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Cronaca

Ubriaca si schianta contro un palo e poi aggredisce quanti le si avvicinano

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di Vittorio Fiorenza

I primi che si sono avvicinati per prestarle soccorso hanno subito notato il suo stato di ebbrezza. Stava percorrendo via Cristoforo Colombo a bordo della sua Fiat Punto, quando, a causa della sua alterazione psichica, ha perso il controllo dell’auto, invadendo la corsia opposta e andando a schiantarsi contro un palo. Nell’impatto ha battuto la testa, frantumando il parabrezza.

Vittima di questo incidente autonomo è stata una ragazza dell’Est Europa. Lei stessa, dopo l’impatto, è uscita dall’auto. È stato soltanto un caso, se non ha coinvolto altri mezzi e soprattutto pedoni, visto che quel tratto è molto frequentato per la presenza di ristoranti e pizzerie.

Ma l’episodio non si è chiuso così. La ragazza, infatti, ha avuto una reazione violenta con alcune delle persone che si erano avvicinate per sincerarsi che non si fosse fatta male. Anzi, ha proprio aggredito fisicamente due persone.

Chiamato il servizio del 118, dopo pochi minuti è arrivata un’ambulanza. In apparenza, la ragazza non sembrava avesse riportato traumi, ma per il suo stato di non lucidità è stata convinta dai medici a salire sull’ambulanza che l’ha trasportata al vicini pronto soccorso dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata”.

Quando, dopo mezz’ora, sono arrivati i carabinieri, qualcuno aveva già spostato l’auto incidentata in una traversa del viale Colombo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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1 Commento

1 Commento

  1. mauro

    8 Ottobre 2014 at 23:54

    Quando, dopo mezz’ora, sono arrivati i carabinieri… ecco la sintesi.. 5 omicidi nessun colpevole.. . È dovuta arrivare la polizia a fare un sequestro facilissimo!!!

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Cronaca

Fuochi d’artificio e rombi di motori per l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi

Funerali nella chiesa del “Santissimo Salvatore” per il giovane ucciso nelle campagne di Centuripe

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Fuochi d’artificio fuori dall’abitazione di Spartiviale, all’ingresso della chiesa del “Santissimo Salvatore” e al cimitero. Un corteo con moto e scooter lungo le strade del centro storico. Clacson e rombo di motori. Striscioni e palloncini. Applausi e lacrime.

Così è avvenuto l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi, il giovane biancavillese di 20 anni ucciso con un colpo di pistola, durante un inseguimento, nelle campagne di Centuripe.

I funerali li ha celebrati il parroco don Salvatore Verzì. All’interno della chiesa di viale Europa, silenzio e raccoglimento, attorno alla bara bianca.

«Bisogna alzare lo sguardo a Cristo – ha detto padre Verzì – perché guardando Cristo l’uomo, chiunque esso sia, può ritrovare la vera immagine di sé e così non fare del suo cuore un luogo di barbarie». Il sacerdote si è rivolto in modo particolare ai giovani presenti: «La vita è sacra, altrimenti è davvero la barbarie. Solo Cristo ha il potere di liberarci della morte qualsiasi forma essa assuma».

Per ragioni di prevenzione di ordine pubblico, a seguire e monitorare lo svolgimento, come accade in casi del genere, c’erano carabinieri in divisa e in borghese.

Indagini ancora in corso

Sul fronte delle indagini, nonostante sia stato sottoposto a fermo il 46enne Salvatore Santangelo per gravi indizi di colpevolezza, il lavoro dei militari non è ancora concluso. Proseguono approfondimenti e acquisizioni di informazioni. Il fascicolo dell’inchiesta è ora sul tavolo della Procura di Enna, competente per territorio.

Il movente è stato indicato in una serie di dissidi tra il presunto omicida e la vittima per questioni legate a terreni e pascoli di ovini. Al vaglio degli inquirenti, episodi che si riferiscono agli ultimi due anni. L’ultima discussione è degenerata in lite. Ne è nato un inseguimento nelle strade di campagna. Santangelo, con la sua jeep, si è ritrovato affiancato al furgoncino in cui viaggiava Andolfi, e ha cominciato a sparare. Almeno tre colpi di pistola. Uno ha centrato il giovane al torace, come accertato pure dall’esame autoptico.

Il conducente del furgone – anche lui allevatore – ha proseguito la corsa fino all’ospedale di Biancavilla, ma il 20enne era già spirato durante il tragitto. Ai carabinieri della compagnia di Paternò e della stazione di Biancavilla è bastato poco per rintracciare Santangelo, che non era ancora rientrato a casa e che subito ha assunto un atteggiamento collaborativo.

Assistito dall’avv. Giuseppe Milazzo, si attende per lui una nuova convalida del fermo da parte del gip del Tribunale di Enna, dopo quello disposto in un primo momento a Catania. Resta chiuso in una cella del carcere catanese di piazza Lanza. Gli vengono contestati l’omicidio di Andolfi, il tentato omicidio del conducente del furgoncino e il porto illegale d’arma da fuoco.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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