Politica
A casa con la fascia del sindaco: quei selfie “vanitosi” dell’assessore


Aveva con sé la fascia tricolore (datale dal sindaco per indossarla in un’occasione ufficiale in Prefettura) e non ha resistito alla tentazione di metterla a tracolla, sistemandosi in posa mentre era in casa, facendosi fotografare per poi pubblicare gli scatti sul proprio profilo Facebook.
Peccato che, come ricorda una circolare del ministero dell’Interno, la fascia non sia «un semplice ornamento, ma un simbolo che va utilizzato con consapevolezza e decoro».
La “leggerezza” dell’assessore al Bilancio, Giusi Mursia (è lei la protagonista delle immagini “incriminate”) ha suscitato reazioni indignate.
«Vergogna, a Biancavilla è accaduto davvero, non è una barzelletta. La fascia tricolore ridicolizzata e umiliata dall’incompetenza e incoscienza di chi oggi si ritrova ad amministrare un paese con grandi difficoltà, un paese che certamente non necessita di “geni virtuali” o dal “selfie facile”».
Sono le parole di Antonio Bonanno, esponente del Centrodestra, che interviene sul gesto dell’assessore, facendo presente che questo potrebbe configurare anche un illecito disciplinare, oltre a violare elementari principi di buon senso e galateo istituzionale.
«Non è mia intenzione inveire o criticare –sottolinea Bonanno– chi indossa la fascia tricolore come un accessorio qualunque da esibire su Facebook e per lo più in una abitazione privata, sminuendo così il valore istituzionale che è proprio del simbolo. Non posso però tacere al cospetto delle foto pubblicate dall’assessore, le quali infangano la dignità ed il decoro della carica pubblica che ha l’onore e l’onère di ricoprire».
Insomma, non poteva passare inosservato un simile “incidente istituzionale” con la fascia tricolore, che da distintivo laicamente “sacro”, rappresentativo dell’unità e dell’indivisibilità nazionale, viene usato come una banale fascia di un concorso di bellezza.
«Vi sono decine di modi –spiega ancora l’ex candidato a sindaco– per esercitare la propria vanità, ma fare scempio di un simbolo istituzionale non è annoverabile fra essi. Quanto accaduto, oltre a simboleggiare drammaticamente l’incompetenza di una giunta inconsapevole delle proprie responsabilità, certifica la sua palese inadeguatezza a ricoprire tale carica. Di tutto ha bisogno Biancavilla fuorché essere amministrata da assessori che potrebbero arrecarle danni sostanziali e d’immagine. Se proprio l’assessore trova così irresistibile esibire sui social network le sue gesta istituzionali –conclude Bonanno– rassegni le dimissioni e pubblichi le foto su Facebook, quelle si che sarebbero ben accette».
Avuto sentore delle polemiche, l’assessore Giusi Mursia ha poi rimosso dal proprio profilo le tre foto. Contattata più volte da Biancavilla Oggi per consentirle una replica, non abbiamo ricevuto risposta. Sollecitato il sindaco Giuseppe Glorioso, la sua dichiarazione è stata lapidaria: «Così come ho sempre fatto, continuo a non rispondere ad Antonio Bonanno».
AGGIORNAMENTO
Dopo giorni di silenzio, l’assessore interviene sulla polemica attraverso un lunga lettera: eccola qui.
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Politica
Biancavilla 2023, quei ragazzi di destra che hanno ribaltato la storia politica
Tre generazioni, uno scatto fotografico: dal Fronte della gioventù ad Azione Giovani fino ad Atreju


C’è uno scatto fotografico – in questa competizione elettorale di Biancavilla finita con il trionfo di Antonio Bonanno – che più di ogni altro racconta la svolta epocale dell’80%. È quello che vede, sul palco di piazza Roma, durante l’ultimo comizio, Vincenzo Giardina e Vincenzo Randazzo con al centro Bonanno. È uno scatto, fatto casualmente tra decine di tanti altri. Ma ha la capacità di riassumere una storia che parte da lontano. Lì ci sono tre generazioni di militanti della destra biancavillese, formatasi e cresciuta in quel luogo politico che era la “sezione”.
