Biancavilla, la sua foto segnaletica appare con frequenza: dai blitz “Vulcano” e “The wall” all’ultimo arresto, nel 2013, per armi clandestine e documenti falsi scoperti in una borsa termica, nella sua abitazione catanese.
E il ventaglio di reati contestati ad ogni scatto di manette da parte di carabinieri o poliziotti si allarga man mano che la sua immagine riportata sui giornali degli ultimi vent’anni mostra sempre più capelli grigi. Fino a quella inserita ieri nella mailing list della Questura sull’operazione “Adernò” e sullo smantellamento dell’organizzazione nella quale lui sedeva al vertice.
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►Smantellati tre gruppi: le foto degli arrestati, il video delle intercettazioni
Tra i vari post che ha pubblicato sul social network (contro la violenza sulle donne e sui bambini, la passione per auto e moto o l’amore per la Juventus) ce n’è uno condiviso dalla pagina “Pane e malavita” con una foto di Totò Riina: «Nella vita bisogna sapersi difendere, ma la cosa peggiore è doversi difendere da chi mai avresti pensato potesse ferirti».
Frasi così, come tante pubblicate da chiunque nel frullatore di Facebook. Chissà se Amoroso pensava a qualcuno in particolare. Qualcuno dei compagni incontrati nel clan biancavillese dei Toscano, Mazzaglia, Tomasello. Un clan ormai in frantumi per una faida sanguinaria che, a Biancavilla, ha visto contrapposti esponenti che un tempo erano picciotti legati da solida e giurata amicizia.
Nel blitz compiuto dalla Squadra mobile e dai poliziotti adraniti non viene contestata l’associazione mafiosa. Formalismi e canoni di Cosa Nostra hanno lasciato il posto ad un più proficuo pragmatismo. L’obiettivo era fare soldi con la droga e, per avere la liquidità necessaria all’acquisto, non veniva disdegnato il lavoro sporco dei furti, delle rapine, degli scippi agli anziani e degli assalti ai tir. Uno scatto ad una criminalità più “imprenditoriale”, quella elaborata sull’asse Biancavilla-Adrano tra Vito Amoroso da una parte e Antonino Zignale dall’altra.
Il video del blitz e dell’arresto di Amoroso
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Cronaca
Marito violento in manette, carabinieri di Biancavilla in azione fuori comune
Intervento dei militari a Motta Sant’Anastasia: una donna salvata dai maltrattamenti in famiglia

I Carabinieri della Stazione di Biancavilla hanno arrestato un 44enne di Motta Sant’Anastasia, ritenuto responsabile di maltrattamenti nei confronti della moglie di 41 anni. L’intervento è scattato intorno all’una di notte, quando la figlia 16enne della coppia ha chiamato, in preda alla disperazione, il 112 per chiedere aiuto. Il padre stava picchiando violentemente la madre sotto i suoi occhi. La Centrale Operativa della Compagnia carabinieri di Paternò ha allertato la pattuglia più vicina, consentendo ai militari della Stazione di Biancavilla di raggiungere rapidamente l’abitazione a Motta Sant’Anastasia.
I carabinieri hanno trovato molti mobili e oggetti rotti mentre l’uomo, in evidente stato di agitazione, tentava di giustificare il proprio comportamento adducendo problemi familiari e difficoltà personali legate a pregresse denunce per maltrattamenti già sporte dalla moglie, da cui erano scaturiti provvedimenti giudiziari nei suoi riguardi.
Ai militari, però, non è passato inosservato l’atteggiamento della donna che, inizialmente silenziosa, presentava evidenti rossori al volto e una ferita sanguinante al braccio sinistro. Uno dei militari, perciò, ha preferito allontanarla dal marito per consentirle di raccontare l’accaduto.
Botte anche di fronte ai figli
La signora è riuscita infatti a riferire quanto era accaduto. Il marito, rientrato a casa nel pomeriggio dopo aver bevuto, come ormai succedeva spesso, avrebbe senza alcun motivo cominciato a distruggere i mobili della casa per poi colpire lei ripetutamente con schiaffi e pugni, rompendole anche il cellulare. La donna ha chiesto aiuto alla suocera, la quale effettivamente ha raggiunto l’abitazione dei coniugi ma, dopo una temporanea calma, intorno alle 22.00, il 44enne avrebbe ripreso a picchiare la moglie alla presenza dei loro quattro figli minorenni e anche di sua madre. Quest’ultima sarebbe stata a sua volta minacciata di morte dal figlio per aver tentato di difendere la nuora.
Raccolte, dunque, le dichiarazioni della vittima e della testimone, accertato lo stato dell’appartamento, che era semi distrutto, i Carabinieri hanno arrestato il marito violento. Arresto poi convalidato. L’uomo è stato portato nel carcere catanese di piazza Lanza.
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Cronaca
Incendio da paura a Biancavilla: capannone in fiamme, alta colonna di fumo
Intervento di diverse squadre dei vigili del fuoco e del personale della Forestale in via del Seminatore

Grosso incendio in un capannone di una traversa di via del Seminatore. Una colonna di fumo nero è visibile a grande distanza. Aria irrespirabile. All’interno della struttura erano presenti diversi mezzi, tra cui furgoni, un trattore, contenitori con carburante ad uso agricolo e vari macchinari.
Le fiamme si sono propagate rapidamente, rendendo necessario l’intervento di più squadre dei vigili del fuoco che hanno evitato che si propagasse alle abitazioni vicine. Case che per precauzione sono state comunque fatte evacuare.
Presenti anche personale del Corpo Forestale regionale e personale del Comune di Biancavilla con le rispettive autobotti.
Le operazioni di spegnimento sono ancora in corso e le cause dell’incendio saranno oggetto di successivi accertamenti. Quel che resta sono cenere e lamiere accartociate dalla violenza del fuoco.
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