Chiesa
Dal 1958, una storia ininterrotta: riaperto l’oratorio dell’Annunziata


Settanta animatori per l’oratorio dell’Annunziata, che su impulso del parroco, padre Antonino Tomasello, ha riaperto le attività, in quegli stessi locali in cui aveva cominciato il suo fondatore, padre Placido Brancato. Dal 1958, anno della sua fondazione, una storia ininterrotta: da quei luoghi sono passate diverse generazioni di biancavillesi, come documentato in “Santu, riccu e furtunatu” di Giuseppe Gugliuzzo e Giuseppe Ciadamidaro, libro pubblicato per “Nero su Bianco Edizioni”.
Un’attività che prosegue con nuovi bambini e nuovi animatori, ma con lo stesso spirito dell’accoglienza e dell’aggregazione di sempre, fin dal suo nascere, quando padre Brancato adottò per la prima volta a Biancavilla il modello di formazione salesiana all’interno di una parrocchia.
«Riaprire l’oratorio vuol dire per noi offrire un contributo alla formazione delle nuove generazioni, mettendo a frutto l’esperienza, la generosità e la fede di questa comunità, tenendo vivo il desiderio e la passione di padre Brancato», sottolinea il parroco.
All’Annunziata è maturato l’impegno nell’ultimo anno a riprendere l’eredità spirituale di padre Brancato, preparando una proposta di aggregazione e formazione per bambini, ragazzi e giovani che spazia dal gioco ai laboratori di musica, teatro e decorazione, con una specifica attività di accompagnamento nello studio per il dopo-scuola. Al nuovo oratorio lavoreranno l’equipe di pastorale giovanile della parrocchia, i catechisti, alcuni laici appartenenti ai vari gruppi nonché diversi volontari delle confraternite parrocchiali.
«La parrocchia dell’Annunziata –evidenzia ancora padre Tomasello– è ricca di tante persone piene di buona volontà ed entusiasmo. Ho chiesto di orientare gli sforzi per poter riaprire l’oratorio, perché diventi davvero la casa di tutti, lo spazio in cui ritrovarsi e condividere la vita buona del Vangelo, oltre i momenti di fede e di preghiera che restano il fondamento della nostra fede. Come diceva Don bosco, l’oratorio è anche una scuola di vita: nello stare insieme, nell’educazione alla condivisione degli spazi, nel vivere l’allegria sana, nella valorizzazione dei talenti di ciascuno, nella responsabilità e nell’impegno».
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Chiesa
L’ultimo saluto a padre Nicoletti, il vescovo: «Una persona mite e umile»
Addio al prete morto in sagrestia, mons. Renna: «Ogni presbitero desidera andarsene così»


Una folla commossa e raccolta, ancora quasi incredula, ha accolto la salma di padre Salvatore Nicoletti nella chiesa “Sacro Cuore”. Un ultimo saluto, alla presenza del vescovo di Catania, Luigi Renna, e dall’emerito Salvatore Gristina.
«La sua vita è stata un dono», ha detto Renna, ricordando il sacerdote, morto a 79 anni, nella chiesa dell’Idria, in sagrestia, colto da malore dopo avere celebrato la messa per la comunità neocatecumenale.
«Siamo stati colti impreparati dalla notizia – ha specificato il vescovo – ma anche consapevoli che le circostanze della sua morte sono la situazione più autentica che un cristiano presbitero possa desiderare». E ancora: «La sua morte, che preferisco chiamarla “transito”, è un prolungamento della eucarestia».
Nella sua omelia, Renna ha ricordato l’impegno e la figura di padre Nicoletti, per 37 anni alla guida della parrocchia dell’Idria: «Il suo è stato un impegno umile e costante. La mitezza e l’umiltà di cuore l’hanno reso una persona amabile e semplice verso tutti. È stato una guida di comunità e sacerdote sempre disponibile».
Alla celebrazione, anche il vicario generale, Salvatore Genchi, oltre al clero biancavillese e altri confratelli provenienti da tutta la diocesi. Con fascia tricolore, in rappresentanza della città, il sindaco Antonio Bonanno, a fianco al presidente del Consiglio Comunale, Fabrizio Portale.
Dai parrocchiani dell’Idria a quelli del “Sacro Cuore” (la chiesa in cui ha maturato la sua vocazione), ognuno con un proprio pensiero legato a padre Nicoletti.
Non è mancato il saluto di Gristina: «Padre Salvatore è un dono del Signore. Con la sua umanità e il ministero esercitato. E noi qui presenti siamo la prova di questo dono del Signore alla comunità di Biancavilla e alla Chiesa di Catania. Ringraziamo Padre Nicoletti per ciò che ci ha donato, conserviamo il suo ricordo e facciamo in modo che questi ricordi diano frutto. Sin dal mio arrivo, mi ha colpito la schiettezza di padre Nicoletti e anche nelle difficoltà non è mai mancata la comunione».


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