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Cronaca

Lei lo lascia, lui la perseguita: 35enne biancavillese finisce in carcere

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I carabinieri della stazione di Biancavilla hanno arrestato un 35enne, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania per atti persecutori nei confronti della sua ex fidanzata.

La donna, sua coetanea, nel 2013 ha intrattenuto per alcuni mesi una relazione sentimentale con l’uomo, decidendo poi di lasciarlo. Lui, rifiutando la scelta, ha iniziato a perseguitarla non disdegnando alcun luogo, tanto da meritarsi, su segnalazione dei carabinieri, l’affidamento in prova e il divieto assoluto di avvicinamento alla donna.

Per niente intimorito dalle misure impostegli ha perseverato nel suo comportamento, estendendolo anche ad alcuni familiari della vittima, giungendo addirittura alla violenza fisica.

I carabinieri, avendo seguito l’intera vicenda, hanno documentato puntualmente l’ennesimo gesto inconsulto, informando il magistrato inquirente che, recependo appieno i riscontri investigativi svolti, ha fornito al Gip le prove per l’emissione di un provvedimento restrittivo. L’arrestato è stato rinchiuso nel carcere catanese di piazza Lanza.

Nei giorni scorsi, un altro 35enne di Biancavilla è stato rinviato a giudizio per i reati di maltrattamenti e stalking nei confronti della sua ex convivente.

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Cronaca

Operazione “Ultimo atto”, avviato il processo anche per altri sei imputati

Segue il rito abbreviato un altro troncone, con il presunto reggente del clan e 12 suoi picciotti

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Prima udienza dibattimentale del processo scaturito dall’operazione antimafia “Ultimo atto”, condotta dai carabinieri a Biancavilla, nel settembre 2023. Alla prima sezione penale del Tribunale di Catania (presidente Riccardo Pivetti) al via il processo a carico di sei imputati: Carmelo Militello, Nicola Minissale, Ferdinando Palermo, Alfredo Cavallaro, Maurizio Mancari e Francesco Restivo. Altri 13 seguono, invece, il rito abbreviato e per i quali la Procura ha chiesto condanne per 125 anni complessivi di reclusione. Si tratta del gruppo che fa capo a Pippo Mancari u pipi (anche lui imputato in abbreviato, per il quale sono stati chiesti 12 anni di reclusione).

Siamo alle udienze interlocutorie: si procederà ora alle richieste di prova e al conferimento ai periti per la trascrizione delle intercettazioni. Dialoghi telefonici ed ambientali che hanno fatto emergere un organigramma con vecchie facce e giovani rampanti e una rete di affari illeciti.

Non soltanto estorsioni (ai danni di sei imprenditori e commerciati, oltre che agli ambulanti e ai giostrai della festa di San Placido). Ma anche traffico e spaccio di droga: un mercato sempre fiorente. E poi, la cosiddetta “agenzia”. Due società di trasporto su gomma, che, secondo gli inquirenti, per lunghi anni era stata nelle mani dei clan di Adrano e Biancavilla, imponendo il monopolio assoluto nei servizi rivolti soprattutto ad imprese della lavorazione di agrumi. Carmelo Militello e Ferdinando Palermo, in particolare, sarebbero i due uomini chiave della “agenzia”. Un’attività sottoposta a sequestro finalizzato alla confisca per un valore di circa 3 milioni di euro.

Gli altri componenti del gruppo che hanno scelto il rito abbreviato sono, oltre a Pippo Mancari: Giovanni Gioco, Salvatore Manuel Amato, Placido Galvagno, Piero Licciardello, Mario Venia, Fabrizio Distefano, Nunzio Margaglio, Alfio Muscia, Carmelo Vercoco, Cristian Lo Cicero e Marco Toscano. Imputato è anche Vincenzo Pellegriti, che del gruppo si è disassociato, entrando nel programma di protezione per i collaboratori di giustizia. Le sue dichiarazioni sono state utilissime all’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo.

In entrambi i procedimenti si sono costituiti parte civile il Comune di Biancavilla (su delibera della Giunta del sindaco Antonio Bonanno, rappresentata dall’avv. Sergio Emanuele Di Mariano) e l’associazione Libera Impresa (rappresentata dall’avv. Elvira Rizzo). Non figura, invece, nessuna delle vittime di estorsione. Assenti: come da consueta tradizione omertosa.

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