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Cronaca

«Stia attenta a quello che fa»: condannata per minacce all’avvocato

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di VITTORIO FIORENZA

«Stia attenta a quello che fa». Minacce pronunciate al telefono all’avvocato che assisteva la vittima di stalking del figlio. Il Giudice di pace di Biancavilla, Margerita Togo, l’ha condannata ad una multa di 35 euro, oltre alle spese di causa e al risarcimento danni, da quantificare in sede civile.

Protagonista della vicenda, una 44enne di Palagonia (ma domiciliata in provincia di Milano), che ha reagito così dopo che il figlio era stato posto agli arresti domiciliari, chiamando il legale della vittima, una ragazza di Biancavilla.

Non un semplice sfogo, ma minacce vere e proprie, come riconosciuto dal giudice, nei confronti dell’avv. Pilar Castiglia, presidente del Centro antiviolenza “Calipso”, la quale ha presentato querela.

L’imputata non si è mai presentata in udienza. Di questi giorni, la sentenza di condanna. In questi casi, la pena è praticamente simbolica. Resta il riconoscimento del reato commesso ai danni del legale. L’avv. Castiglia è impegnata in modo particolare nella difesa di donne vittime di violenza.

Nella vicenda in questione, per la cronaca, il figlio della 44enne ora condannata per minacce, è stato accusato di maltrattamenti, sequestro di persona e stalking. Ha patteggiato due anni di reclusione, poi revocati perché ha goduto della sospensione condizionale della pena.

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Cronaca

Aggredisce e minaccia la madre: «Ora t’ammazzo», arrestato un 35enne

Intervento dei carabinieri, a seguito di un’accorata richiesta di aiuto di una donna maltrattata

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La telefonata ai carabinieri è arrivata da una casalinga 63enne. Un’accorata richiesta di aiuto. Ancora una volta, la donna era stata picchiata dal figlio, che pretendeva denaro per l’acquisto di alcol, droga o giocare ai video poker. Immediato l’intervento dei militari: arrestato un 35enne per maltrattamenti contro familiari ed estorsione.

Appena arrivati nell’abitazione, i carabinieri hanno trovato la donna attorniata dai familiari, marito e tre figli, tra cui il 35enne. La donna, che sin dà subito è apparsa emotivamente provata, pur non volendo affidarsi alle cure dei sanitari, nonostante mostrasse i segni delle percosse, soprattutto sulle braccia e sul collo, ha comunque deciso di confidarsi con i militari, raccontando quanto appena accaduto.

Dalla ricostruzione dei fatti, è quindi emerso come il figlio avrebbe da lei preteso l’ennesima somma di denaro, questa volta di 30 euro, che sarebbe riuscito ad ottenere solo dopo averla aggredita. In quel frangente, provvidenziale sarebbe stato l’intervento del padre 70enne, che in difesa della moglie, sarebbe intervenuto bloccando l’uomo.

Il 35enne, a quel punto, soddisfatto, dopo essere uscito per alcune ore, sarebbe rincasato solo in serata, completamente ubriaco, dando il via ad un nuovo litigio. Dopo aver fatto cadere una bottiglia di birra sul pavimento, si sarebbe infatti nuovamente scagliato contro la povera madre, dandole la colpa dell’accaduto. La reazione dell’uomo sarebbe stata minacciosa: «Colpa tua se la birra mi è caduta a terra, ora t’ammazzo». E poi si sarebbe scagliato contro una porta, danneggiandola insieme ad altre suppellettili.

Effettivamente, anche alla presenza dei militari, il 35enne non si è calmato, proseguendo anzi con le minacce alla madre: «Appena torno (dal carcere) t’ammazzo».

La donna aveva già presentato una denuncia nei confronti del figlio per analoghi fatti. Motivo per cui, i carabinieri hanno stavolta arrestato il 35enne, trasferendolo nel carcere di piazza Lanza, a Catania.

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