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Cronaca

Agatino Bivona ucciso da due killer, funerali celebrati a “San Salvatore”

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di VITTORIO FIORENZA

Non uno, ma due killer hanno sparato la raffica di pistolettate, calibro 7,65, per l’agguato di via Fallica, lunedì sera. Una grandinata di piombo che ha freddato Agatino Bivona, il 63enne che era appena uscito da una palestra. L’ulteriore dettaglio è emerso dall’esame autoptico, eseguito all’obitorio del vecchio ospedale “Garibaldi” di Catania dal medico legale Cataldo Ruffino.

Ad uccidere Bivona, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, ritenuto affiliato della cosca locale e coinvolto nell’operazione antimafia “The Wall” del 2008, sono stati 11 colpi di pistola (i sicari ne hanno sparati complessivamente 15). I funerali dell’uomo si sono svolti ieri pomeriggio nella chiesa del “Santissimo Salvatore” e celebrati dal parroco don Salvatore Verzì. I carabinieri, visto il clima incandescente che respira il paese e come in questi casi accade, ha previsto una serie di misure di prevenzione per l’ordine pubblico. Ma la cerimonia si è svolta con sobrietà e compostezza.

Per oggi dovrebbe essere prevista, sempre al “Garibaldi” con il dott. Ruffino, l’autopsia sul corpo di Nicola Gioco, il giovane 21enne trucidato a bordo della sua Mercedes Classe A in via Pistoia, esattamente 48 ore dopo il delitto Bivona. Il ragazzo è stato raggiunto da 5 colpi di pistola, con ogni probabilità un’altra 7,65. Forse a sparare è stato un solo killer, che avvicinatosi al finestrino dell’auto di Gioco, proprio mentre da piazza Sant’Orsola aveva imboccato via Pistoia, ha aperto il fuoco.

Che le indagini dei carabinieri della compagnia di Paternò, assieme ai rinforzi di Catania, puntino a collegare i due delitti, è fin troppo evidente. Due delitti che vanno comunque legati all’omicidio compiuto ad Adrano ad ottobre di Alfredo Maglia, il 41enne elemento di spicco del clan biancavillese che dell’ultima vittima era zio. Una faida maturata all’interno del vecchio clan Toscano-Mazzaglia-Tomasello: questa la pista di indagine che continuano a seguire i militari (ma uno scambio di informazioni è in atto pure con la polizia di Adrano), coordinati dal sostituto procuratore Antonino Fanara della Dda.

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Cronaca

Stranieri sfruttati sul lavoro: nei guai biancavillese a capo di una cooperativa

L’uomo, presidente del Consiglio di amministrazione, denunciato assieme ad altre due persone

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Un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, è fra i tre denunciati dal Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania nell’ambito di controlli contro lavoro irregolare e caporalato. L’uomo, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, è ritenuto responsabile di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

I controlli hanno portato alla luce un sistema illecito di reclutamento e impiego della manodopera. Le vittime sono due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità.

Oltre al biancavillese, sono sotto indagine un 38enne marocchino residente ad Adrano, incensurato, che agiva come caporale e intermediario per conto della stessa cooperativa, e un altro 38enne di Scordia, con precedenti, che di fatto collaborava con l’azienda.

Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i lavoratori extracomunitari venivano impiegati in condizioni lavorative ritenute altamente degradanti. Evidenziati retribuzioni ben al di sotto di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale, turni di lavoro eccessivi e ambienti privi delle minime misure di sicurezza.

L’indagato di origini marocchine è inoltre accusato di estorsione. Avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento se non gli avesse restituito parte della già esigua paga percepita.

A conclusione delle attività, i due lavoratori sono stati affidati a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni. Adesso potranno ricevere assistenza e protezione.

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Cronaca

Evade dai domiciliari per le sigarette alla moglie: «È un inferno se non fuma»

Singolare “giustificazione” di un 52enne residente a Biancavilla in giro con la bicicletta a Catania

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I carabinieri della stazione di Catania Playa hanno arrestato un pregiudicato 52enne, residente a Biancavilla ma domiciliato a Catania, nella zona di Ippocampo di Mare. L’uomo doveva trovarsi ai domiciliari per reati contro il patrimonio. Però, i militari lo hanno sorpreso mentre, in bici, percorreva via San Francesco La Rena. Ha tentato di passare inosservato con il volto coperto da cappuccio e sciarpa, ma è stato fermato e identificato.

Di fronte alla constatazione della violazione, il 52enne ha cercato di giustificare la sua presenza fuori casa con una spiegazione singolare. Ha sostenuto di essere uscito per acquistare le sigarette alla moglie, una “accanita fumatrice” che, in mancanza di nicotina, si sarebbe irritata al punto da trasformare la giornata in un “inferno domestico”.

Una giustificazione che non ha però evitato l’arresto, eseguito sulla base degli elementi raccolti e ora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, che ha convalidato il provvedimento e disposto il ripristino della misura degli arresti domiciliari.

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