Cronaca
Dimessa dall’ospedale la donna soccorsa dopo la notte da sballo




La donna appena arrivata al pronto soccorso dell’ospedale di Biancavilla (Foto Video Star)
Non è stata ancora presentata ai carabinieri una formale querela, necessaria per potere procedere eventualmente contro terzi che avessero abusato della 40enne catanese, approfittando della sua condizione di fragilità.
di Vittorio Fiorenza
Ha lasciato l’ospedale di Biancavilla ed è tornata a casa, a Catania, accompagnata da alcuni suoi familiari. La donna 40enne che ha passato una notte di disavventura per le strade e i locali del centro etneo, in stato confusionale, non ha comunque presentato, al momento, alcuna denuncia ai carabinieri.
I militari hanno ricostruito in maniera sommaria quanto sarebbe accaduto alla sventurata, soccorsa mentre tentava di farsi investire dalle auto di passaggio. Rispetto a ieri emerge qualche dettaglio in più, ma i carabinieri attendono una formale querela di parte per potere procedere eventualmente nei confronti di terzi che possano avere abusato della donna, approfittando della sua condizione di fragilità.
La 40enne catanese si sarebbe recata a Biancavilla nel tentativo di riallacciare un rapporto con un uomo. Al rifiuto di quest’ultimo sarebbe andata prima in escandescenza, in un pub del centro storico, e poi ha assunto un fare provocatorio con balli improvvisati in abiti succinti.
Per tutta la notte ha vagato per Biancavilla e in tanti l’hanno vista salire e scendere da un’auto all’altra, fino al mattino seguente, quando è stata lasciata in via Fallica e poi soccorsa, dietro segnalazione di un poliziotto in borghese e l’intervento dei carabinieri, nel vicino viale Europa.


I primi soccorsi prestati alla donna nel viale Europa (Foto Biancavilla Oggi)
© RIPRODUZIONE RISERVATA


Cronaca
Amianto, casalinga morta a 55 anni: chiesto risarcimento di 500mila euro
Causa contro il Comune ma è difficile provare responsabilità, il sindaco: «Ci sono gli indennizzi»


Non era mai accaduto da quando Biancavilla sa di convivere con la minaccia del minerale-killer: la fluoroedenite di monte Calvario, simile all’amianto, fonte di un inquinamento naturale che ha determinato decine di morti per tumore alla pleura. Ma adesso, al palazzo comunale, una famiglia che ha perso una persona cara a causa del mesotelioma chiede ora un risarcimento di 500mila euro.
Sono passati 26 anni dall’evidenza dei dati epidemiologici e 21 dalla scoperta e identificazione della fibra, riconosciuta a livello internazionale come “nuovo minerale” con proprietà altamente cancerogene. In tutti questi anni, nessuno aveva tentato una causa al Comune. Eppure, di morti per questa neoplasia che non lascia scampo, Biancavilla ne conta dal 1988 ad oggi circa 70, anche se la stima è che quelli reali siano almeno il doppio.
La causa civile al Tribunale di Catania
Tra questi, una donna di 55 anni, casalinga, deceduta nel 2012. Sono stati il marito e due figli ad avviare il procedimento alla sezione civile del Tribunale di Catania, adducendo una responsabilità con culpa in omittendo. Si punta il dito sul Comune per presunte omissioni nell’obbligo di tutelare la salute pubblica, soprattutto dopo che cause ed effetti dell’incidenza eccessiva di mesotelioma a Biancavilla sono stati ampiamente documentati dalla letteratura scientifica.
Una causa legittima, ma dal verdetto non così scontato per la famiglia biancavillese. La mobilitazione istituzionale, a partire dal 1997, per affrontare la problematica, non è mai mancata. Tenendo conto, poi, del lunghissimo periodo di incubazione tipico di questa patologia tumorale, i decessi finora avvenuti sono da considerare conseguenze di un’esposizione al rischio cominciata ben prima della fine degli anni ’90, quando il paese ha preso coscienza dell’esistenza del minerale-killer. Ad ogni modo, l’esito della causa civile dovrebbe arrivare il prossimo ottobre.
Aperta la strada dell’indennizzo una tantum
Se la strada dei risarcimenti si presume dallo sbocco incerto, quella da percorrere per vittime e famigliari delle vittime riguarda gli indennizzi. Fino a pochi anni fa anche questa possibilità – riservata solo a lavoratori esposti al rischio amianto – era impensabile da applicare alla realtà di Biancavilla. Ma interventi parlamentari e ministeriali hanno riconosciuto l’unicità del caso Biancavilla. Un cambio di rotta possibile anche dopo che la fluoroedenite è stata riconosciuta cancerogena dall’International Agency for Research on Cancer, riunita a Lione con 21 esperti di 10 paesi europei.
«Si sta lavorando – conferma a Biancavilla Oggi il sindaco Antonio Bonanno – agli indennizzi ai familiari delle vittime dell’esposizione ambientale. Vittime che per la prima volta vengono equiparate a coloro che si sono ammalati per esposizione lavorativa». Per queste ragioni, «ci stiamo interfacciando con l’Animil», l’Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro.
«È stato possibile – sottolinea il primo cittadino – aumentare i fondi nell’ultima finanziaria. Nel decreto Milleproroghe sono state facilitate, inoltre, le procedure per ottenere un indennizzo una tantum, quantificato in 15mila euro, la cui erogazione compete all’Inail».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
-
Cronaca2 mesi fa
Lite furibonda a Biancavilla tra quattro donne: intervengono i carabinieri
-
Cronaca2 mesi fa
Luca Arena, sei anno dopo: «Felice delle mie scelte, sono un’anima libera»
-
Storie3 mesi fa
Un cane trova riparo e dorme dentro il presepe: è l’immagine della tenerezza
-
Storie3 mesi fa
Addio ad Alberto Furno, leone del body building: fu campione mondiale over 60