Connettiti con

L'Intervista

Glorioso: «A giorni la nuova giunta» L’opposizione? «Sono il nulla»

Pubblicato

il

sindaco-glorioso

di Vittorio Fiorenza

È seduto sui divanetti della sua stanza, al secondo piano del palazzo comunale, quando, dall’altro lato, in Aula, i consiglieri hanno appena dato il via libera al bilancio. Incassata l’approvazione dell’atto, il sindaco Glorioso apre la fase politica del rinnovamento della sua giunta attraverso un radicale turnover assessoriale. Così aveva detto, a chiare lettere, lo stesso primo cittadino in una intervista a Biancavilla Oggi.

Sindaco, attraverso queste pagine aveva smorzato certi ribollimenti: «Prima si vota il bilancio, poi nomino i nuovi assessori». Adesso il bilancio c’è.
Sì, lo avevo detto a Biancavilla Oggi, lo confermo e attraverso il vostro giornale online comunicherò anche condizioni, criteri e metodi per l’ingresso in giunta.

Ci anticipi almeno la tempistica.
Rapida. Contiamo di chiudere questa settimana o al massimo i primi giorni della prossima.

Il turnover riguarderà le quattro caselle assessoriali?
È probabile che innanzitutto escano tutti. Probabile anche che ci sarà qualche conferma e un massiccio turnover. Chiaramente non è legato alla valutazione dei singoli, ma rientra nella dialettica politica e della logica di una coalizione che ha il dovere di includere, di dare spazio a tutti. Nello stesso tempo c’è un sindaco impegnato sempre più a creare una nuova classe dirigente, a Biancavilla. È questo lo sforzo che chiederò al mio partito e ai miei alleati.

Una fase che comincerà da domani. Oggi è il giorno di un bilancio approvato in un contesto di crisi.
È un periodo di difficoltà e grave crisi, ma noi riusciamo a fare fronte a tutte le esigenze, anzi siamo l’unico comune in Sicilia che, attraverso i canteri di servizi, stiamo facendo lavorare 102 persone. L’unica cosa che ci preoccupa è l’assenza di liquidità, ma quella è dovuta alla mancanza o al ritardo dei trasferimenti e diventa complicato fare programmazione.

Un bilancio approvato con 13 favorevoli: un esito scontato
Sì, dal punto di vista politico non ci sono state novità nella trattazione del bilancio, anzi abbiamo recepito gli emendamenti dell’opposizione, uno in parte, l’altro in toto.

Opposizione che, a proposito di gestione comunale, chiede però una commissione di indagine in riferimento ai rilievi mossi dalla Corte dei conti e alla sua gestione definita “allegra”.
Una proposta classica, in linea con il loro modo di fare politica. La politica delle discussioni e del Consiglio. Lei ricorda la seduta sul depuratore? Come se si potesse risolvere il problema con una seduta di Consiglio Comunale.

Il Consiglio ha proprio il ruolo di discutere i problemi.
Certo, allora facciano tutte le commissioni di indagine che vogliono. Mi chiedo cosa abbiano fatto finora nella commissione consiliare.

Ma la commissione di indagine ha un altro mandato rispetto a quella ordinaria.
Facciano quello che vogliono. La verità è che i rilievi della Corte dei conti si riducono in una sola questione: le continue anticipazioni di cassa che facciamo per la gestione dei rifiuti. C’è poi un altro aspetto: noi, come altri comuni, non abbiamo mai avuto la cultura dei tributi. I tributi -si è sempre pensato- si pagano solo se si vogliono pagare. E adesso si risolve tutto con una commissione di indagine?

È una prerogativa della minoranza e dei consiglieri chiederla.
Sì, si, facciano pure. Loro fanno Consigli, fanno incontri, poi quando vengono a parlare con me capisco che c’è il nulla. Anzi, c’è un’opposizione parolaia e professionista del nulla. Avrei preferito misurarmi con un’opposizione e una classe dirigente nuova. Purtroppo constato che coloro che sono specializzati nel nulla stanno avendo il sopravvento.

