Storie
Bimbo di 5 anni trapiantato di rene: la storia commovente di Riccardo


Da Biancavilla al Centro Trapianti di Padova, dove il piccolo è stato sottoposto all’intervento, accudito dal papà Maurizio e dalla mamma Lucia. Adesso il piccolo può sperare in un futuro migliore.
di Antonio Carreca
«Io sto bene papà, adesso posso fare la pipì». Sono state queste le prime parole, rivolte al genitore a cui è attaccatissimo che lo attendeva fuori dalla sala operatoria, che il piccolo Riccardo (il nome è di fantasia) ha pronunciato venerdì scorso al risveglio dall’anestesia, dopo essere stato sottoposto a un trapianto di rene al Centro trapianti di Padova.
Il sorriso con il quale il piccolo di 5 anni ha accompagnato le sue parole ha fatto sciogliere in un commovente pianto liberatorio papà Maurizio, 36enne bracciante agricolo di Biancavilla, e mamma Lucia, 32enne casalinga, che dopo anni di lotte e sacrifici possono adesso mettere il peggio alle spalle e guardare al futuro con maggiore fiducia e speranza.
Per Riccardo, nato con anomalie al fegato e alle vie biliari e da tre anni circa costretto a sottoporsi a dialisi, quella del trapianto rappresentava infatti l’unica speranza di una vita normale.
«Viviamo sensazioni bellissime -sottolinea il signor Maurizio – vedere mio figlio contento e sereno è qualcosa che riempie il cuore e ci dà una gioia immensa. Abbiamo sofferto per lungo tempo e sostenuto lunghi e pesanti sacrifici per seguire le cure del piccolo, da oltre tre anni sottoposto a dialisi all’ospedale di Acireale. Abbiamo affrontato anche momenti molto difficili e io ho perso tanto lavoro per non staccarmi da lui, ma ora il peggio può dirsi alle spalle».
«Assieme a mia moglie – aggiunge – desideriamo ringraziare il dottor Giorgio Battaglia e tutta l’unità di nefrologia e dialisi del nosocomio acese da lui diretta; ma anche la famiglia del giovane donatore, di cui non sappiamo nulla. Grazie alla scelta della donazione mio figlio oggi può sperare in una vita normale. Ringrazio anche i familiari e le tante persone che in tutti questi anni ci hanno aiutato, sostenendoci moralmente ma non solo».
I sacrifici per la famiglia di Riccardo, composta anche da altri tre figli di 15, 10 e 2 anni e mezzo e alle prese con comprensibili difficoltà economiche, non sono però ancora finiti. Assieme a mamma e papà il piccolo dovrà infatti rimanere a Padova per i prossimi tre mesi per sottoporsi a nuovi esami e controlli e verificare giorno dopo giorno la piena funzionalità dell’organo trapiantato; un dispendio di energie e di risorse economiche che si annuncia consistente ma che papà Maurizio, con pudore, prova a celare.
«Pian piano, e speriamo con l’aiuto di qualcuno, cercheremo di superare anche questo momento – sospira -. La cosa più importante è che mio figlio stia bene. Finalmente».
(Articolo pubblicato sul quotidiano “La Sicilia” del 1 dicembre 2014)
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Storie
Maurizio Costanzo e il suo “sosia” Giuseppe Petralia di Biancavilla
Il ricordo di un incontro al Parioli: «Mi somiglia veramente, forse ci hanno divisi alla nascita»


Giuseppe Petralia è un giornalista di Biancavilla. La sua somiglianza con Maurizio Costanzo incuriosì lo stesso conduttore televisivo, al punto da volere salutare il collega dal palco del Parioli.
A ricordare quell’episodio è ora Petralia, da decenni collaboratore del quotidiano “La Sicilia” e corrispondente da Biancavilla negli anni ’70 e ‘80.
«La notizia della morte di Maurizio Costanzo – dice Petralia – mi è tanto dispiaciuta e reso triste. Ho avuto l’onore di conoscerlo personalmente come invitato alla trasmissione “Maurizio Costanzo Show” perché ero stato segnalato come suo sosia».
«Lei è il mio sosia, mi somiglia veramente, forse ci hanno divisi alla nascita», disse Costanzo a Petralia ad inizio di una puntata del suo programma su Canale 5.
«Dopo la trasmissione –ricorda ancora il giornalista biancavillese – ci siamo incontrati dietro al palco, dove Maurizio è stato nei miei confronti molto affabile e gentile. Quando mi ha salutato, mi ha detto “Se vieni a Roma, vienimi a trovare”. Purtroppo non ho potuto avere questa opportunità. Grazie amico e giornalista, riposa in pace».
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salvo
2 Dicembre 2014 at 15:04
perchè non aiutarli economicamente…fatevi promotori e i buancavillesi risponderemo senza dubbio!