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Cronaca

Dimessa dall’ospedale la donna soccorsa dopo la notte da sballo

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La donna appena arrivata al pronto soccorso dell’ospedale di Biancavilla (Foto Video Star)

Non è stata ancora presentata ai carabinieri una formale querela, necessaria per potere procedere eventualmente contro terzi che avessero abusato della 40enne catanese, approfittando della sua condizione di fragilità. 

 

di Vittorio Fiorenza

Ha lasciato l’ospedale di Biancavilla ed è tornata a casa, a Catania, accompagnata da alcuni suoi familiari. La donna 40enne che ha passato una notte di disavventura per le strade e i locali del centro etneo, in stato confusionale, non ha comunque presentato, al momento, alcuna denuncia ai carabinieri.

I militari hanno ricostruito in maniera sommaria quanto sarebbe accaduto alla sventurata, soccorsa mentre tentava di farsi investire dalle auto di passaggio. Rispetto a ieri emerge qualche dettaglio in più, ma i carabinieri attendono una formale querela di parte per potere procedere eventualmente nei confronti di terzi che possano avere abusato della donna, approfittando della sua condizione di fragilità.

La 40enne catanese si sarebbe recata a Biancavilla nel tentativo di riallacciare un rapporto con un uomo. Al rifiuto di quest’ultimo sarebbe andata prima in escandescenza, in un pub del centro storico, e poi ha assunto un fare provocatorio con balli improvvisati in abiti succinti.

Per tutta la notte ha vagato per Biancavilla e in tanti l’hanno vista salire e scendere da un’auto all’altra, fino al mattino seguente, quando è stata lasciata in via Fallica e poi soccorsa, dietro segnalazione di un poliziotto in borghese e l’intervento dei carabinieri, nel vicino viale Europa.

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I primi soccorsi prestati alla donna nel viale Europa (Foto Biancavilla Oggi)

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Cronaca

Fuochi d’artificio e rombi di motori per l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi

Funerali nella chiesa del “Santissimo Salvatore” per il giovane ucciso nelle campagne di Centuripe

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Fuochi d’artificio fuori dall’abitazione di Spartiviale, all’ingresso della chiesa del “Santissimo Salvatore” e al cimitero. Un corteo con moto e scooter lungo le strade del centro storico. Clacson e rombo di motori. Striscioni e palloncini. Applausi e lacrime.

Così è avvenuto l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi, il giovane biancavillese di 20 anni ucciso con un colpo di pistola, durante un inseguimento, nelle campagne di Centuripe.

I funerali li ha celebrati il parroco don Salvatore Verzì. All’interno della chiesa di viale Europa, silenzio e raccoglimento, attorno alla bara bianca.

«Bisogna alzare lo sguardo a Cristo – ha detto padre Verzì – perché guardando Cristo l’uomo, chiunque esso sia, può ritrovare la vera immagine di sé e così non fare del suo cuore un luogo di barbarie». Il sacerdote si è rivolto in modo particolare ai giovani presenti: «La vita è sacra, altrimenti è davvero la barbarie. Solo Cristo ha il potere di liberarci della morte qualsiasi forma essa assuma».

Per ragioni di prevenzione di ordine pubblico, a seguire e monitorare lo svolgimento, come accade in casi del genere, c’erano carabinieri in divisa e in borghese.

Indagini ancora in corso

Sul fronte delle indagini, nonostante sia stato sottoposto a fermo il 46enne Salvatore Santangelo per gravi indizi di colpevolezza, il lavoro dei militari non è ancora concluso. Proseguono approfondimenti e acquisizioni di informazioni. Il fascicolo dell’inchiesta è ora sul tavolo della Procura di Enna, competente per territorio.

Il movente è stato indicato in una serie di dissidi tra il presunto omicida e la vittima per questioni legate a terreni e pascoli di ovini. Al vaglio degli inquirenti, episodi che si riferiscono agli ultimi due anni. L’ultima discussione è degenerata in lite. Ne è nato un inseguimento nelle strade di campagna. Santangelo, con la sua jeep, si è ritrovato affiancato al furgoncino in cui viaggiava Andolfi, e ha cominciato a sparare. Almeno tre colpi di pistola. Uno ha centrato il giovane al torace, come accertato pure dall’esame autoptico.

Il conducente del furgone – anche lui allevatore – ha proseguito la corsa fino all’ospedale di Biancavilla, ma il 20enne era già spirato durante il tragitto. Ai carabinieri della compagnia di Paternò e della stazione di Biancavilla è bastato poco per rintracciare Santangelo, che non era ancora rientrato a casa e che subito ha assunto un atteggiamento collaborativo.

Assistito dall’avv. Giuseppe Milazzo, si attende per lui una nuova convalida del fermo da parte del gip del Tribunale di Enna, dopo quello disposto in un primo momento a Catania. Resta chiuso in una cella del carcere catanese di piazza Lanza. Gli vengono contestati l’omicidio di Andolfi, il tentato omicidio del conducente del furgoncino e il porto illegale d’arma da fuoco.

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