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La scuola “Sturzo” boccia Renzi: «Preside-manager e clientelismo»

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L’INTERVENTO. Assemblea sindacale del personale dell’istituto biancavillese sul ddl “La buona scuola” del governo. Ne esce un quadro sconfortante. Ecco il documento approvato per denunciare tutte le criticità.

 

Il personale della scuola riunitosi in assemblea sindacale, dopo un’attenta analisi del Documento, esprime forte e incisiva contrarietà rispetto al Disegno di Legge n. 2994 “La buona scuola” che in questi giorni è in discussione in Parlamento.

Questo DDL si occupa non a caso di ogni aspetto della vita scolastica per sostituirlo con norme arbitrarie e incostituzionali. Le scuole italiane si trasformeranno in vere e proprie aziende dove un preside/manager/padrone avrà ogni potere, compreso quello di scegliere la “propria squadra”, assumendo o licenziando i docenti ogni tre anni a sua completa discrezionalità.

Tutti i lavoratori, docenti e ATA, saranno schedati su un portale che ne riporterà l’identità digitale, cosa che non offrirà alle famiglie/clienti elementi di giudizio ragionato sulla professionalità di quei lavoratori, ma alimenterà unicamente la concezione commerciale della scuola a scapito della funzione educativa.

Nonostante le tanto proclamate assunzioni, quella che si vuole realizzare è invece la precarizzazione di tutto il personale docente, compreso quello di ruolo da anni che in caso di mobilità verrà inserito in albi territoriali da cui i presidi, ogni tre anni, potranno reclutare secondo il loro libero arbitrio e senza obbligo di rinnovo.

Un sistema feudale che con tutta probabilità innescherà rapporti clientelari e legalizzerà l’abuso d’ufficio.

Inoltre si tenta di vincolare una valutazione-farsa a un piccolo aumento stipendiale per pochissimi, aumento che non è minimamente paragonabile a quanto ogni lavoratore ha perso a causa del mancato rinnovo del contratto in questi anni di blocco.

Questa valutazione dall’alto, da parte del preside-padrone, produrrà soltanto la mortificazione della dignità del personale docente, il suo impoverimento e la sua ricattabilità.

La dichiarazione di impossibilità da parte dello Stato di garantire i finanziamenti alla scuola pubblica e la definizione di forme di collaborazione con enti privati appare gravemente in contrasto con il mandato istituzionale che la Costituzione assegna alla scuola della Repubblica.

L’ingresso di fondazioni, di imprese, di associazioni nel finanziamento della scuola condizionerà l’insegnamento ad interessi privati e finalità didattiche non libere.

Riteniamo gravissimi e l’attacco alla libertà di insegnamento (ART.33 della Costituzione Italiana) e la svalutazione del diritto allo studio dei nostri studenti introdotti nel mondo del lavoro con contratti di apprendistato a partire dai 15 anni.

Mentre continua l’emorragia di soldi pubblici stanziati per finanziare le scuole paritarie private, con questo disegno di legge si tenta anche di riformare gli organi collegiali delle scuole statali alterandone la fondamentale partecipazione democratica.

Per tutte queste ragioni rivendichiamo l’assunzione senza ricatto di tutto il personale docente e ATA che lavora da più di 36 mesi a tempo determinato e chiediamo l’immediato ritiro del disegno di legge “La Buona Scuola”.

Come lavoratori e come educatori riteniamo necessario informare la società civile su quanto è in discussione nelle aule parlamentari.

Pertanto si propone di:

  • Diffondere a tutti i livelli, attraverso gli organi di stampa e di informazione, i siti internet e i social network, la grave preoccupazione dei docenti per l’iniziativa di legge del Governo;
  • Invitare il Governo e il Parlamento a tenere conto delle innumerevoli proposte di miglioramento del sistema dell’istruzione e della formazione, formulate nel corso degli ultimi anni dai docenti.

Altresì i lavoratori della nostra scuola decidono di:

  • Aderire unitariamente allo sciopero del 5 Maggio 2015;
  • Rinviare ad altra data le visite di istruzione previste nella giornata dello sciopero per non penalizzare gli alunni e le loro famiglie;
  • Creare dei momenti di scambio e confronto con le famiglie per comunicare loro le ripercussioni del Ddl sulla scuola pubblica e sulla formazione degli allievi;
  • Non consegnare il pagellino durante l’incontro scuola-famiglia già programmato, ma effettuare ugualmente con le famiglie il colloquio sull’andamento didattico-disciplinare;
  • Aderire a tutte le iniziative di lotta utili a prendere coscienza della gravità del momento che sta vivendo la scuola pubblica.

Il presente documento viene affisso all’albo e pubblicato sul sito della scuola, e diffuso attraverso i Social Network e Organi di stampa.

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L'Intervento

«Nel ricordo di Borsellino, l’impegno è combattere la mentalità mafiosa»

Ci scrive l’assessore Vincenzo Randazzo: una riflessione su via D’Amelio che riguarda Biancavilla

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Gentile direttore di Biancavilla Oggi,

oggi si ricorda la tragica morte del giudice Paolo Borsellino e di cinque agenti della sua scorta, tra i quali una donna. L’amministrazione comunale ha organizzato una fiaccolata che da Villa delle Favare giungerà a Piazza Falcone e Borsellino. A questa iniziativa partecipano, oltre alle diverse associazioni di volontariato, anche i ragazzi e i giovani dei diversi Grest. Una manifestazione importante per condividere il ricordo di uno degli eventi più tragici della storia italiana e caratterizzata dalla seria e concreta lotta contro il sistema mafioso, ma soprattutto contro la sua mentalità.