Nella seduta che si è appena conclusa, dai banchi della maggioranza non si sono notati particolari interventi. Il “nulla”, probabilmente, in questo paese, tocca forse ambiti trasversali.
Il problema non è se si interviene o meno, ma se si agisce e se si affrontano i problemi o meno. Qui c’è un’amministrazione comunale che affronta tutti i problemi, magari qualche volta con degli strafalcioni. Il Centrodestra invece si caratterizza per il “nulla” perché non si appassiona ai reali problemi della città.

La sua coalizione in cosa si caratterizza?
Nell’azione amministrativa.

Quella la conduce lei. Ma, per esempio, la posizione del suo partito sulle mille questioni aperte, quale è? In oltre un anno e mezzo, il Pd ha prodotto tre comunicati stampa per esternare le proprie posizioni alla città: la solidarietà a lei per gli attentati incendiari, la solidarietà alle suore e al “Cenacolo” per i furti subiti, e un commento politico alla sua intervista al nostro giornale. Non è pervenuto altro. E agli atti comunali non ci sono cataste di proposte.
Caro Fiorenza, lei certamente mette il dito nella piaga. I partiti oggi funzionano poco perché viaggiano su un altro binario rispetto alle tematiche amministrative. I partiti restano sempre indietro rispetto alla risoluzione dei problemi.

Quindi la critica del “nulla” la rivolge a tutti, anche al suo partito.
Il Pd, con tutti i limiti che tutti i partiti hanno (quindi anche il mio), è però impegnato attraverso i suoi rappresentanti in giunta nell’azione amministrativa.

Ovvio, l’opposizione non ha rappresentanti in giunta. Quindi che deve fare?
L’azione in Consiglio e nella città.

Appunto, la commissione di indagine è un’azione tipica di questo ruolo.
Si, ma c’è un Centrodestra che fa un manifesto all’anno contro il sindaco: è tutta lì la loro azione?

Cioè, uno è poco? Ci devono essere più manifesti?
Oppure più proposte. Dicono che il sindaco sia un bugiardo, ma poi non sanno dove prendere i soldi per ridurre la Tasi o l’Imu.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Pubblicità
1 Commento

1 Commento

  1. Salvo Pulvirenti

    4 Dicembre 2014 at 15:30

    Caliamo un velo pietoso sugli insulti “spontanei” che sono
    arrivati dal sindaco nei confronti del consiglieri e di riflesso ai
    rappresentanti dei partiti di opposizione. Non intendiamo più tollerare
    atteggiamenti arroganti e sprezzanti da parte di un Sindaco che sta condannando
    Biancavilla ad una preoccupante
    situazione di declino. Questa patetica autodifesa dà la dimensione
    dell’isolamento di Glorioso che viene quotidianamente ricattato dalla sua
    maggioranza, la stessa che lo sta anche obbligando ad un urgente rimpasto.
    Forse pensa di rispondere a questo disagio insultando i consiglieri di
    opposizione. Entrando nel merito di tasi ed imu, in campagna elettorale aveva
    promesso che non avrebbe aumentato la pressione fiscale pur sapendo che dopo le
    elezioni sarebbe stato “obbligato” ad introdurre la tasi ed ad aumentare le
    aliquote imu, da qui il manifesto che lo apostrofava come BUGIARDO perché di
    fatto lo è stato. Riguardo ai rilievi della corte dei conti Glorioso per l’ennesima
    volta fa finta di non capire, purtroppo le contestazioni NON “si riducono in una sola questione: le continue anticipazioni di
    cassa che facciamo per la gestione dei rifiuti” ma, come gia evidenziato
    in un precedente comunicato dei partiti di centrodestra, vengono contestati l’incapacità
    a riscuotere i tributi, l’utilizzo distorto dell’anticipazione di cassa, gli
    elevati incarichi esterni, 95 affidamenti diretti che non rispondono a criteri
    di efficienza, il bilancio “inquinato” dai residui attivi, la mancanza di un
    piano di sviluppo, la mancata trasparenza sul bilancio delle partecipate ecc.
    ecc.».E’ probabile che Glorioso e tutti i partiti di maggioranza non abbiano
    ancora compreso la sua condizione di vera e propria inefficienza politica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

L'Intervista

M5s assente e il tesoretto elettorale da spartire, Asero: «Ecco cos’è accaduto»

Il portavoce sotto torchio: retroscena di un dramma esistenziale e del clamoroso forfait alle Amministrative