Tre generazioni che hanno mosso i primi passi nelle organizzazioni giovanili, dal Fronte della gioventù ad Azione Giovani, dalla Giovane Italia ad Atreju (stessa realtà in cui si è formata Giorgia Meloni). Un’evoluzione che dal Movimento Sociale Italiano, passando per Alleanza Nazionale e il Popolo delle libertà, arriva a Fratelli d’Italia. Dalla “fiamma” di Giorgio Almirante alla fiaccolata per Paolo Borsellino. Da forza emarginata a guida del governo, dell’Italia e di Biancavilla.
Il tabù storico era stato frantumato già nel 2003 da Mario Cantarella: primo sindaco di destra nella Biancavilla repubblicana (con Andrea Ingiulla tra gli assessori!). Ma è Antonio Bonanno a portare il partito su vette inesplorate: primo sindaco di destra a conquistare il doppio mandato e (in assoluto) ad avere ottenuto 8 preferenze ogni 10, con una coalizione che per la prima volta vede i centristi trainati perché usciti malconci dalle urne.
In questa percentuale è inclusa una sostanziosa dose di demeriti, inadeguatezze, incapacità, assenze degli avversari. Così, di converso, è la sinistra biancavillese che sprofonda nel più basso dei risultati di consenso e di rappresentanza dall’epoca risorgimentale ad oggi. Un cataclisma da far tremare il cuore della storia. Sarebbe una banalità cosmica attribuire la responsabilità ad Ingiulla o alle “otto liste contro una“: ne parleremo in un articolo a parte.
Torniamo, quindi, alla foto con Randazzo e Giardina assieme al sindaco. Abbiamo conosciuto il primo nell’era dell’amministrazione Manna (dal 1994 al 2003). Lui era il maggiore oppositore: sapeva leggere le carte, le studiava, attaccava in Consiglio con argomentazioni accurate e citazioni auliche. Esponente di An, ma la scuola era quella del Msi. Lo ascoltavano tutti con attenzione dai banchi dell’allora maggioranza. Rappresentava la destra, praticamente in solitaria. Mai avrebbe potuto pensare allora – stagione in cui Manna era dipinto sui manifesti come “l’imperatore di Biancavilla” per il suo strapotere – che venticinque anni dopo sarebbe diventato assessore con una destra che ha ribaltato e riscritto la storia politica di questa città, ormai ampiamente “ex” roccaforte rossa.
A Giardina, invece, lo ricordiamo, sempre nell’era Manna e degli inossidabili diessini (i Democratici di sinistra), militante sbarbatello di Azione Giovani. Era stato portato nella sezione di via Vittorio Emanuele (tappezzata con manifesti ruggenti e le foto di Almirante a Biancavilla) da Placido Sangiorgio, quando presidente dell’organizzazione era Enrico Indelicato. Tra gli altri militanti, Sergio Atanasio, Gianmarco Rapisarda, Nino Lavenia, Rino Mauceri, Francesco Cantarella (per citarne alcuni). Un gruppo affiatato che si divertiva a fare opposizione con il classico volantino e pure con un giornalino, “Zoom, Obiettivo Biancavilla”, distribuito in 400 copie.
Non c’era ancora Antonio Bonanno. Troppo piccolo: frequentava le elementari. Ma dell’organizzazione giovanile della destra, l’attuale sindaco vanterà poi una scalata che, da Biancavilla, lo porterà a capo del coordinamento provinciale di Catania, proprio su nomina di Giorgia Meloni. Attorno a lui, un gruppo rimasto sempre legato, nelle vittorie e nelle sconfitte: Dino Caporlingua, Salvo Pulvirenti e Mauro Mursia, Angelo D’Urso e Alberto Papotto, Antonio Fiorello e Salvo Bonaccorsi… Gli stessi di sempre: un’autentica comunità politica.
Una comunità consapevole delle proprie radici, ma non assimilabile a cliché ideologici ed inutili nostalgismi: mai uno scivolone, tale da animare lo spettro del pericolo “fascista” a Biancavilla. Piuttosto, quella rappresentazione generazionale in foto ha dimostrato senso delle istituzioni e piena maturazione.
