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Pure un medico e un altro infermiere contagiati all’ospedale di Biancavilla
Screening in atto sul personale del presidio “Maria Ss. Addolorata”: quasi 300 i tamponi effettuati
di Vittorio Fiorenza
C’è un nuovo aggiornamento sullo screening in atto sul personale dipendente dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla. Due nuovi tamponi risultati positivi: sono quelli effettuati su un medico anestesista e su un infermiere del reparto di Ortopedia. Ne diamo notizia dopo la conferma avuta da fonti sanitarie.
Le statistiche sui contagi nel presidio biancavillese registrano, quindi, fino a questo momento complessivamente 8 contagi: sei infermieri, un medico e un operatore di una ditta esterna. Altri esiti si attendono nei prossimi giorni ed è assai probabile che altri risultati di positività si aggiungeranno a quelli già noti.
Sono tutte infezioni virali che stanno emergendo in virtù degli esami che l’Asp ha disposto su tutto il personale: quasi 300 tamponi effettuati negli ultimi giorni e man mano arrivano i risultati. Quanti hanno avuto notizia della positività al Covid-19 sono stati messi in quarantena in casa propria. Tutti, per fortuna, sarebbero asintomatici o con sintomi lievi.
La serie di contagi ha attirato inevitabilmente l’attenzione sull’ospedale di Biancavilla. Un’interrogazione all’Ars è stata presentata dalla deputata Gianina Ciancio del Movimento 5 Stelle, chiedendo un intervento all’assessore alla Salute, Ruggero Razza.
Stesso appello rivolto all’esponente del governo Musumeci da parte del NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche, che si rivolge anche al prefetto di Catania con una lettera in cui si chiede la garanzia della sicurezza sul presidio e si evidenziano ritardi negli esiti dei tamponi (esami che- va detto- sono di competenza del Policlinico di Catania e non dell’Asp).
«Abbiamo avviato un’importante attività di sorveglianza sanitaria a tutela degli operatori e della popolazione – aveva già spiegato il dr. Antonino Rapisarda, direttore sanitario dell’Asp di Catania -. L’orizzonte di gestione di questo processo è definito dalle disposizioni governative nazionali e regionali. Nessun allarmismo, nessun focolaio, quindi, ma una normale, quanto determinata, attività di prevenzione per quella fascia di popolazione rappresentata dagli operatori sanitari».
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In strada boccette di metadone, il farmaco contro la tossicodipendenza
Lo spettro del mercato nero: a Biancavilla l’ultimo episodio tra via Antonio Gramsci e via Callicari
Boccettine di metadone disseminate in strada. È accaduto tra via Antonio Gramsci e via Callicari. Non è la prima volta negli ultimi mesi nello stesso tratto di strada. Alcuni contenitori (svuotati della sostanza), con i tappi e le confezioni di cartoncino, sono stati sparsi a terra.
Il metadone è un antidolorifico ma è usato anche per le tossicodipendenze. Si impiega, infatti, per prevenire i sintomi dell’astinenza nei soggetti che cercano di disintossicarsi da droghe oppiacee (ad esempio l’eroina).
Non è una novità che spesso ci sia un mercato nero. C’è chi, destinatario di questa tipologia di farmaci, rifiuta l’assunzione della dose, violando la terapia personale, e la rivende ad assuntori di stupefacenti. Una pratica pericolosa.
I contenitori del farmaco trovati in strada a Biancavilla (metadone cloridrato Molteni da 20 mg in soluzione orale) rappresenta l’ultimo episodio di una lunga serie. In casi del genere, quando si notano in strada le confesioni di tali farmaci, è opportuno segnalarlo alla stazione dei carabinieri perché vengano avviate indagini e verifiche.
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Beppe
28 Aprile 2020 at 0:19
E tutti quelli che sono passati e registrati al pronto soccorso e in altri reparti?
E da quanto tempo queste persone asintomatiche sono positive?
Ci sono state le dovute protezioni per medici e infermieri?
Sono domande che si possono allargare anche a livello nazionale …
Vedremo, ho sentito tantissimi all’inizio dell’epidemia dire “È tutto sotto controllo..” e poi ne abbiamo visto i risultati
Che Dio ce la mandi buona
Auguri di pronta guarigione ai positivi del nostro ospedale, che possano ritornare presto a lavoro.
L’ospedale va messo in sicurezza perché si devono garantire la salute di chi ha urgenza di essere curato per ogni altra patologia, perché non c’è solo il Covid.