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Cultura

Antonio Bruno raccontato agli alunni Conferenza a 125 anni dalla nascita

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L’intervento di Salvuccio Furnari con a fianco il dirigente scolastico Agata Di Maita

Incontro nella scuola che porta il nome dello scrittore e poeta biancavillese, esponente del futurismo siciliano, protagonista della vita culturale catanese di inizio ‘900.

 

di Vittorio Fiorenza

La rievocazione della figura di Antonio Bruno, a 125 anni dalla sua nascita, nella scuola che porta il suo nome. Gli alunni delle terze classi dell’Istituto comprensivo diretto dalla prof. Agata Di Maita hanno seguito con grande attenzione la conferenza sul poeta dandy, tenuta dal dott. Salvuccio Furnari, cultore di storia e personaggi biancavillesi.

Considerato uno degli esponenti del futurismo siciliano, vivace protagonista della vita culturale catanese di inizio Novecento, tra i fondatori nel 1915 della rivista Pickwick, Bruno è senz’altro il personaggio biancavillese che ha dato maggiore lustro alla sua Biancavilla, più di quanto ne abbia ricevuto, in vita e dopo la morte.

Il ricordo tracciato da Furnari a scuola è l’unico incontro tenuto per l’anniversario della nascita. Non ce ne sono stati altri, né promossa dalla cosiddetta intellighenzia cittadina (mai così spenta come oggi) né dal Comune, che da anni ha cancellato di fatto le politiche culturali, subappaltando ad altri, di tanto in tanto, singoli eventi a cui appone banalmente il marchio del patrocinio.

Furnari ha raccontato ai ragazzi la biografia di Antonio Bruno, ha parlato del contesto paesano e storico in cui ha vissuto, delle sue opere, della sua apertura cosmopolita che lo ha portato in giro per l’Europa.

All’intervento di Furnari è seguito anche un breve documentario realizzato da Video Star con immagini relative al poeta, ai luoghi della sua vita e alle celebrazioni sul centenario della nascita con l’apposizione di una targa commemorativa sulla facciata del Palazzo Bruno, in via Vittorio Emanuele.

LEGGI L’ARTICOLO

Pickwick, un secolo fa la rivista irridente e futurista di Antonio Bruno

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Un’immagine di Antonio Bruno (Biancavilla 1891 – Catania 1932)

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Cultura

Intellettuale e uomo di cultura: ricordo nostalgico del preside Vincenzo Pistorio

Una sua lezione apriva un mondo affascinante, fu lui a riunirci dopo quanto accaduto ad Aldo Moro

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«Al Preside Prof. Vincenzo Pistorio per avere diretto con dedizione e passione in questa sede storico il Liceo “G. Verga” per 21 anni dal 1963 al 1984». Con queste parole, sovrascritte in una targa, si è voluto ricordare e omaggiare un biancavillese che ha dedicato la propria vita alla scuola. Una cerimonia semplice, ad Adrano, cui hanno preso parte il figlio Alberto con l’assessore del Comune di Adrano, Salvo Italia, e alcuni ex alunni: Massimo Cultraro, Eugenio Calì, Loredana Lorena, Sandra Galizia. Pubblichiamo qui di seguito un ricordo personale del nosro collaboratore, Alfio Lanaia, anche lui parte di quella generazione di studenti formatasi nel liceo guidato dal prof. Pistorio.

Con la targa dedicata quest’oggi al Preside Vincenzo Pistorio si sana un debito di riconoscenza verso un uomo che per quasi quattro decenni ha rappresentato una parte significativa della cultura di Adrano e Biancavilla. È stato, infatti, prima insegnante e poi preside di quel Liceo classico da sempre fucina di classi dirigenti e intellettuali, non solo locali. Chi è stato insegnante nel «suo» liceo ha conosciuto le sue doti di dirigente, di organizzatore scolastico, di studioso del mondo classico. Lo ha visto presiedere consigli di classe e collegi dei docenti, ha letto i suoi lavori, dedicati a Euripide, a Virgilio, alla didattica del latino. Chi è stato studente del Classico lo ricorda sotto un’altra veste, più umana, più vicina.

Appartenendo a quest’ultima categoria, sollecitato da Biancavilla Oggi, traggo dalla memoria qualche ricordo, qualche aneddoto che ne metta in luce le qualità professionali e umane. I miei ricordi appartengono alla seconda metà degli anni Settanta del secolo scorso. Anni cruciali che hanno visto la riforma degli organi collegiali, con i decreti delegati del 1974, e dunque la partecipazione dei rappresentanti dei genitori e degli studenti alla vita della scuola.

Anni che hanno visto anche, per certi aspetti, la fine di tante illusioni, con il rapimento e l’assassinio di Aldo Moro, nel 1978. Lo scrivo perché in quella triste occasione fu il preside, insieme ai professori, a convocare l’assemblea degli studenti, a informarci e a farci discutere e prendere coscienza di quello che era accaduto. 

Quando i presidi non erano dirigenti

I presidi non erano ancora dirigenti scolastici, e questo significava più attenzione alla didattica, alla formazione, alle conoscenze degli studenti. In altre parole, il preside era ancora un organizzatore di cultura, in quanto lui stesso intellettuale, e non solo un esperto di diritto amministrativo.

Non posso dimenticare quelle volte in cui, quando mancava l’insegnante curriculare, entrava in classe il preside Pistorio a fare la supplenza. Dopo qualche comprensibile apprensione da parte nostra, subito riconoscevi lo studioso che traduceva in versi le Bucoliche di Virgilio, che ti sorprendeva parlando mezz’ora su una sola parola e ti apriva un mondo, che ti affascinava con una lezione sulla Divina Commedia.

Scampagnate, gite e pranzi luculliani

Ovviamente, c’era anche l’aspetto umano, quotidiano, quello che lo rendeva più vicino ai ragazzi. In questo campo gli aneddoti sono infiniti. Le scampagnate, i gemellaggi e i pranzi luculliani vedevano la partecipazione della mia classe cui non mancavano mai il preside e i professori.

Già, perché il preside Pistorio era un buongustaio, un fine intenditore de re coquinaria, amante della buona tavola e delle conversazioni. E noi, che sapevano di questa sua «debolezza», facevamo il mestiere di studenti. Ne approfittavamo, organizzando spesso di questi incontri conviviali. Lo facevamo sotto lo sguardo bonario del Preside Pistorio. Per lui, le scampagnate o le gite scolastiche, che si alternavano tra Chianciano e Rimini, erano momenti di crescita umana oltre che culturale.

In questa occasione, scoperta la targa che lo commemora, non posso allora non pensare con nostalgia al Preside Pistorio e a quello che ha rappresentato per la mia generazione. Penso all’uomo di scuola e di cultura che ha incarnato, insieme al corpo docente di quel periodo (Saro Franco, Pietro Biondi, don Leone Calambrogio, Concetta Distefano Gulino, Carmelo Fichera, Placido e Vincenzo Portale ecc.), un modello di scuola seria, a volte difficile, ma sempre a misura d’uomo.

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