Politica
Ospedale, il cantiere tormentato. E il Pd chiede chiarimenti all’Asp

di Vittorio Fiorenza
Il Circolo comunale del Partito Democratico di Biancavilla ha chiesto un incontro con il direttore generale dell’Asp di Catania, Ida Grossi, «in relazione ai lavori che interessano il nuovo plesso dell’ospedale cittadino». In una formale lettera firmata dal segretario del Pd, Giuseppe Milazzo, si è fatto presente che il partito «è particolarmente interessato allo sviluppo di questa infrastruttura che, nel quadro del Piano Ospedaliero Regionale, si appalesa essere strategica per l’intero comprensorio».
Milazzo ha sottolineato, infine, che «si ravvisa l’urgenza di poter conoscere lo stato dell’arte dei lavori e delle procedure che interessano il nosocomio biancavillese».

Il segretario Pd, Giuseppe Milazzo
Si tratta di un iter tormentato, quello per il completamento del nuovo plesso che si trova a monte dell’attuale edificio di via Cristoforo Colombo.
Un iter che formalmente è ripreso a gennaio, dopo la firma di consegna dei lavori firmata in cantiere lo scorso 20 novembre da tutti i soggetti coinvolti, dall’Asp di Catania alla Lotos srl, impresa subentrante nell’appalto per effetto della cessione di un ramo d’azienda della Ati Group del Gruppo Aiello di Bagheria.
Secondo quanto previsto nel cronoprogramma stabilito in quella occasione, il 20 aprile doveva essere la prima tappa di ultimazione dei lavori, in attesa di una seconda prevista il prossimo mese di giugno. In realtà non si hanno notizie in tal senso. Da qui, la richiesta del segretario cittadino del Partito democratico di un incontro alla direzione dell’Asp per avere aggiornamenti sullo stato dei lavori. Certo è che gli ultimissimi intoppi, che hanno rallentato gli interventi, si legano alle perizie in corso per il megafurto di impianti informatici, quantificato in 400mila euro, subìto dal cantiere a novembre, proprio a ridosso della firma di ripresa delle opere.
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Politica
Il taglio dei pini dà ossigeno alla politica: attacchi da destra a sinistra
Marco Cantarella e Alfio Distefano contro le modalità dei lavori in piazza Falcone-Borsellino

Il taglio degli alberi di pino di piazza Falcone-Borsellino, a Biancavilla, dà ossigeno alla politica locale. Prese di posizione e interventi polemici contro l’amministrazione comunale arrivano da destra e sinistra.
Non passano inosservati i toni usati da Marco Cantarella, già assessore ed attuale consigliere comunale di maggioranza. Prendendo spunto dal video pubblicato da Biancavilla Oggi, Cantarella non usa mezzi termini.
In un post su Facebook scrive: «Una riqualificazione che distrugge l’identità di una piazza… anziché avviare delle opere di valorizzazione e conservazione del bello, dell’unico polmone verde di un quartiere, si pensa bene di abbattere e uccidere decine di pini adulti… Un intervento vergognoso, uno sfregio inutile e costoso che andrà a vantaggio solo di qualche fortunato vivaista. Mi dissocio da questi tipi di interventi, che appartengono ad un modus operandi post guerra».
Dal fronte opposto, interviene pure Alfio Distefano del Partito democratico. «Il Consiglio Comunale – ricorda – aveva approvato all’unanimità una mia mozione per piantare 100 nuovi alberi in città, rimpiazzando le aiuole esistenti. Decisione ignorata, ancora una volta, da un’amministrazione che procede indisturbata, calpestando il ruolo del Consiglio Comunale e il bene della città».
«Dicono che verranno piantati nuovi alberi, ma – sottolinea Distefano, riferendosi al taglio dei pini – nel frattempo si taglia un pezzo di storia e si impoverisce il nostro verde pubblico. Ancora una volta, la destra cittadina si dimostra tutto tranne che una soluzione per l’ambiente e la qualità della vita. Chi ne paga le conseguenze? Sempre e solo i cittadini».
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Politica
Battiato aderisce all’Mpa: «Delusione e amarezza, scelta che non gli fa onore»
Dura reazione del gruppo “Biancavilla in azione” nel quale il consigliere comunale era stato eletto

«La scelta del consigliere Battiato, per i suoi modi sbrigativi e irrispettosi, provoca delusione e amarezza a quanti – noi per primi – hanno lavorato per raggiungere obiettivi importanti. Nessuno di noi ha compreso le ragioni di questa decisione e, a dirla tutta, ci pare che Francesco Battiato non abbia scritto una pagina politica che gli fa onore».
Parole dure, quelle scritte in una nota dal gruppo “Biancavilla in azione“, nella cui lista era stato eletto Francesco Battiato. Lo stesso che, in aula, ha formalizzato la sua adesione al Movimento per l’Autonomia con tanto di “benvenuto” di Giuseppe Lombardo.
«Un annuncio a sorpresa che ci amareggia non poco. Il consigliere Battiato, infatti, non ha avuto la correttezza di informare preventivamente il gruppo politico che lo ha candidato e grazie al quale è stato eletto. In sostanza, siamo stati messi davanti al fatto compiuto». Lo sottolineano Placido Santanocita e Antonio Greco, primi firmatari della lista “Biancavilla in azione”, che in Consiglio rimane rappresentata da Salvo Pulvirenti.
Critiche anche al presidente del Consiglio
«Battiato – prosegue la nota – ha giustificato la propria scelta, affermando che la stessa è dettata da motivi politici e di condivisione di valori appartenenti al gruppo cui ha aderito. Tale motivazione si presta a molteplici interpretazioni, la più importante delle quali è che il gruppo “Biancavilla in azione” è ispirato a una idea di politica che mette al centro il valore del bene comune. Valore che, evidentemente, egli non condivide. Gli auguriamo buon lavoro, non prima di avergli ricordato che il tempo è galantuomo».
Il gruppo critica anche l’atteggiamento assunto dalla guida dell’assemblea cittadina, esponente autonomista: Esprimiamo, infine, stupore e amarezza per le parole di benvenuto nel proprio gruppo Mpa pronunciate dal Presidente del Consiglio Comunale, Luigi D’Asero. Dichiarazione incompatibile con il ruolo “super partes” che è chiamato a rappresentare una figura istituzionale come il Presidente dell’assise cittadina».

