Cronaca
Operazione antimafia “Report”, c’è anche un biancavillese tra i 18 arrestati
L’imprenditore edile Alfio Giuffrida coinvolto a causa del “recupero” di un credito per lavori di ristrutturazione


C’è anche un imprenditore edile di Biancavilla, Alfio Giuffrida, 54 anni, tra le 18 persone coinvolte nell’operazione “Report” della Guardia di finanza di Catania e ritenute appartenenti o riconducibili ai clan Laudani e Santapaola. Le accuse, a vario titolo, per i 18 arrestati (di cui otto ai domiciliari, come nel caso di Giuffrida) sono di associazione mafiosa, estorsione, usura, turbativa d’asta, favoreggiamento personale, detenzione e porto di armi da fuoco.
In particolare, come ha appurato Biancavilla Oggi con riscontri documentali, all’imprenditore biancavillese vengono contestati fatti riferiti al periodo tra il dicembre 2017 e il febbraio 2019. Episodi, ricostruiti con intercettazioni ambientali e telefoniche, che lo vedono coinvolto con gli indagati Girolamo Brancato (esponente dei “Laudani” conosciuto pure con il nome di Lucio) e Antonino Puglisi.
Questi ultimi –riportano le carte dell’inchiesta– avrebbero «concorso tra loro e con un terzo soggetto rimasto ignoto, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso ed in tempi diversi».
Nello specifico, avrebbero rivolto minacce ai titolari dell’esercizio commerciale “See You” di Catania, rappresentando un credito di alcune decine di migliaia di euro non corrisposto all’imprenditore di Biancavilla per avere eseguito lavori di ristrutturazione. Credito che Giuffrida avrebbe “ceduto” a Brancato e Puglisi, i quali cercavano di riavere i soldi con l’uso dell’intimidazione.
«Circostanza –scrivono gli inquirenti a proposito della “cessione” del credito– confermata dallo stesso Giuffrida, intimando l’immediata corresponsione della somma, nonché minacciando direttamente una delle titolari con le seguenti parole: “Non ti do una tumbulata perché sei femmina”. E provocando l’’intervento di altri dipendenti a tutela della donna».
Da qui, la costrizione del titolare del locale «ad effettuare un primo versamento di 2mila euro e, in seguito, a sottoscrivere delle cambiali a scomputo del debito, nonché, infine, a corrispondere l’intera somma, secondo cadenze temporali concordati con il Giuffrida».
Intimidazioni con effetto sperato
Tutti fatti (dettagli rispetto alla complessità dell’intera operazione antimafia) che i magistrati contestano, per Brancato e Puglisi, con le aggravanti del metodo mafioso e della recidiva.
«Che l’azione estorsiva -viene trascritto nelle carte dell’inchiesta- avesse prodotto i risultati sperati, lo confermava anche Brancato in una conversazione, in cui rimarcava come, grazie ad un “grosso favore” che lui stesso aveva fatto a Giuffrida, avesse di fatto compensato il debito che aveva contratto con il Giuffrida per l’esecuzione dei lavori edili da lui commissionati presso il bar di Massannunziata in ristrutturazione».
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Cronaca
Mazza, tronchesine e cacciaviti: denunciato un 26enne di Biancavilla
Servizio di controllo effettuato dai carabinieri a Nicolosi in linea con il piano strategico della Prefettura


Controlli a tappeto a Nicolosi da parte dei carabinieri. Un’attività svolta nell’ambito dei servizi pianificati dal comando provinciale dell’Arma, in linea con le direttive strategiche della Prefettura.
I controlli sono stati finalizzati alla prevenzione e al contrasto dei reati contro il patrimonio, in particolare i furti in abitazione e sulle autovetture.
In quest’ottica, i militari hanno denunciato un 26enne di Biancavilla, già noto alle forze dell’ordine per “possesso ingiustificato di chiavi o grimaldelli”.
Il giovane è stato fermato alla guida della sua autovettura Fiat Punto, in via Gabriele D’Annunzio, dove è stato perquisito.
È stato trovato in possesso di una mazza spaccapietre, tre tronchesine, due pinze universali multifunzione, otto cacciaviti di varia lunghezza, che nascondeva all’interno del bagagliaio.
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