Pubblicato

il

© Foto Biancavilla Oggi

Cinque anni fa, le premesse c’erano tutte. Per la prima volta, il Movimento 5 Stelle faceva il suo ingresso al Consiglio Comunale di Biancavilla. Collocato tra i banchi della minoranza. Il Pd era un immenso deserto di sabbia. Dino Asero, il consigliere pentastellato eletto, aveva davanti a sé una spianata in cui sbizzarrirsi a fare opposizione al sindaco Antonio Bonanno. Sarebbe stata l’unica voce, rispetto ad un Partito Democratico ridotto in cenere. L’esclusiva prospettiva possibile, per i 5s, sarebbe stata l’allargamento del consenso e della popolarità. Per arrivare alla scadenza del mandato in una posizione dominante e dettare la linea, perfino ai Dem (in gravissimo affanno, come diagnosticato dalle recenti elezioni, sia le Politiche che le Regionali).

Invece? Invece, la competizione elettorale per le Amministrative vede l’assenza vistosissima dei 5 Stelle e di un proprio candidato sindaco (dopo le precedenti esperienze con Carmelo Petralia e Marco Vinicio Mastrocola). È uno sciogliete le righe. La fine di una storia cominciata oltre dieci anni fa, in quel Cine Trinacria. Lì alcuni ingenui, lunatici ed emeriti sconosciuti si presentarono come pungolo dei “politici di mestiere”. E inaugurarono un linguaggio, un modo, un approccio inediti a Biancavilla. Il loro clamoroso forfait a queste Amministrative? Un’incredibile opera ingegneristica di demolizione e dissoluzione di un prezioso patrimonio politico.

Consigliere Asero, lei è stato l’unico rappresentante istituzionale (portavoce, come dite voi) del M5s a Biancavilla: assume su di sé la responsabilità di questo tragico epilogo?

No, non me la sento di assumerla in toto. Sarebbe stata mia responsabilità se mi fossi staccato totalmente dal Movimento 5 Stelle. Io, invece, dichiaro pubblicamente che è stato tenuto un atteggiamento tale per silurarmi.

Lei, “capo” di fatto del movimento, prende le sembianze della vittima?

Io aderii nel 2018 ad un movimento già organizzato, perché esistente da oltre 5 anni. Mi fu chiesto di partecipare alla competizione elettorale. Una proposta tattica: si voleva riempire un contenitore e si pensava che io dovessi fare solo il portatore di voti. Accettai in extremis: forse fui l’ultimo ad essere inserito in lista. I progetti pensati da taluni, che già erano strutturati, non sortirono gli effetti sperati.

Cioè?

Io, ultimo arrivato, non solo fui il più votato, ma l’unico eletto, a “scapito” del gruppo “storico”. Da consigliere comunale, tuttavia, mi sono trovato un gruppo che anziché supportarmi, si è scagliato “contro”. Chiesi collaborazione perché il lavoro d’aula e di opposizione non è semplice. Mi fu risposto che, se non ero in grado, mi dovevo dimettere per fare posto ad altri. Ovvio che la mia attività consiliare, in questo clima, non è stata quella che avrei voluto.

Un movimento spaccato, insomma. Così i biancavillesi non troveranno sulla scheda elettorale il simbolo dei Cinque Stelle e il nome di un proprio candidato sindaco, alternativo alla destra e alla sinistra.

Ho detto 3-4 mesi fa, in riunioni o in chat interne cui partecipano pure esponenti nazionali e regionali, che se il problema fosse stata la mia persona, mi sarei messo da parte. Lo avrei fatto a condizione che il M5s fosse presente con la propria lista.

Quale la risposta?

La risposta è stata picche. Il movimento, ribadisco, è stato spaccato fin dall’inizio per la presenza di alcuni che si ritengono i “puri”, i detentori del potere. E che hanno esplicitamente dichiarato a rappresentanti nazionali e regionali la pretesa, prima di parlare della lista, di chiarire la gestione del movimento a Biancavilla. C’è chi ha rivendicato il diritto ad essere il rappresentante del gruppo territoriale di Biancavilla, a prescindere dalla rappresentanza (cioè io) in Consiglio Comunale.

In quanto unico eletto, lei avrebbe dovuto esercitare un ruolo aggregante. Così non è stato: nemmeno questa è sua responsabilità?

