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Chiesa

Risuona l’antico organo della Mercede di Biancavilla dopo l’accurato restauro

Il maestro Alessandro Bovelacci: «Recuperato uno strumento pregevole per fattura e bellezza timbrica»

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Restauro concluso per l’organo della chiesa della Mercede di Biancavilla, rettoria che appartiene all’Annunziata, amministrata da don Giovambattista Zappalà, dopo la morte del parroco, don Antonino Tomasello.

Questo antico strumento musicale è stato ricollocato nella sua postazione originaria, sulla cantoria soprastante la porta d’ingresso.

L’intervento di restauro si è reso necessario a causa dell’usura del tempo e delle cattive condizioni in cui versava, che ne impedivano l’utilizzo.

Il maestro restauratore, Alessandro Bovelacci, a Biancavilla Oggi: «Il restauro ha restituito, dopo anni di abbandono, pienamente funzionante ed efficiente, uno strumento pregevole. Lo è per fattura, ottima qualità dei materiali impiegati, bellezza timbrica».

Ma specifica e raccomanda: «Ovviamente risulta indispensabile che con una certa frequenza, un organista possa suonare lo strumento per tenerlo in esercizio. In alternativa, sarebbe auspicabile il trasferimento dell’organo in altra chiesa aperta al culto, che ne potrebbe garantire la fruizione liturgica».

A seguire tutte le fasi, burocratiche e tecniche, sono stati padre Zappalà e, successivamente, padre Tomasello. A curare i rapporti con il maestro Bovelacci, anche Giuseppe Marchese, parrocchiano dell’Annunziata.

«Mi sono sin da subito reso disponibile –dice Marchese– a curare questo progetto di restauro, durato diversi anni, il cui risultato è veramente stupefacente e di gran pregio. Presenta, infatti, la peculiare “ottava corta”, che accorcia l’ultima ottava sinistra della tastiera».

Un restauro con fondi della Cei e della Regione

L’organo, realizzato dai fratelli Platania-Gioffrè, maestri organari di Acireale, operanti nell’Ottocento in tutta la Sicilia, fu ultimato il 20 marzo 1859. La data è riportata nella scritta originale all’interno del somiere principale.

Un prefevole strumento “salvato” e recuperato grazie ai fondi dell’8×1000 della Cei (per il 60%) ed il restante 40% della Regione Sicilia.

Adesso, la formale restituzione alla città di Biancavilla, sancita con il collaudo dell’organo, alla presenza dei soprintendenti settoriali di Catania e di Palermo.

Un altro tassello importante per la “Mercede”, peraltro dopo gli interventi di messa in sicurezza in seguito al sisma dell’ottobre 2018. Resta da eseguire il restauro dei preziosi affreschi della volta, realizzati da Giuseppe Tamo da Brescia. Adesso si punta a trovare fondi o mecenati disponibili a finanziare questi ultimi e definitivi interventi.

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Chiesa

La devozione e gli “ossequi”: restaurata la statua della Madonna del Carmelo

Interventi finanziati dai fedeli della parrocchia dell’Idria: l’opera è di Giovambattista Sangiorgio

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Dopo mesi di restauro, la parrocchia Santa Maria dell’Idria rivede il simulacro della Madonna del Carmelo in una nuova veste. Un’opera interessata ad interventi, finanziati esclusivamente dai fedeli.

La statua, realizzata con la tecnica dell’impannaggio – che prevede l’utilizzo di legno, tela, colla e stucco, ampiamente utilizzata in Sicilia – è un’opera del biancavillese Giovambattista Sangiorgio (lo stesso autore del “Cristo Risorto” di Biancavilla): risale al 1901 ed è collocata nella nicchia a lei dedicata all’interno della chiesa.

La devozione alla Madonna del Carmine è una caratteristica del Sud Italia: tante in Sicilia le chiese e le associazioni a lei dedicate. Nella parrocchia biancavillese, in passato, durante la quindicina, la messa era molto partecipata e i fedeli sostavano davanti all’altare per rivolgere i cosiddetti “ossequi”.

La statua della Madonna del Carmelo era stata già interessata, con il parroco padre Salvatore Nicoletti, a lavori, eseguiti dal professor Antonino Distefano. Restauri che, però, avevano bisogno di un nuovo ripristino.

Lo hanno eseguito, nei mesi scorsi, due giovani artisti, Francesca Crispi e Alfredo Sergi. Innanzitutto è stata resa solida la base, in seguito sono state ricostruite alcune parti mancanti e, infine, sono stati riportati i colori e le rispettive decorazioni al loro stato originale.

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Chiesa

Quel viaggio chiamato “adolescenza”: lo psicologo parla all’oratorio “Don Bosco”

Un confronto aperto e serrato tra il dott. Alessio Leotta e i giovani della parrocchia dell’Annunziata

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Un’occasione di formazione e riflessione per parlare di adolescenza a una platea di… adolescenti. L’oratorio “Don Bosco” della parrocchia Annunziata ha promosso l’incontro con i propri giovani, ponendoli davanti ad un ospite esperto in dinamiche adolescenziali. Ragazze e ragazzi si sono confrontati con il dott. Alessio Leotta, psicologo e psicoterapeuta, affrontando diversi aspetti di quella età, cruciale per la crescita e la formazione dell’individuo.

Il professionista ha proposto un’analisi approfondita di questa delicata fase della vita, soffermandosi su aspetti fondamentali come il cambiamento dell’identità, le sfide emotive, il bisogno di appartenenza, la gestione delle relazioni e la scoperta della propria autonomia. L’approccio non è stato solo teorico, ma fortemente partecipativo: i giovani sono stati invitati a condividere liberamente le proprie esperienze, emozioni e dubbi.

Molti hanno trovato lo spazio per raccontare vissuti personali, paure e desideri, scoprendo nel gruppo un luogo sicuro dove potersi esprimere senza giudizio. Il dott. Leotta ha creato un clima accogliente, rispondendo con empatia e professionalità alle domande e ai racconti.

Un confronto che ha generato una profonda consapevolezza collettiva: l’adolescenza, con tutte le sue difficoltà, è anche un’opportunità per conoscersi meglio, per imparare a relazionarsi con gli altri e per costruire il proprio futuro. Un bagaglio di conoscenze in più per i giovani dell’oratorio “Don Bosco”, più compresi, motivati e pronti ad affrontare il proprio percorso con maggiore serenità.

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