Non è casuale, forse, se alla fine del comizio, scesi dal palco, quei tre “ragazzi di destra”, diventati classe dirigente e di governo, siano stati riconosciuti dal loro mentore comune come gli eredi di quella storia che parte da lontano. «Adesso posso ritirarmi, sicuro di lasciare il testimone in buone mani», ha detto in sostanza Mario Cantarella. Parole che racchiudono l’essenza di una comunità politica.


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Cittadino indignato
12 Marzo 2015 at 19:48
E’ curioso come fuori dal palazzo comunale e fuori da Biancavilla tutti ritengono che il comportoamento dell’assessore è da censurare e contestare. Gli unici che non l’hanno capito sono l’assessore, il sindaco e la maggioranza. Vivono in un mondo a parte, vivono in un mondo parallelo. Sono ibernati, vedono un mondo che esiste solo in quelle tristi stanze del municipio. Uscite e atterrate nel mondo reale così vi renderete conto delle c…e che combinate. Se non lo volete ammettere pubblicamente perché vi vergognate, almeno ammettetelo a voi stessi. VERGOGNA
Giuliana
11 Marzo 2015 at 9:26
Le foto manifestano l’orgoglio e la gioia di aver accettato l’incarico e di voler condividere questo stato d’animo con la famiglia e gli amici!
Interessiamoci dei problemi esistenti!
Giuliana
Vincenzo
10 Marzo 2015 at 17:44
Scusate,a parte il gesto ingenuo, vorrei più che altro chiedere all’assessore informazioni sul bilancio del comune. Mi scandalizzerei di più se non avessi risposte degne.
Antonio Proietto
10 Marzo 2015 at 12:24
In questa vicenda c’è un aspetto molto più grave del fatto in sé: è il silenzio del sindaco. Non fa una bella figura. Spero che la prefettura intervenga con un richiamo ufficiale. Siamo sicuri che d’ora in poi i nostri amministratori finiranno di giocare con i simboli delle istituzioni.
giuffrida
10 Marzo 2015 at 12:19
ce di peggio delle commissioni in questo quinquennio
Anonimo
10 Marzo 2015 at 10:08
Tante critiche per nulla. Tante parole sprecate per una foto mentre per le commissioni bluff …….. Per me la VERGOGNA e le persone che INFANGANO LA DIGNITA’ DELLA CARICA PUBBLICA …. sono altre.
Scusami ma non sono d’accordo con @Giovanni perché le commissioni bluff sono stati negli anni 2003-2008 (amministrazione CENTRODESTRA).
Sono amareggiato perchè fa notizia una semplice foto mentre le truffe no.
Di seguito il link:
http://www.biancavillaoggi.it/2014/01/23/commissioni-bluff-tutto-da-rifare-e-cosi-la-prescrizione-si-avvicina/
Dino P.
10 Marzo 2015 at 12:28
Veramente sulle commissioni bluff La Sicilia pubblicato centinaia di articoli. Certo che le commissioni bluff hanno fatto notizia. Dove sei stato negli ultimi anni? Non capisco perché bisogna fare questi confronti.
Giovanni
9 Marzo 2015 at 20:43
E’ indicativo che le proteste vengano da fuori il palazzo. Dentro ci sta Nessuno. Ancor piu’ indicativo e’ l’idea che il Nulla ha della democrazia e dei simboli istituzionali. Il Nulla deve parlare e con gli elettori di Bonanno e con tutta la cittadinanza e spiegare a tutti perche’ Nessuna utilizza la fascia tricolore per selfie vanitosi in privato e non in occasioni ufficiali. Vabbe’…. a volte dimentico che abbiamo a che fare col Nulla: l’ amministrazione Glorioso. La peggiore di sempre del nostro comune e presidente del peggior Gal (Gal Etna) di tutti i Gal. Il perfetto poltronificio e clientificio.
Fascia e Gal Etna : uso privato di istituzioni e simboli pubbliche.
Donnie
9 Marzo 2015 at 20:33
È una scena indecorosa! Quella signora manca di rispetto alla bandiera, dovrebbe dimettersi all’istante. Vergogna! Vergogna! Vergogna!
Ma cosa le sembrava, di trovarsi a miss Italia?