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L’auto dei vigili sulle strisce gialle, indignati i disabili di “Insieme”

Valeria Pulvirenti, presidente dell’associazione: «Quale è la novità? Certo, l’infrazione della polizia municipale fa eco. Ma viviamo ogni giorno situazioni ben più gravi».
di Maria Francesca Greco
È stato lo scivolone sulla buccia di banana da parte dei vigili urbani a far scattare l’indignazione sul web e soprattutto la polemica tra i cittadini. La foto ormai famosa scattata lo scorso 25 agosto in via Lucchetti, una traversa di via Umberto, da alcuni cittadini irritati alla vista di tale infrazione, è diventata in pochi minuti virale e ha acceso dibattiti tra i cittadini e le associazioni di disabili, tra le quali l’associazione biancavillese “Insieme”.
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►Il parcheggio riservato ai disabili occupato… dall’auto dei vigili urbani
La presidente dell’associazione, Valeria Pulvirenti, ha espresso la sua indignazione. «Ho appreso del non certo singolare episodio –ha detto a Biancavilla Oggi– dai social, mentre ero assieme ad alcuni dei miei ragazzi. La prima reazione è stata quella di sorriderci sopra, come dire “dov’è la novità?”. Certo, il fatto che l’autore dell’infrazione sia stato paradossalmente un vigile urbano, non è cosa da nulla. La cosa più brutta è per noi renderci conto che ci si ricorda che a Biancavilla esistono persone “diversamente abili” solo dal fatto che delle strisce gialle sono occupate da un’auto dei vigili, quando giornalmente i disabili arrivano a vivere situazioni ancora più gravi».
«Perciò invito tutti, cittadini e rappresentanti comunali, a denunciare questi abusi, ma soprattutto –sottolinea Pulvirenti– cominciare a “vivere” la disabilità” nel quotidiano, perché a guardarla a distanza o magari con degli smartphone viene facile a chiunque. Non strumentalizziamo questa realtà per tornaconti personali perché vi assicuro che i disagi che si trovano a vivere in solitudine i disabili sono tantissimi per quanto questo genere di episodi facciano più eco».
La presidente inoltre si fa portavoce di un pensiero che i ragazzi dell’associazione hanno maturato con gli anni: «Noi vogliamo solo quei diritti che ci permettono di vivere con dignità e serenità la nostra disabilità, l’importante è che nessuno possa trasformare un diritto di fatto in privilegio. Abbiamo bisogno di essere ascoltati in prima persona. E soprattutto non trasformateci in un business politico».
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Ss 284, a Biancavilla sparito lo spartitraffico: appello per il ripristino
Intervento dell’associazione Aiace: «Non possiamo aspettare che si verifichi un’altra tragedia»

I birilli spartitraffico lungo la Strada Statale 284, nel tratto di Biancavilla, non ci sono più. Con il tempo sono stati distrutti, danneggiati, scardinati. Eppure non erano lì per caso. Quei dispositivi flessibili erano stati fortemente voluti, attraverso petizioni e prese di posizioni, da cittadini di Biancavilla, Adrano, Bronte e dei centri vicini. Una volontà contro incidenti stradali in un’arteria ad alto rischio. L’assenza dello spartitraffico adesso riaccende i riflettori sulla sicurezza.
L’Associazione Consumatori AIACE, attenta su questi temi e sulla Ss 284, lancia un appello urgente alle istituzioni (Comune di Biancavilla, alla Prefettura, all’Anas e alla Polizia Stradale): «Chiederemo formalmente agli enti competenti il ripristino immediato della barriera spartitraffico con i birilli flessibili. Non possiamo aspettare che si verifichi un’altra tragedia».
L’associazione chiede interventi concreti anche per altri aspetti: un manto stradale drenante, che non si trasformi in una trappola a ogni pioggia; una pavimentazione a norma, senza buche né tratti usurati; aree di sosta sicure e pulite, libere da rifiuti e cani randagi, che rappresentano un pericolo reale per chi è alla guida; guard rail a norma, per contenere i veicoli in caso di uscita di strada.
Tutti elementi che – denuncia l’associazione – risultano assenti in lunghi tratti della Strada Statale 284, la principale arteria che collega Biancavilla, Adrano, Santa Maria di Licodia e Paternò.
«Autovelox non omologato, annullato verbale»
Intanto, l’associazione cita l’avv. Andrea Carmanello che ha reso nota una sentenza recentissima del Giudice di Pace di Biancavilla con cui è stato annullato un verbale elevato con autovelox. Il motivo? Il dispositivo era approvato ma non omologato, contrariamente a quanto stabilito dalla Cassazione.
«Una decisione di grande valore, che può aprire la strada – sottolinea Aiace – a molti ricorsi e annullamenti, anche in altri comuni. È bene che i cittadini lo sappiano, perché conoscere i propri diritti è il primo modo per difendersi».
«Non si può morire per strada mentre si va a lavorare, a scuola o semplicemente si torna a casa – scrive l’associazione –. La sicurezza non può ridursi a qualche autovelox. Sappiamo bene che in molte zone d’Italia questi strumenti sono stati utilizzati più per fare cassa che per prevenire realmente incidenti. Ma non è così che si salvano vite».
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Lavoratori del supermercato sfruttati, l’arcivescovo: «Vergogna, boicottiamo»
Renna interviene sul caso di Biancavilla: «A fare la spesa si rischia di essere complici di forme predatorie»

«È una grande vergogna, soprattutto per noi cristiani, trattare così i nostri fratelli. Siamo pronti a boicottare chi non rispetta la dignità dei lavoratori».
Non usa mezzi termini, l’arcivescovo di Catania, Luigi Renna, per intervenire sulla vicenda del supermercato di Biancavilla con dipendenti sfruttati e paghe anche sotto due euro l’ora. Una scoperta della Guardia di finanza che ha portato agli arresti domiciliari il titolare e il direttore commerciale e al sequestro preventivo della società.
«Mi indigna profondamente – rincara Renna – anche il fatto che, continuando a fare acquisti in certi supermercati, rischiamo di diventare complici di queste ingiustizie. Se non ci sarà un cambio di rotta, sarà giusto invitare a non consumare in quei punti vendita».
Un appello ai consumatori per scelte responsabili e consapevoli anche quando vanno a fare la spesa. Sì, perché il caporalato non è confinato al settore agricolo, come ha rilevato l’inchiesta di Biancavilla.
«Non parliamo – dice, non a caso, il vescovo – solo di un ambito specifico come quello agricolo, ma di un sistema che tocca i consumi quotidiani, le catene commerciali, dove il profitto sembra giustificare tutto e lo sfruttamento assume forme predatorie».
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