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Cronaca

Incidente nella notte sulla Ss 284: Fiat 127 contro auto dei carabinieri

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Piomba sull’auto dei carabinieri a velocità, senza un accenno di frenata. L’anziano 84enne alla guida della sua Fiat 127 non si è neanche accorto della presenza dei militari, intenti a regolare la viabilità e a dare assistenza ad un camionista che per un guasto al motore era rimasto fermo con il suo articolato. L’impatto è stato violento con il mezzo dei militari, che a sua volta, nello spostamento, ha coinvolto una terza auto, una Mercedes Classe A.

È successo poco prima della mezzanotte nel tratto di Biancavilla della Strada Statale 284, in direzione Adrano. L’assenza di illuminazione a quell’ora della notte (che rappresenta peraltro uno degli elementi critici spesso lamentati per questa trafficatissima arteria) ha probabilmente contribuito a provocare l’incidente.

Per le ferite che ha riportato nel violento impatto, l’anziano è stato trasportato con un’ambulanza del servizio del 118 all’ospedale “Cannizzaro” di Catania, dove adesso è ricoverato nel reparto di Ortopedia.

L’uomo resta sotto stretta osservazione, in prognosi riservata per politrauma. In particolare, ha riportato una profonda ferita ad una mano e una grave frattura al bacino.

Illesi i carabinieri che erano sul posto. Una delle altre persone presenti, invece, accortasi dell’arrivo a velocità della Fiat 127, ha avuto la prontezza di mettersi al sicuro, scavalcando il guardrail e finendo tra le sterpaglie. Accompagnata al pronto soccorso e sottoposta ad accertamenti, ha fortunatamente riportato soltanto qualche lieve ferita.

Ad effettuare i rilievi dell’incidente sono stati gli stessi carabinieri coinvolti, i quali sottolineano come tutti gli accorgimenti e le indicazioni del codice della strada per segnalare la loro presenza e quella del mezzo pesante in panne siano stati rispettati. Sul posto sono intervenuti pure i vigili del fuoco del distaccamento di Adrano.

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Cronaca

Fuochi d’artificio e rombi di motori per l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi

Funerali nella chiesa del “Santissimo Salvatore” per il giovane ucciso nelle campagne di Centuripe

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Fuochi d’artificio fuori dall’abitazione di Spartiviale, all’ingresso della chiesa del “Santissimo Salvatore” e al cimitero. Un corteo con moto e scooter lungo le strade del centro storico. Clacson e rombo di motori. Striscioni e palloncini. Applausi e lacrime.

Così è avvenuto l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi, il giovane biancavillese di 20 anni ucciso con un colpo di pistola, durante un inseguimento, nelle campagne di Centuripe.

I funerali li ha celebrati il parroco don Salvatore Verzì. All’interno della chiesa di viale Europa, silenzio e raccoglimento, attorno alla bara bianca.

«Bisogna alzare lo sguardo a Cristo – ha detto padre Verzì – perché guardando Cristo l’uomo, chiunque esso sia, può ritrovare la vera immagine di sé e così non fare del suo cuore un luogo di barbarie». Il sacerdote si è rivolto in modo particolare ai giovani presenti: «La vita è sacra, altrimenti è davvero la barbarie. Solo Cristo ha il potere di liberarci della morte qualsiasi forma essa assuma».

Per ragioni di prevenzione di ordine pubblico, a seguire e monitorare lo svolgimento, come accade in casi del genere, c’erano carabinieri in divisa e in borghese.

Indagini ancora in corso

Sul fronte delle indagini, nonostante sia stato sottoposto a fermo il 46enne Salvatore Santangelo per gravi indizi di colpevolezza, il lavoro dei militari non è ancora concluso. Proseguono approfondimenti e acquisizioni di informazioni. Il fascicolo dell’inchiesta è ora sul tavolo della Procura di Enna, competente per territorio.

Il movente è stato indicato in una serie di dissidi tra il presunto omicida e la vittima per questioni legate a terreni e pascoli di ovini. Al vaglio degli inquirenti, episodi che si riferiscono agli ultimi due anni. L’ultima discussione è degenerata in lite. Ne è nato un inseguimento nelle strade di campagna. Santangelo, con la sua jeep, si è ritrovato affiancato al furgoncino in cui viaggiava Andolfi, e ha cominciato a sparare. Almeno tre colpi di pistola. Uno ha centrato il giovane al torace, come accertato pure dall’esame autoptico.

Il conducente del furgone – anche lui allevatore – ha proseguito la corsa fino all’ospedale di Biancavilla, ma il 20enne era già spirato durante il tragitto. Ai carabinieri della compagnia di Paternò e della stazione di Biancavilla è bastato poco per rintracciare Santangelo, che non era ancora rientrato a casa e che subito ha assunto un atteggiamento collaborativo.

Assistito dall’avv. Giuseppe Milazzo, si attende per lui una nuova convalida del fermo da parte del gip del Tribunale di Enna, dopo quello disposto in un primo momento a Catania. Resta chiuso in una cella del carcere catanese di piazza Lanza. Gli vengono contestati l’omicidio di Andolfi, il tentato omicidio del conducente del furgoncino e il porto illegale d’arma da fuoco.

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