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Chiesa

Cerimonia con l’arcivescovo per la riconferma di padre Pino Salerno

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Mons. Gristina ha formalizzato in basilica il rinnovo del mandato al prevosto parroco per ulteriori nove anni. Benedetta la nuova “Via Crucis”, opera di Dino Cunsolo.

 

di Alessandro Rapisarda

L’arcivescovo di Catania ha presieduto, nella basilica di Biancavilla, la cerimonia nella quale è stato formalmente riconfermato, come preannunciato già lo scorso mese, padre Pino Salerno nel ruolo di prevosto parroco per ulteriori nove anni, fino al 2025.

Una chiesa madre gremita, anche con la presenza dei rappresentanti istituzionali, associazionistiche e delle confraternite religiose, nella quale hanno riecheggiato i canti della corale polifonica della basilica.

«Oggi vi affido a don Pino come servo di Cristo, in questa stupenda porzione di chiesa di Biancavilla», è stato il messaggio rivolto da mons. Salvatore Gristina ai fedeli.

Nel suo intervento di saluto iniziale, particolarmente emozionato, padre Pino ha tracciato il percorso del suo lavoro svolto nel suo primo mandato, ricordando gli eventi più significativi: dal Giubileo placidiano al Giubileo della Misericordia, dal pellegrinaggio a Roma con l’Icona della Madonna dell’Elemosina esposta in piazza San Pietro in occasione della canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta fino agli incontri con Benedetto XVI e Papa Francesco. Significativa anche la tutela e l’arricchimento del patrimonio artistico della basilica.

Per l’occasione, il vescovo ha anche benedetto la nuova Via Crucis, opera realizzata dal maestro Dino Cunsolo di Biancavilla, che ha collocato la serie di gruppi statuari in nicchie ricavate lungo il colonnato della chiesa. La cerimonia si è conclusa con le allegre melodie delle novene natalizie siciliane.

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Chiesa

La devozione e gli “ossequi”: restaurata la statua della Madonna del Carmelo

Interventi finanziati dai fedeli della parrocchia dell’Idria: l’opera è di Giovambattista Sangiorgio

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Dopo mesi di restauro, la parrocchia Santa Maria dell’Idria rivede il simulacro della Madonna del Carmelo in una nuova veste. Un’opera interessata ad interventi, finanziati esclusivamente dai fedeli.

La statua, realizzata con la tecnica dell’impannaggio – che prevede l’utilizzo di legno, tela, colla e stucco, ampiamente utilizzata in Sicilia – è un’opera del biancavillese Giovambattista Sangiorgio (lo stesso autore del “Cristo Risorto” di Biancavilla): risale al 1901 ed è collocata nella nicchia a lei dedicata all’interno della chiesa.

La devozione alla Madonna del Carmine è una caratteristica del Sud Italia: tante in Sicilia le chiese e le associazioni a lei dedicate. Nella parrocchia biancavillese, in passato, durante la quindicina, la messa era molto partecipata e i fedeli sostavano davanti all’altare per rivolgere i cosiddetti “ossequi”.

La statua della Madonna del Carmelo era stata già interessata, con il parroco padre Salvatore Nicoletti, a lavori, eseguiti dal professor Antonino Distefano. Restauri che, però, avevano bisogno di un nuovo ripristino.

Lo hanno eseguito, nei mesi scorsi, due giovani artisti, Francesca Crispi e Alfredo Sergi. Innanzitutto è stata resa solida la base, in seguito sono state ricostruite alcune parti mancanti e, infine, sono stati riportati i colori e le rispettive decorazioni al loro stato originale.

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Chiesa

Quel viaggio chiamato “adolescenza”: lo psicologo parla all’oratorio “Don Bosco”

Un confronto aperto e serrato tra il dott. Alessio Leotta e i giovani della parrocchia dell’Annunziata

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Un’occasione di formazione e riflessione per parlare di adolescenza a una platea di… adolescenti. L’oratorio “Don Bosco” della parrocchia Annunziata ha promosso l’incontro con i propri giovani, ponendoli davanti ad un ospite esperto in dinamiche adolescenziali. Ragazze e ragazzi si sono confrontati con il dott. Alessio Leotta, psicologo e psicoterapeuta, affrontando diversi aspetti di quella età, cruciale per la crescita e la formazione dell’individuo.

Il professionista ha proposto un’analisi approfondita di questa delicata fase della vita, soffermandosi su aspetti fondamentali come il cambiamento dell’identità, le sfide emotive, il bisogno di appartenenza, la gestione delle relazioni e la scoperta della propria autonomia. L’approccio non è stato solo teorico, ma fortemente partecipativo: i giovani sono stati invitati a condividere liberamente le proprie esperienze, emozioni e dubbi.

Molti hanno trovato lo spazio per raccontare vissuti personali, paure e desideri, scoprendo nel gruppo un luogo sicuro dove potersi esprimere senza giudizio. Il dott. Leotta ha creato un clima accogliente, rispondendo con empatia e professionalità alle domande e ai racconti.

Un confronto che ha generato una profonda consapevolezza collettiva: l’adolescenza, con tutte le sue difficoltà, è anche un’opportunità per conoscersi meglio, per imparare a relazionarsi con gli altri e per costruire il proprio futuro. Un bagaglio di conoscenze in più per i giovani dell’oratorio “Don Bosco”, più compresi, motivati e pronti ad affrontare il proprio percorso con maggiore serenità.

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