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Chiesa

Biancavilla festeggia il patrono: folla di fedeli attorno San Placido

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Foto di Giuseppe Marchese

La statua del martire benedettino portata in processione nel tradizionale giro del centro storico. L’abate Vittorio Rizzone: «Il suo esempio di giovanissimo monaco ci riporta all’importanza della perseveranza in Cristo».

 

San Placido “riabbraccia” i biancavillesi. La statua del patrono cittadino portata in processione nel tradizionale giro del centro storico, tra una folla di fedeli e la presenza autorevole dell’abbate Vittorio Rizzone, assieme al clero cittadino con il vicario foraneo, padre Giovanbattista Zappalà e il prevosto, padre Pino Salerno.

Nel corso della processione, breve sosta in via Vittorio Emanuele, vicino il plesso elementare “Marconi” per la benedizione di un’edicola votiva dedicata al martire benedettino: è la sesta che viene inaugurata su iniziativa del Circolo San Placido, i cui soci dall’inconfondibile saio bianco si sono stretti attorno al patrono nella festa più sentita e partecipata dell’anno da parte dei biancavillesi.

Tra i tiratori del simulacro, oltre ai soci entrati quest’anno, anche alcuni alunni delle scuole elementari, che hanno risposto quindi all’invito rivolto loro dai rappresentanti del circolo nei vari incontri promossi nelle scuole del paese.

Foto di Francesco Cirami

Giornata culmine dei festeggiamenti patronali, quindi, cominciati il 23 settembre con l’apertura del sacello contenete il simulacro del martire benedettino. Una lunga scaletta di eventi, di visite e occasioni di incontro hanno caratterizzato le manifestazioni.

La celebrazione di oggi in Chiesa Madre ha visto coinvolto da protagonista il Circolo San Placido, presieduto da Alessandro Rapisarda ed occupato nell’organizzazione della festa, oltre all’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento, ad una rappresentanza dell’associazione Volontari Ospedalieri Italiani, con l’animazione della corale della basilica, diretti dal maestro Filadelfio Grasso, con Loredana Finocchiaro al violino e Clelia Finocchiaro al flauto traverso.

Foto di Giuseppe Marchese

Alla fine della celebrazione, il circolo ha donato all’abate Rizzone una statua di San Placido, che verrà posizionata all’interno dell’abbazia di San Martino delle scale, a Monreale. È stato l’abate a sottolineare il «particolare legame che lega me e la famiglia benedettina con Biancavilla e San Placido, che con il suo esempio, da giovanissimo monaco, qui ricordato anche come abate e martire, ci riporta all’importanza della perseveranza in Cristo. A San Placido, la nostra famiglia benedettina affida i novizi che intendono fare parte del nostro ordine e desidero che siano loro a valorizzarlo, dando lustro a questo dono in monastero».

Presente alla processione anche una delegazione di Gap, località francese nella quale il culto a San Placido deriva dalla presenza di immigrati di Biancavillesi.

Foto di Francesco Cirami

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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1 Comment

1 Comment

  1. marchese

    8 Ottobre 2017 at 23:20

    ciao,
    perchè non fare un articolo sul concorso fotografico di cui avete pubblicato le foto?
    magari intervistando i vincitori dei primi due posti
    magari intervista doppia in stile “Le Iene”???

    grazie saluti

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Chiesa

La devozione e gli “ossequi”: restaurata la statua della Madonna del Carmelo

Interventi finanziati dai fedeli della parrocchia dell’Idria: l’opera è di Giovambattista Sangiorgio

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Dopo mesi di restauro, la parrocchia Santa Maria dell’Idria rivede il simulacro della Madonna del Carmelo in una nuova veste. Un’opera interessata ad interventi, finanziati esclusivamente dai fedeli.

La statua, realizzata con la tecnica dell’impannaggio – che prevede l’utilizzo di legno, tela, colla e stucco, ampiamente utilizzata in Sicilia – è un’opera del biancavillese Giovambattista Sangiorgio (lo stesso autore del “Cristo Risorto” di Biancavilla): risale al 1901 ed è collocata nella nicchia a lei dedicata all’interno della chiesa.

La devozione alla Madonna del Carmine è una caratteristica del Sud Italia: tante in Sicilia le chiese e le associazioni a lei dedicate. Nella parrocchia biancavillese, in passato, durante la quindicina, la messa era molto partecipata e i fedeli sostavano davanti all’altare per rivolgere i cosiddetti “ossequi”.

La statua della Madonna del Carmelo era stata già interessata, con il parroco padre Salvatore Nicoletti, a lavori, eseguiti dal professor Antonino Distefano. Restauri che, però, avevano bisogno di un nuovo ripristino.

Lo hanno eseguito, nei mesi scorsi, due giovani artisti, Francesca Crispi e Alfredo Sergi. Innanzitutto è stata resa solida la base, in seguito sono state ricostruite alcune parti mancanti e, infine, sono stati riportati i colori e le rispettive decorazioni al loro stato originale.

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Chiesa

Quel viaggio chiamato “adolescenza”: lo psicologo parla all’oratorio “Don Bosco”

Un confronto aperto e serrato tra il dott. Alessio Leotta e i giovani della parrocchia dell’Annunziata

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Un’occasione di formazione e riflessione per parlare di adolescenza a una platea di… adolescenti. L’oratorio “Don Bosco” della parrocchia Annunziata ha promosso l’incontro con i propri giovani, ponendoli davanti ad un ospite esperto in dinamiche adolescenziali. Ragazze e ragazzi si sono confrontati con il dott. Alessio Leotta, psicologo e psicoterapeuta, affrontando diversi aspetti di quella età, cruciale per la crescita e la formazione dell’individuo.

Il professionista ha proposto un’analisi approfondita di questa delicata fase della vita, soffermandosi su aspetti fondamentali come il cambiamento dell’identità, le sfide emotive, il bisogno di appartenenza, la gestione delle relazioni e la scoperta della propria autonomia. L’approccio non è stato solo teorico, ma fortemente partecipativo: i giovani sono stati invitati a condividere liberamente le proprie esperienze, emozioni e dubbi.

Molti hanno trovato lo spazio per raccontare vissuti personali, paure e desideri, scoprendo nel gruppo un luogo sicuro dove potersi esprimere senza giudizio. Il dott. Leotta ha creato un clima accogliente, rispondendo con empatia e professionalità alle domande e ai racconti.

Un confronto che ha generato una profonda consapevolezza collettiva: l’adolescenza, con tutte le sue difficoltà, è anche un’opportunità per conoscersi meglio, per imparare a relazionarsi con gli altri e per costruire il proprio futuro. Un bagaglio di conoscenze in più per i giovani dell’oratorio “Don Bosco”, più compresi, motivati e pronti ad affrontare il proprio percorso con maggiore serenità.

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