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Lava, neve, cielo stellato: l’Etna visto da Biancavilla dall’astrofotografo Tumino
Nicolino UnAmico Incomune
3 Maggio 2015 at 13:54
Milazzo chi? Quello che per consulenze al Gal Etna, di cui è presidente il sindaco di Biancavilla, del partito di Milazzo, prende 24.000€ ??? AhAh AHahahahahh ahhahahhah ahhahahahahhahahahha …………
http://www.galetna.it/wp-content/uploads/2013/10/gal_etna_elenco_incarichi_esterni.pdf
keep kalm
7 Maggio 2015 at 11:20
Caro Nicolino nessun amico comune, rispondere con attacchi personali ad un’osservazione politica da idea della serenità del tuo stato d’animo e della confusione mentale che ti pervade il neurone.
Cmq rispondo al tuo quesito chiarendo due punti: 1) l’avvocato Milazzo è un professionista che svolge un’attività per il quale è giusto che venga retribuito a prescindere dal fatto che abbia o meno incarichi politici di natura elettiva e non nominativa; 2) sarebbe stato carino e corretto se nella tua replica avessi chiarito che la cifra percepita è per un lavoro svolto in 2 anni di attività e che la cifra è al lordo di tasse e quant’altro.
Il fatto che tu possa rispondere ad un commento politico con attacchi personali e strumentali, potrebbe indurmi a pensare che tale acredine sia quella che contraddistingue chi ha paura dell’avversario. Tipico di chi dovendo incontrare Tyson lo sfidi a dama anziché a boxe.
Preciso che niente ho da condividere con l’avvocato Milazzo che non ho mai avuto il piacere di conoscere se non per aver scambiato qualche parola telefonicamentee per motivi professionali.
Con affetto
Alfio Ingiulla
7 Maggio 2015 at 12:52
Scusate se mi intrometto nella vostra discussione. Il punto non è che l’avv. Milazzo prenda 24mila euro (in uno o due anni che cambia?) per un incarico professionale. Chi svolge un lavoro, va pagato. Su questo non ci piove. La vera questione è: perché quell’incarico è stato dato proprio all’avv. Milazzo?. Certo: è bravo, competente, laureato e tutte le qualità di questo mondo e dell’intera galassia. Non può sfuggire, però, che il presidente del Gal Etna è il sindaco Glorioso e che quell’incarico a Milazzo sia stato conferito qualche mese dopo che Milazzo è stato “dimesso” da assessore della giunta… (ma va?) Glorioso. Un cortocircuito. Tanto basta per fare una riflessione senza ipocrisia sull’uso degli incarichi pubblici, dei soldi pubblici e degli enti pubblici… Se poi tutto questo è normale…
Nicolino UnAmico Incomune
13 Maggio 2015 at 0:07
Keep Kalm, attacchi personali? E da quanto un dato di fatto è un attacco personale? Ho linkato il sito da dove si evince quanto prende il suo avvocato Milazzo per un incarico in un ente presieduto dal suo tesserato Glorioso, oltre che sindaco in quota pd di cui il suo avv. Milazzo è il segretario comunale. Perchè tutta questa salsa di retorica demagogica politichese? Prende o no quesi soldi? Perchè è stato scelto lui e non un altro avvocato tra le decine che ci sono nel comprensorio del Gal ? Certo che è giusto che venga retribuito: cosa ha fatto? Il Gal ha avuto bisogno o ha ancora bisogno di legali? Per fare che, cosa? Potrei saperlo visto che le mie tasse mantengono queste clientele nominate? O professionisti della nomina? Serenissimo sono io, anche il mio neurone, tu ed il tuo avvocato siete solo polvere sugli stivali della Storia, o se preferisci, un professionista che guadagna anche grazie alle nomine del partito/mammella. Tyson e dama: a me sembra demenza/ scimunitaggine/cosadipaglia/carbonebagnato contro ovvietà/datidifatto/Verità.
p.s.: non faccio come lei il portavoce del suo avvocato, ne ho il caf della sua cgil, io leggo il link ufficiale. #icontinettielordofatevelivoi. #isoldicheicittadinipaganosonoquellidellink. Perchè oltre lo stipendio netto, gli paghiamo le tasse. Riscab qualche parola per motivi professionali e ti auguro il piacere di conoscerlo personalmente.
keep kalm
1 Maggio 2015 at 11:15
Finalmente un segretario di partito politico che si interessa dei problemi reali senza demagogia.
Complimenti e che lo facessero anche gli altri che invece si occupano di beghe personali facendo clientelismo ritenendosi in eterna campagna elettorale.
Bravo al segretario Milazzo che così facendo porta il PD fuori dall’immobilismo a cui altri segretari l’avevano relegato.