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Cronaca

Rissa nella zona delle giostre, «Uno aveva anche un coltello»

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Il momento dell’intervento di una pattuglia dei carabinieri

di Vittorio Fiorenza

Rissa tra la folla, nella zona delle giostre del quartiere Sberno, a Biancavilla. Secondo diverse testimonianze, alcuni ragazzi, dopo qualche parola di troppo, sono passati alle mani. E pare che nella disputa sia anche uscito fuori un coltello. La ressa e la confusione a fare da sfondo alla lite.

Ai carabinieri, in effetti, è arrivata la segnalazione di una rissa, ma quando sono arrivati sul posto, i militari della stazione di Biancavilla non hanno notato nulla di strano perché probabilmente i protagonisti della vicenda si erano già dileguati. Oggi, comunque, nessuno si è presentato in caserma per eventuale querela di parte.

Già in serata, tuttavia, è stato un susseguirsi di voci ed ognuno aggiungeva un elemento, un dettaglio in più. C’è chi riferisce di un ragazzo ferito ad una mano e chi dell’intervento dei carabinieri, costretti addirittura a sparare alcuni colpi di pistola in aria per sedare gli animi. Voci incontrollate, ma infondate e quindi non confermate dal comando della compagnia dei carabinieri di Paternò, che pur avendo saputo della lite in zona Sberno, non ha poi riscontrato notizie oggettive.

L’accaduto, per quanto ridimensionato rispetto alle voci, ripropone la questione della sicurezza e delle esigenze di ordine pubblico in una festa che, anno dopo anno, assume sempre più i caratteri di un evento di massa, caotico e disordinato, difficile da controllare e gestire.

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Cronaca

Fuochi d’artificio e rombi di motori per l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi

Funerali nella chiesa del “Santissimo Salvatore” per il giovane ucciso nelle campagne di Centuripe

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Fuochi d’artificio fuori dall’abitazione di Spartiviale, all’ingresso della chiesa del “Santissimo Salvatore” e al cimitero. Un corteo con moto e scooter lungo le strade del centro storico. Clacson e rombo di motori. Striscioni e palloncini. Applausi e lacrime.

Così è avvenuto l’ultimo saluto ad Antonio Andolfi, il giovane biancavillese di 20 anni ucciso con un colpo di pistola, durante un inseguimento, nelle campagne di Centuripe.

I funerali li ha celebrati il parroco don Salvatore Verzì. All’interno della chiesa di viale Europa, silenzio e raccoglimento, attorno alla bara bianca.

«Bisogna alzare lo sguardo a Cristo – ha detto padre Verzì – perché guardando Cristo l’uomo, chiunque esso sia, può ritrovare la vera immagine di sé e così non fare del suo cuore un luogo di barbarie». Il sacerdote si è rivolto in modo particolare ai giovani presenti: «La vita è sacra, altrimenti è davvero la barbarie. Solo Cristo ha il potere di liberarci della morte qualsiasi forma essa assuma».

Per ragioni di prevenzione di ordine pubblico, a seguire e monitorare lo svolgimento, come accade in casi del genere, c’erano carabinieri in divisa e in borghese.

Indagini ancora in corso

Sul fronte delle indagini, nonostante sia stato sottoposto a fermo il 46enne Salvatore Santangelo per gravi indizi di colpevolezza, il lavoro dei militari non è ancora concluso. Proseguono approfondimenti e acquisizioni di informazioni. Il fascicolo dell’inchiesta è ora sul tavolo della Procura di Enna, competente per territorio.

Il movente è stato indicato in una serie di dissidi tra il presunto omicida e la vittima per questioni legate a terreni e pascoli di ovini. Al vaglio degli inquirenti, episodi che si riferiscono agli ultimi due anni. L’ultima discussione è degenerata in lite. Ne è nato un inseguimento nelle strade di campagna. Santangelo, con la sua jeep, si è ritrovato affiancato al furgoncino in cui viaggiava Andolfi, e ha cominciato a sparare. Almeno tre colpi di pistola. Uno ha centrato il giovane al torace, come accertato pure dall’esame autoptico.

Il conducente del furgone – anche lui allevatore – ha proseguito la corsa fino all’ospedale di Biancavilla, ma il 20enne era già spirato durante il tragitto. Ai carabinieri della compagnia di Paternò e della stazione di Biancavilla è bastato poco per rintracciare Santangelo, che non era ancora rientrato a casa e che subito ha assunto un atteggiamento collaborativo.

Assistito dall’avv. Giuseppe Milazzo, si attende per lui una nuova convalida del fermo da parte del gip del Tribunale di Enna, dopo quello disposto in un primo momento a Catania. Resta chiuso in una cella del carcere catanese di piazza Lanza. Gli vengono contestati l’omicidio di Andolfi, il tentato omicidio del conducente del furgoncino e il porto illegale d’arma da fuoco.

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