Un piccolo regalo per i nostri lettori. Speriamo che sia gradito. Per migliorare la fruibilità del sito, abbiamo realizzato una versione ottimizzata per i dispositivi mobili. È attiva da qualche giorno e probabilmente la avrete già utilizzata. In molti ce la chiedevano da tempo.
Non potevamo non ascoltare l’esigenza di quanti quotidianamente ci visitano (60mila volte soltanto nell’ultimo mese) per informarsi e tenersi aggiornati sui fatti biancavillesi, raccontati con puntualità e rigore, spesso in maniera solitaria, senza riverenze nei confronti di nessuno. Coerenti con quella promessa, concretissima e non astratta, di indipendenza ed autonomia per essere “L’altra informazione”, che rifiuta e non chiede finanziamenti o sponsorizzazioni dal Comune e dalla politica.
Quasi il 70% dei lettori preferisce seguire Biancavilla Oggi attraverso un dispositivo mobile, di cui oltre il 15% con un iPhone. Nell’ultimo anno, più di mezzo milione di visite al nostro sito è arrivato dagli smartphone.
I dati rilevati da Google Analytics, insomma, mostrano chiaramente che i nostri lettori preferiscono portare in tasca l’informazione locale, privilegiando il canale “mobile” rispetto al pc di casa (23%) o ai tablet (7%). Una tendenza in linea con quella delle grandi testate giornalistiche.
Potevamo non tenere conto di questi dati? Ecco a voi, quindi, la versione “responsive” di Biancavilla Oggi. Non dovete fare nulla. In automatico sarà riconosciuto il dispositivo da cui vi collegate e, se si tratta di uno smartphone, vedrete apparire la versione adeguata al vostro schermo.
Maggiore leggibilità, caratteri più grandi, testi e foto che si adattano alla risoluzione. Una homepage essenziale con la slide degli articoli più importanti e, a seguire, le pubblicazioni più recenti.
Resta la possibilità di condividere nei social, di lasciare commenti tramite Discus senza obbligo di registrazione, di navigare in tutte le categorie, di vedere gli articoli correlati, di effettuare tutte le ricerche nel nostro ricco archivio, che conta ormai più di 1000 articoli dal 1 gennaio 2014 ad oggi.
In più, ad inizio di ogni articolo, oltre ai bottoni social, troverete anche il bottone di condivisione tramite WahtsApp per inviare il link ai vostri contatti.
È inteso comunque che chi vorrà continuare a visualizzare gli articoli sui cellulari con lo stesso aspetto riservato ai computer, può farlo cliccando la preferenza “Pc Desktop” a fondo pagina.
Per i possessori di iPhone, c’è un’altra comoda possibilità: potranno scaricare la web-app di Biancavilla Oggi che consentirà di aprire il sito con un semplice tocco. Accedendo con Safari, seguite le semplici istruzioni fornite dal popup: basta cliccare il pulsante centrale della barra in basso del browser e poi “Aggiungi a Home”. Fatto? Tra le vostre applicazioni, ora troverete anche quella con l’inconfondibile B apostrofata.
Più facile a farlo che a spiegarlo. Fateci sapere cosa ne pensate, dateci tutti i vostri suggerimenti. Vi ascolteremo come nostre guide. Perché lo siete, lo sarete sempre: gli unici “padroni” da cui accettiamo ordini.
Guardateli in faccia: sorridenti, ammiccanti, levigati, incipriati e luminosi. Sembrano partecipanti ad un casting televisivo. Invece, i loghi elettorali a fianco a tanti mezzibusti, certificano la loro aspirazione a diventare classe dirigente di Biancavilla. Eccoli, i candidati. Tutti in corsa per un posto in Consiglio Comunale. Tutti motivati dal meccanismo del “turnover” e del ripescaggio assicurato. Tutti con buoni propositi e idee sfavillanti. Rigorosamente «per il bene di Biancavilla»: mai frase è stata più abusata. Li guardi, i santini elettorali di entrambe le coalizioni, mentre scorrono su Facebook, Instagram e persino TikTok. Al netto dei filtri, ti rendi conto dell’esistenza di un esercito di perfetti sconosciuti. Non pensavamo ci fosse tutta questa vibrante passionalità e questo fervore politico con la vocazione kennedyana «a fare qualcosa per il nostro paese».
Speriamo che quanti verranno eletti conoscano già da ora, almeno, cosa siano una determina e una delibera, un’interrogazione e un’interpellanza, e non incappino in una figura di capra se vorranno presentare una mozione (attenzione al numero delle firme). Vorremmo auspicare che rappresenti un episodio unico e irripetibile, quello di un consigliere neo eletto qualche tempo fa. Un po’ spaesato, varcando l’ingresso del municipio nella sera dell’insediamento, ci chiese indicazioni per raggiungere l’aula consiliare. Non vi era mai entrato e non sapeva se il tempio della democrazia locale si trovasse al primo o al secondo piano.