In quanto consigliere comunale ho assunto la responsabilità politica e giuridica del movimento. Ho chiesto a molti di intervenire per ricompattarlo. Il tentativo di aggregare l’ho fatto, ma non c’è stato verso. Io non ho smanie di protagonismo o il desiderio di fare il consigliere comunale a tutti i costi. Ma il M5s doveva continuare.

Per essere più chiari, da una parte un gruppo che ha avuto lei come riferimento e dall’altra la cerchia che si riconosce in Mastrocola: separati in casa.

Separati in casa e senza alcuna collaborazione. Quando un gruppo è diviso, questi sono i risultati e ne piangiamo le conseguenze: Movimento 5 Stelle assente dalla competizione elettorale.

Ma poi anche il gruppo a lei più vicino ha fatto perdere le tracce. Qualche domanda se l’è posta o no?

Sì, anche perché delusi dalle vicende nazionali. Molti punti di riferimento non ci sono più. A livello locale, ci siamo riuniti e siamo stati presenti.

È di poche settimane fa, però, il suo appello Facebook per parlare delle imminenti elezioni: troppo tardi?

Negli ultimi tre mesi, ogni settimana ci siamo visti all’Etna Jazz Club, messo a disposizione molto gentilmente dalla prof. Carmen Toscano. L’obiettivo era portare nomi per formare la nostra lista. Purtroppo non li abbiamo trovati. Tutti disposti a dare un sostegno, ma nessuno si è voluto spendere con il proprio nome. Consapevoli di una battaglia persa, vista la presenza di un Centrodestra molto forte con una vittoria scontata di Antonio Bonanno.

E che ragionamento è questo?

Infatti è un atteggiamento che fa cadere le braccia. La politica si fa per partecipare e dare il proprio contributo.

Anche perché si era arrivati ad ipotizzare un nome per un’eventuale candidatura a sindaco.

Era stato fatto il nome del dottor Pippo Catania: accennato soltanto in una riunione. Il progetto non è stato coltivato perché mancava il substrato fondamentale.

Non sono in pochi a ritiene che lei, in realtà, aveva già da tempo progettato l’alleanza col Pd.

Assolutamente no, nessun progetto. Anzi, c’è stato un incontro, a mia insaputa, tra M5s e Pd. Erano presenti Carmen Toscano, Rosetta Garufi e Alessandro Fallica. Un incontro nella sede del Partito Democratico.

È noto, comunque, che in Consiglio Comunale, dal Pd sono stati continui i riferimenti a prove di alleanza con il movimento, senza che lei abbia mai smentito.

Certo, ho apprezzato gli appelli del collega Alfio Distefano e mi auguravo si arrivasse ad un’alleanza. D’altra parte, la direttiva nazionale è quella di costruire alleanze per un risultato migliore.

Una volta preso atto che non vi sareste presentati, lei ha pensato di traslocare il simbolo nella lista civica di Ingiulla, che ancora veniva data distinta dal Pd.

Sì, ho parlato con Nuccio Di Paola (referente regionale dei Cinque Stelle, ndr), dicendomi che di fronte a tale volontà, era possibile realizzare l’operazione a Biancavilla.

Appunto, con il mandato di quali e quanti attivisti lei avrebbe operato in questa direzione?

Una parte non era per questa soluzione, infatti ne abbiamo preso atto. La mia richiesta, però, poneva un interrogativo: visto che non facciamo la lista, perché disperdere i nostri voti? La mia idea era quella di piazzare 2, 3 o 6 nostri attivisti nella lista civica di Andrea Ingiulla. Bisognava essere autorizzati da Roma, ma non abbiamo ricevuto risposta. A mio modo di vedere è stato un danno. Mi chiedo: quale è la funzione del Movimento Cinque Stelle a Biancavilla? Non lo so.

A quel punto, Asero, non ha pensato ad una candidatura a titolo personale nella lista di Ingiulla?

No, perché prima mi sarei dovuto dimettere ed uscire dal movimento. E io sono e resto uno dei Cinque Stelle.

Però sta fattivamente appoggiando il Pd e Andrea Ingiulla.

