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Caduti australiani e neozelandesi, padre Pino Salerno all’Anzac day

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foto di Alessandro Zappalà

Anche padre Pino Salerno e le corali di Biancavilla hanno partecipato all’Anzac day, le cerimonie dell’Australian and New Zealand Army Corps (il Corpo d’armata australiano e neozelandese) al Museo dello Sbarco e al cimitero di guerra del Commonwhealth, a Catania. Qui sono sepolti 26 australiani e 10 neozelandesi che morirono nel corso delle operazioni dello sbarco degli Alleati nell’estate del 1943.

Presenti l’ambasciatore Mike Rann, l’addetto culturale dell’Ambasciata australiana a Roma, Clelia March Doeve, e rappresentanti della Polizia e delle Forze armate.

L’ambasciatore, dopo aver visitato il museo, nel suo discorso ha fatto cenno con non celata commozione a suo padre che combatté in Italia nella Seconda Guerra Mondiale, ricordando e sottolineando il valore e il coraggio degli italiani in quei tragici momenti.

Ricordata anche l’Operazione Husky e lo Sbarco a Gallipoli. Parole cariche anche da parte del prefetto di Catania, Maria Guia Federico, che si è soffermata anche sul problema degli “sbarchi” che si sta vivendo in questi mesi nella nostra isola.

Il momento celebrativo, al cimitero, è stato presieduto dal prevosto di Biancavilla, nato in Australia da genitori emigrati, molto attento ai rapporti con questo Continente nel quale si reca quasi ogni anno.

Durante la deposizione delle ghirlande presso la croce monumentale, è stata eseguita la sequenza gregoriana “Dies irae”, dalla Corale dell’Accademia Universitaria Biancavillese e dalla Corale della Basilica Collegiata, che con i loro canti hanno reso ancora più solenne e toccante la celebrazione in memoria dei soldati australiani e neozelandesi sepolti in Sicilia.

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Cultura

L’omaggio di Salvo Ardizzone alla memoria del maestro Franco Zeffirelli

L’artista biancavillese racconta il suo incontro, quand’era ancora studente, con il grande regista italiano

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Nello scenografico complesso di San Firenze, sede della Fondazione Franco Zeffirelli, consegnata l’opera dell’artista siciliano Salvo Ardizzone, originario di Biancavilla, dedicata al maestro del cinema italiano: “I Zeffiretti FZ 2023” acrilico 80×80.

Il dipinto rappresenta un giovane Zeffirelli del periodo del Gesù di Nazaret, circondato dagli “zeffiretti” dell’idomeneo di Mozart tanto amati dalla mamma Alaide. E poi tanto “viola” e tanti “gigli”, che rappresentano la sua amata Fiorentina.

«Ho incontrato il Maestro – ricorda l’artista biancavillese – nella primavera del 1993, lui stava girando il film “Storia di una Capinera” a Catania, io frequentavo l’Accademia di Belle Arti e stavo realizzando la mia tesi “Gesù nel cinema: secondo Pasolini, Zeffirelli e Jewison”, tre modi di vedere la figura di Gesù. È chiaro che di Zeffirelli mi sono soffermato sul “Gesù di Nazaret”, che considero il kolossal non solo della mia adolescenza ma anche di tutti i tempi».

«Tramite le suore benedettine, visto che una mia compagna di classe lo era, mi procurai – prosegue Ardizzone – un appuntamento con il Maestro all’interno del set. Nonostante siano passati esattamente 30 anni, lo ricordo come se fosse oggi. Lui saliva la “scalinata Alessi”, dove c’era anche il suo hotel di appoggio, considerando che lui aveva anche un caravan. Finita la salita si avvicinò a me, nonostante ci fosse un gruppetto di persone e mi disse: “Sei tu il ragazzo della tesi?”. Io in maniera emozionata gli risposi “sì”. Mi prese la mano e la bacio, dicendo “Grazie”. Ho ancora impresso questo momento nei miei pensieri e lo porterò con me».

Se il Gesù di Nazaret e Fratello sole, sorella luna mi hanno emozionato per le verità evangeliche e storiche, Storia di una Capinera e Romeo e Giulietta, mi legano di più alle emozioni amorose, che tutti noi abbiamo dentro il nostro cuore. La stessa cosa si può dire di Amore senza fine. Per parafrasare Callas forever, posso dire Zeffirelli forever».

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