Vorremmo confidare – in tal senso – in una migliore e più accurata selezione degli inquilini del palazzo comunale. Ma chi sono tutti questi concorrenti – pardon, candidati – dell’edizione 2023? Dove sono stati finora? Tizi, quasi tutti, anonimi nella vita pubblica cittadina: mai avvistati ad una seduta consiliare o a momenti istituzionali, neppure alla presentazione di un libro. In tanti, sulle storie e sulle bacheche social, hanno postato – ecco la novità – una sorta di programma personale. Temini di scuole medie, spesso sgrammaticati. Nessuno in grado di fare un’analisi politica o amministrativa degna di nota. Parole vaghe, frasi fatte, luoghi comuni: io, io, io al centro del messaggio, l’istituzione consiliare messa su uno sfondo sfocato. Ma guai a non essere sorridenti, ammiccanti, levigati, incipriati e luminosi. Il vuoto in una folla di facce.
E si sa: «La folla è madre di tiranni», diceva Diogene il cinico. Già, la si può buttare in filosofia. Ma è nella calca che si nascondono le insidie, rischiando di inciampare. È lì che si mescolano burattini, prestanome o parentele imbarazzanti. Non bastano i ritocchi di Photoshop. Eccoci, dunque, a riproporre un tema assai caro a questo giornale: quello dell’etica pubblica. Un tema che Biancavilla Oggi, sempre in solitaria, ha sollevato mille volte. Un esempio?
«Per chi voteranno i mafiosi di Biancavilla?», ci chiedevamo retoricamente alcune campagne elettorali addietro, suscitando mugugni e alzate di spalla. Interrogativo sempre valido. Per inciso: la parola “mafia” appare genericamente accennata una volta nella penultima delle 40 pagine del programma elettorale di Antonio Bonanno ed è assente nelle 33 pagine presentate da Andrea Ingiulla: neppure una nota a margine. Meglio sventolare il termine “legalità”, che va bene sempre e ovunque. Impensabile che si indichi esplicitamente la denominazione del clan locale o dei gruppi criminali nemici numero 1 della città. Figurarsi mettere nero su bianco, una buona volta, la promessa che il Comune si costituirà sempre parte civile nei processi contro i mafiosi. Semplice: se il problema non ha un nome… non si pone e non esiste. In fondo, è noto che questa meravigliosa terra di Biancavilla sia afflitta da terribili piaghe. Una di queste è senza ombra di dubbio… il tttraffico. Ooo minchia, Johnny!!!
Storia vecchia, sia ben inteso. Storia che travalica sindacature, consiliature e schieramenti. Ogni campagna elettorale e ogni stagione politica registrano sviste e scivoloni, riservando scene ed istantanee… eticamente discutibili. Ricordiamo il consigliere comunale partecipe al corteo funebre del boss morto ammazzato. Ricordiamo il candidato scortato e spalleggiato dal noto pregiudicato, protagonista in diversi blitz. Ricordiamo il comiziante di piazza Roma, applaudito dall’allora reggente del riorganizzato clan, presente e coinvolto tra il pubblico. Ricordiamo le porte spalancate dei saloni, un tempo abitati dai marchesi delle Favare, concessi per una calorosa cerimonia di un “signore” con curriculum da 41 bis: applausi, abbracci e petali di fiori.
Non c’entra il Codice penale. La materia ha a che fare, piuttosto, con la condotta personale, elettorale ed istituzionale. Riguarda l’(in)opportunità di certe scelte eventualmente ambigue, opache, interessate o clientelari. È materia politica su cui dovrebbero vigilare rappresentanti di partito, referenti di lista, candidati a sindaco e, ad urne chiuse, tutti gli eletti. Spesso, invece, si preferisce il silenzio. Silenzio complice, a parte qualche rara e meritoria distinzione.
Come dimenticare, nella campagna elettorale 2013, il rigore della candidata a sindaco di “Biancavilla Bene Comune”, Flavia Cantarella (condiviso anche dall’allora candidato 5 Stelle, Carmelo Petralia), mostrato sullo scandalo delle “commissioni bluff” e degli inquisiti per abuso d’ufficio piazzati negli altri schieramenti? Sappiamo come finì: chi denunciava quella vergogna venne punito e scartato dal responso dei votanti. Gli accumulatori compulsivi di gettoni di presenza (lievitati a 200mila euro) furono premiati e rieletti. Uno degli imputati, dai banchi del Pd, proprio nella seduta di insediamento, rivolse uno sciagurato, squallido e sprezzante intervento contro gli avversari, in particolare Flavia Cantarella. Una pernacchia soffiata – nell’assoluta ed unanime indifferenza, compresa l’intellighènzia nostrana – verso chi aveva giustamente sollevato la questione morale di berlingueriana memoria, per quello scempio delle istituzioni usate come bancomat da tutte le forze consiliari, nessuna esclusa.
Già, storia vecchia. Mica tanto, visto che qualche strascico giudiziario di quell’inchiesta (finita in prescrizione nel 2015) risulti ancora pendente in sede civile. Di sicuro, ogni competizione per le Amministrative fa emergere – seppure per aspetti non generalizzati ma circoscritti – il volto tetro e ambiguo di certa Biancavilla. La campagna elettorale in corso non fa eccezione. E c’è la conferma, ancora una volta, che la politica locale non abbia sviluppato quegli anticorpi essenziali perché possa essere ed apparire sana, limpida, pulita. Al di sopra di ogni sospetto, di ogni dietrologia, di ogni imbarazzo.
Salvo Pulvirenti
1 Dicembre 2015 at 1:53
Complimenti! Chi ha curato la web app?