Ecco il punto: il messaggio di Paolo Borsellino e il suo volontario sacrificio hanno dell’attualità ancora un valore? Le nuove generazioni li recepiscono? Qualche dubbio mi sorge se guardo ai modelli sociali e culturali prevalenti: individualismo esasperato, esagerata messa in mostra di atteggiamenti malandrineschi, menefreghismo, esibizione del proprio desiderio di dominio, farsi ragione con la violenza… Appunto, mentalità mafiosa, che non poche volte determina risse.

Tutto questo rende vano quanto Paolo Borsellino ha cercato di insegnare e la cosa che amareggia di più è considerare un fesso il giudice palermitano. E come lui, fessi Falcone, Chinnici, Impastato, Don Puglisi, Livatino, Fava… E tanti che nel combattere la mafia sono caduti. Perdoni, direttore, il mio sfogo, ma tanto tanto tanto è il lavoro che va fatto. Come Amministrazione, certamente. Ma anche come famiglie, come istituzioni in senso lato, come scuola, come gruppi di volontariato… l’obiettivo è contrastare la mentalità mafiosa.

VINCENZO RANDAZZO, Assessore comunale

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Giardina: «Distefano eviti certe sparate e mediti sulla sconfitta disonorevole del Pd»

Prosegue la querelle: dopo l’intervento del presidente del Pd, ospitiamo l’esponente di maggioranza

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© Foto Biancavilla Oggi

Egregio direttore,

anche io chiedo ospitalità – cosa che non ho mai fatto – su Biancavilla Oggi perché costretto a rispondere all’ex collega Alfio Distefano, che stimo e apprezzo come persona, oltre all’immenso rispetto del suo ruolo politico e della sua appartenenza ad un partito lontanissimo dalle mie idee.

Ultimamente, però, forse a causa della durissima sconfitta elettorale, Distefano ha delle uscite pubbliche discutibili, sparate senza essersi prima minimamente documentato. Anche io ho conosciuto l’amarezza della sconfitta per una manciata di voti ma non ho mai avuto reazioni simili. Forse Distefano prova rancore nei confronti dei cittadini, che hanno sonoramente messo ai margini la sua parte politica, in termini di consensi. Il suo obiettivo sembra essere quello di creare panico nei cittadini o esortarli ad un certo disordine sociale. Si veda la sua sparata sul “salasso” della bollettazione Tari 2023. In realtà, non si è accorto che quest’anno la bollettazione è unica mentre l’anno scorso era divisa in acconto e saldo. Tutto questo non fa altro che ridicolizzare il ruolo politico dello stesso Distefano.

L’intervento di Distefano è di pura propaganda elettorale, ad elezioni ormai concluse, camuffato da “diritto di replica” alla cronaca fatta da Biancavilla Oggi. L’ex collega mi accusa di essere un ingordo di poltrone. La mia nomina ad assessore è del 9 giugno 2022. Ero sì consigliere e presidente della 3a commissione consiliare permanente. Ma da come si può leggere nel verbale di convocazione del 7 settembre 2022 non vi era alcun componente di minoranza in commissione. Il ruolo di presidente mi era stato richiesto dai componenti stessi. Quando le commissioni, su richiesta di tutti i consiglieri, sono state rimodulate, alla prima seduta, convocata dal Presidente del Consiglio l’11 ottobre 2022, Distefano è stato subito nominato presidente, in quanto unico componente di minoranza. Quindi la sua richiesta di dimissioni ottemperata da me dopo 10 mesi è una balla bella e buona, proprio da esposto alla Procura.

Vengo poi definito “recordman di poltrone”. Faccio notare, invece, che il 30 dicembre 2022 ho avuto dal sindaco la delega di vice sindaco e, dopo qualche settimana, così come riportato anche su Biancavilla Oggi, ho lasciato la carica di consigliere comunale. Tutto questo per fare notare che le argomentazioni dell’ex consigliere del Pd sono prive di fondamento.

Per quanto riguarda l’assenza fisica e politica del Partito Democratico in Consiglio Comunale, parlano gli atti degli ultimi 5 anni. Da quando Distefano è “salito” in Aula, grazie alle dimissioni di Carmelo Mignemi per incompatibilità con il fratello Vincenzo nominato assessore, ha continuato sulla stessa falsariga. Assente nell’approvazione dei bilanci e degli atti importanti per la città e soprattutto privo di contenuti. Mai un emendamento al Bilancio o al piano triennale delle opere pubbliche. Mai un atto concreto ma solo proposte pretestuose e strampalate. Per esempio, quella di scavare un nuovo pozzo d’acqua per rispettare dei requisiti che dovevano esistere nel 2015.

Al presidente del Pd, Alfio Distefano, ricordo che una delle regole elementari non scritte della Politica è che di fronte ad una sconfitta elettorale, il massimo esponente di un partito rassegni sempre le dimissioni. Di fronte ad una sconfitta disonorevole come quella che la Sinistra ha rimediato a Biancavilla (un autentico cataclisma senza precedenti), oltre alle dimissioni, non dico che bisognerebbe darsi alla fuga, ma almeno rimanere qualche mese in silenzio. Un periodo necessario per comprendere gli errori della batosta inflitta dai biancavillesi e rendersi consapevoli che i cittadini hanno deciso fortemente, democraticamente e liberamente di affidare la città al Centrodestra. Con stima,

VINCENZO GIARDINA

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