Ma ci mancherebbe. E sa perché? Perché, andando a scuola dove insegno, tutte le mattine vedo su un muro dell’istituto una scritta: «Chi non partecipa attivamente alla politica, attenta alla Carta Costituzionale». Firmato Piero Calamandrei.

Calamandrei di nuovo citato in queste pagine, dopo l’intervento del nostro Rosario Di Grazia a proposito del “deficit democratico” con 8 liste di Bonanno contro una di Ingiulla. Una carenza che chiama in causa non tanto l’attuale sindaco, piuttosto coloro che a lui dovrebbero opporsi. Voi in primis.

Bonanno non sta facendo male, presentandosi con 8 liste. Ci sta. Prendo solo atto che Biancavilla è un paese di Centrodestra.

Ne è proprio sicuro? Da noi intervistato, Alfio Grasso fa un’altra analisi: non c’è nessuno strapotere della destra, ma un vuoto e un menefreghismo a sinistra.

Il vuoto dipende da tutti. Ho letto l’articolo di Rosario Di Grazia sullo “squilibrio democratico” esistente. Ma oltre a denunciarlo perché, per esempio, lui non si fa avanti?

Tutti candidati, tutti consiglieri? Ognuno col proprio mestiere. Scrivere, ragionare, osservare criticamente sono comunque modalità di un impegno pubblico.

Voglio sottolineare l’importanza della partecipazione: ecco perché ammiro Andrea Ingiulla e la sua lista. Si stanno impegnando, consapevoli che la strada è tutta in salita.

Che fine farà ora il tesoretto elettorale dei Cinque Stelle? Sarà depredato o confluirà nel partito dell’astensionismo?

Penso che non ci sarà astensionismo perché le liste sono tutte strutturate. Il tesoretto dei Cinque Stelle andrà disperso, una parte nel Centrodestra e l’altra nel Pd. Il mio rammarico è proprio questo.

Se è vero che nel movimento hanno coabitato persone di diversa estrazione (da Piero Cannistraci a Carmen Toscano), è innegabile che il faro che ha orientato tutti è stata l’avversione al Pd di Glorioso e Pappalardo, alle loro politiche e alla loro gestione del potere.

Ma dobbiamo restare ancorati a quello che è successo nel passato o dobbiamo guardare oltre? Se non mi ritrovo nel Centrodestra, io devo coalizzarmi con quello che prima era il mio “nemico”. La politica è dialogo, non mondi a tenuta stagno.

Dimenticare tutto: quel che è stato è stato…

Se è necessario sì, per il bene superiore del paese. Bisogna dimenticare.

Il vostro candidato a sindaco, cinque anni fa, avendo come premessa l’amministrazione a guida Pd, criticava gli appalti ai soliti amici, gli assessori scaduti come lo yogurt, i feudi elettorali, l’affarismo per i soliti noti, sollecitava il ripristino della normalità a Biancavilla… Una pietra sopra?

Sfatiamo una cosa: la mitica giostra di Glorioso non esiste più ed è diventata la giostra di Bonanno. È cambiato qualcosa? Secondo me no: gli amici degli amici ci sono e resteranno sempre. La politica locale è questa.

Ma l’opposizione non ha prodotto, in tal senso, alcuna forte denuncia. Diciamola tutta: l’avversione martellante per Glorioso non l’avete riservata a Bonanno. Una critica interna che le viene rivolta riguarda l’opposizione timida e distratta al sindaco di Fratelli d’Italia.

Non risultano miei apprezzamenti a Bonanno. I progetti portati in Consiglio Comunale che ho ritenuto utili, li ho tutti votati, quando si trattava di progetti necessari per il nostro paese. La mia è stata un’opposizione non ostativa.

Se tutto si può rimuovere o dimenticare, ci dà una sua personale definizione della parola “coerenza”?

Per me significa raggiungere un accordo, anche con il mio nemico, purché lo si faccia nell’interesse della collettività. Non possiamo adagiarci in piedistalli per le divergenze di 5 o 10 anni fa. Bisogna ritornare sui nostri passi, fare ammenda degli errori e guardare avanti.

È la risposta più “democristiana” che potesse dare.

(Risata) Ma io lo sono, democristiano. E il mio modello è uno. È senz’altro Aldo Moro, di cui sentiamo tanto la mancanza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Continua a leggere
Pubblicità

DOSSIER MAFIA

I più letti