Cronaca
A spasso con un revolver illegale, l’arma all’esame del Ris di Messina


Il revolver con le munizioni sequestrate a Alfio Muscia e Placido Galvagno
Nuova operazione dei carabinieri di Biancavilla. In manette Alfio Muscia di 37 anni e Placido Galvagno di 39. Dalla perquisizione rinvenuta la pistola con matricola abrasa.
di Vittorio Fiorenza
L’occhio attento di alcuni carabinieri di pattuglia, a cui non sono passati inosservati alcuni movimenti sospetti, ha consentito di assestare un altro colpo agli ambienti criminali di Biancavilla. L’intuizione dei militari di Biancavilla ha portato ad individuare due biancavillesi, mentre erano in auto, in contrada “Chiusi pira”, sulla strada che porta verso zona “Vigne”, e al rinvenimento di un revolver calibro 38 special illegale.
L’arma, con matricola abrasa, dotata di sei munizioni, è stata già inviata agli esperti del Ris di Messina perché vengano effettuati tutti gli esami tecnico-balistici per verificare l’uso dell’arma in eventuali episodi criminali.
Per i due, Alfio Muscia di 37 anni e Placido Galvagno di 39, nomi già noti alle forze dell’ordine, sono scattate subito le manette per porto abusivo d’arma clandestina e ricettazione. Adesso sono rinchiusi nel carcere catanese di piazza Lanza.
Alcune settimane fa, Muscia era stato beccato dai carabinieri nel centro storico in auto, senza patente, e in violazione delle misure di sorveglianza speciale. L’uomo è stato coinvolto in due diverse operazioni antimafia a Biancavilla (Vulcano e The Wall) contro l’allora clan “Toscano-Mazzaglia-Tomasello”.
Per capire perché il sorvegliato speciale fosse armato e portasse con sé un revolver illegale munito di sei pallottole sono ancora in corso azioni investigative ed accertamenti da parte dei carabinieri, in attesa dei risultati di laboratorio che verranno da Messina.
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Cronaca
Stranieri sfruttati sul lavoro: nei guai biancavillese a capo di una cooperativa
L’uomo, presidente del Consiglio di amministrazione, denunciato assieme ad altre due persone

Un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, è fra i tre denunciati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania nell’ambito di controlli contro lavoro irregolare e caporalato. L’uomo, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
I controlli hanno portato alla luce un sistema illecito di reclutamento e impiego della manodopera. Le vittime sono due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.
Oltre al biancavillese, sono sotto indagine un 38enne marocchino residente ad Adrano, incensurato, che agiva come caporale e intermediario per conto della stessa cooperativa, e un altro 38enne di Scordia, con precedenti, che di fatto collaborava con l’azienda.
Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i lavoratori extracomunitari venivano impiegati in condizioni lavorative ritenute altamente degradanti. Evidenziati retribuzioni ben al di sotto di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, turni di lavoro eccessivi e ambienti privi delle minime misure di sicurezza.
L’indagato di origini marocchine è inoltre accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento se non gli avesse restituito parte della già esigua paga percepita.
A conclusione delle attività, i due lavoratori sono stati affidati a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni. Adesso potranno ricevere assistenza e protezione.
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Cronaca
Evade dai domiciliari per le sigarette alla moglie: «È un inferno se non fuma»
Singolare “giustificazione” di un 52enne residente a Biancavilla in giro con la bicicletta a Catania

I carabinieri della stazione di Catania Playa hanno arrestato un pregiudicato 52enne, residente a Biancavilla ma domiciliato a Catania, nella zona di Ippocampo di Mare. L’uomo doveva trovarsi ai domiciliari per reati contro il patrimonio. Però, i militari lo hanno sorpreso mentre, in bici, percorreva via San Francesco La Rena. Ha tentato di passare inosservato con il volto coperto da cappuccio e sciarpa, ma è stato fermato e identificato.
Di fronte alla constatazione della violazione, il 52enne ha cercato di giustificare la sua presenza fuori casa con una spiegazione singolare. Ha sostenuto di essere uscito per acquistare le sigarette alla moglie, una “accanita fumatrice” che, in mancanza di nicotina, si sarebbe irritata al punto da trasformare la giornata in un “inferno domestico”.
Una giustificazione che non ha però evitato l’arresto, eseguito sulla base degli elementi raccolti e ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari.
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