Cronaca
Incredulità tra i vicini di casa Longo «Abbiamo consolato un’assassina»

«Mia madre è sotto choc per quello che è accaduto. Si è accorta di aver consolato una assassina». A parlare è uno dei figli dei vicini di casa dei coniugi Longo, ai quali all’alba ha chiesto aiuto Enza Ingrassia, la donna che ha confessato di aver ucciso in una villa di Biancavilla il marito Alfio Longo perché violento, inscenando una rapina da parte di due banditi.
La giovane parla con i giornalisti da dietro l’inferriata. «Mio padre – dice – non è in casa e mia madre non se la sente di rilasciare interviste. Oggi i miei genitori stanno peggio di ieri». La ragazza non vuole dare il suo nome ma racconta che in famiglia non hanno dormito e che la madre è molto scossa «stamane si è accorta che ieri ha consolato l’assassina».
La donna spiega che i suoi genitori erano in buoni rapporti con i coniugi Longo. «Il marito aveva tre cani – racconta – e nel periodo invernale, quando noi non ci siamo, portava da mangiare pure al nostro. Certo era strano che nessuno dei cani quella notte avesse abbaiato. Qui la strada è trafficata sia di giorno che di notte e i cani abbaiano anche quando passa qualcuno a piedi».
La ragazza racconta anche di litigi avvenuti in passato tra i coniugi Longo. «Alfio era un tipo magro e alto, faceva l’elettricista. Ogni tanto prendeva qualche lavoretto. È stato lui a montare il campanello al nostro cancello. Si sentivano spesso con i miei genitori, abitiamo qui da 27 anni».
Arriva la madre insieme con un altro figlio: «Sono troppo scossa per parlare – spiega -. Dopo tantti anni di matrimonio se non si va d’accordo è meglio dare un taglio netto… non si finisce mai di conoscere le persone. Vorrei andarmene da qui e non vedere più quella villa. Se volete vi porto acqua, un caffè, ma niente interviste».

Cronaca
Aggredisce e minaccia la madre: «Ora t’ammazzo», arrestato un 35enne
Intervento dei carabinieri, a seguito di un’accorata richiesta di aiuto di una donna maltrattata

La telefonata ai carabinieri è arrivata da una casalinga 63enne. Un’accorata richiesta di aiuto. Ancora una volta, la donna era stata picchiata dal figlio, che pretendeva denaro per l’acquisto di alcol, droga o giocare ai video poker. Immediato l’intervento dei militari: arrestato un 35enne per maltrattamenti contro familiari ed estorsione.
Appena arrivati nell’abitazione, i carabinieri hanno trovato la donna attorniata dai familiari, marito e tre figli, tra cui il 35enne. La donna, che sin dà subito è apparsa emotivamente provata, pur non volendo affidarsi alle cure dei sanitari, nonostante mostrasse i segni delle percosse, soprattutto sulle braccia e sul collo, ha comunque deciso di confidarsi con i militari, raccontando quanto appena accaduto.
Dalla ricostruzione dei fatti, è quindi emerso come il figlio avrebbe da lei preteso l’ennesima somma di denaro, questa volta di 30 euro, che sarebbe riuscito ad ottenere solo dopo averla aggredita. In quel frangente, provvidenziale sarebbe stato l’intervento del padre 70enne, che in difesa della moglie, sarebbe intervenuto bloccando l’uomo.
Il 35enne, a quel punto, soddisfatto, dopo essere uscito per alcune ore, sarebbe rincasato solo in serata, completamente ubriaco, dando il via ad un nuovo litigio. Dopo aver fatto cadere una bottiglia di birra sul pavimento, si sarebbe infatti nuovamente scagliato contro la povera madre, dandole la colpa dell’accaduto. La reazione dell’uomo sarebbe stata minacciosa: «Colpa tua se la birra mi è caduta a terra, ora t’ammazzo». E poi si sarebbe scagliato contro una porta, danneggiandola insieme ad altre suppellettili.
Effettivamente, anche alla presenza dei militari, il 35enne non si è calmato, proseguendo anzi con le minacce alla madre: «Appena torno (dal carcere) t’ammazzo».
La donna aveva già presentato una denuncia nei confronti del figlio per analoghi fatti. Motivo per cui, i carabinieri hanno stavolta arrestato il 35enne, trasferendolo nel carcere di piazza Lanza, a Catania.
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