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Chiesa

Portò la Bibbia in Cina, al convento le reliquie del beato Gabriele Allegra

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Le reliquie del beato Gabriele Maria Allegra saranno esposte alla venerazione nella comunità ecclesiale di Biancavilla, a cura dei frati del convento San Francesco.

L’arrivo delle reliquie è previsto giovedì. Venerdì mattina saranno portate nelle scuole di Adrano, mentre nel pomeriggio saranno esposte nella chiesa del convento di Biancavilla. La “peregrinatio” continuerà sabato mattina all’ospedale “Maria Santissima Addolorata”. Il pomeriggio saranno a disposizione dei ragazzi del catechismo. In serata, processione dal convento alla basilica “Maria Santissima dell’Elemosina”, dove il vicario foraneo, padre Giovanbattista Zappalà, presiederà una concelebrazione eucaristica, animata dalle comunità neocatecumenali di Biancavilla. Per l’intera giornata della domenica, le reliquie saranno esposte nella chiesa San Francesco.

Frate Gabriele Maria Allegra nacque a San Giovanni La Punta nel 1907. Studiò a Roma, dove si preparò per la vita missionaria in Cina. Dedicò gran parte della sua esistenza all’attività di diffusione dei principi cristiani nell’Estremo oriente. Dal 1939 al 1944 lavorò alla traduzione dell’Antico Testamento in lingua cinese. Fondò a Pechino, nel 1945, uno studio biblico, annesso alla locale Università cattolica, che poi fu costretto a chiudere nel 1948 con l’avanzata dell’esercito di Mao.

Si trasferì allora definitivamente ad Hong Kong nel 1950. Qui continuò la traduzione delle parti restanti dell’Antico Testamento e iniziò la traduzione del Nuovo Testamento. La traduzione dell’intera Bibbia fu ultimata con l’aiuto di diversi collaboratori nel 1961. Pubblicò in lingua cinese anche la traduzione dei più noti documenti pontifici di Leone XIII e Paolo VI. Il suo amore per la Cina si espresse pure nel servizio ai lebbrosi, nella venerazione e conservazione delle reliquie dei santi martiri in Cina, come nel caso di Sant’Antonino Fantosati. Padre Allegra morì ad Hong Kong nel 1976 a causa di un aggravamento delle condizioni di salute generale.

Nel 1984 il vescovo di Hong Kong, John Wu, promosse la causa di beatificazione. Dieci anni dopo, fu proclamato venerabile. Il 23 aprile 2002, alla presenza di Giovanni Paolo II, è stato promulgato il decreto riguardante un miracolo attribuito all’intercessione di Gabriele Maria Allegra. Il 29 settembre 2012 è stato beatificato ad Acireale, presso la basilica cattedrale di Maria SS. Annunziata.

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Chiesa

Il “cuore” di San Camillo de Lellis accolto al monastero di Biancavilla

La badessa Chiara Aurora Sena: «Un modello di misericordia e di carità verso i sofferenti»

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La Chiesa del convento di “Santa Chiara” di Biancavilla ha accolto e venerato la reliquia del cuore di San Camillo de Lellis. Un evento particolare in quest’ anno che la Chiesa cattolica dedica al giubileo della speranza. La reliquia sta compiendo un pellegrinaggio per portare e rinnovare il messaggio del santo fondatore dell’Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi.

A descrivere queste giornate è suor Chiara Aurora Sena, badessa del monastero di Biancavilla. «Accogliamo la reliquia – ci dice – in occasione dei 450 anni della conversione di San Camillo. Durante quest’anno la reliquia, per iniziativa dei padri camilliani, sta compiendo una “peregrinatio” in tutto il Sud Italia. Abbiamo pensato di fare coincidere gli esercizi spirituali, che ogni anno offriamo durante la quaresima, con questo evento di grazia. Possa essere un’occasione per incontrare un grande Santo che è modello di misericordia e di carità verso i sofferenti nel corpo e nello spirito. Da San Camillo prendiamo esempio per essere a nostra volta luce e consolazione per gli altri».

Diversi gli incontri con le varie realtà biancavillesi. Prima le catechesi tenute da fratel Carlo Mangione, superiore della provincia religiosa dei camilliani del sud Italia, e l’incontro con le seconde classi dell’Istituto comprensivo “Sturzo – Don Bosco”. E poi l’accoglienza della reliquia da parte dei degenti e degli operatori sanitari nei vari reparti dell’ospedale di Biancavilla, accompagnati dal cappellano fra Antonio Vitanza dei frati minori. Infine, l’incontro con gli ospiti della comunità “Cenacolo Cristo Re”, arricchito dai canti e dalle preghiere che gli ospiti stessi hanno preparato assieme agli operatori dell’Istituto.

«Il tempo della Quaresima – ha ribadito fratel Carlo – è un tempo di conversione che significa revisione della propria vita. Camillo ci accompagna in questo cammino con la virtù teologale della speranza, Camillo è stato un convertito, un RI-nato in Dio, ci dice che è possibile rinascere in Dio e questo è motivo di speranza per tutti… Viene da dire, Grazia su Grazia, e ad ognuno di noi il buon proposito di trarne i frutti».

Camillo, l’aristocratico “umanizzatore”

Camillo fu in gioventù un aristocratico pigro e arrogante, avviato alla carriera militare dal padre. Poi la conversione dopo aver vissuto il dramma della sofferenza. Un mutamento che fu un incontro trasformativo con la fede, in grado di cambiare radicalmente la sua vita, portandolo a servire i malati con compassione e dedizione. Trascorse, infatti, il resto della sua vita al servizio dei malati negli ospedali e lazzaretti di Roma. Per questo motivo è stato proclamato Patrono Universale del Mondo della Salute.

Nell’opera di Camillo de Lellis possiamo intravedere in anticipo quella che quattro secoli dopo verrà definita “umanizzazione delle cure mediche”. Chi si occupa di un ammalato non dovrebbe interessarsi solo all’aspetto clinico della malattia, al bisogno fisico, ma anche a quello psicologico interiore, per favorire la salute, il benessere olistico, complessivo della persona. Camillo, vissuto in un’epoca di forti pregiudizi sociali e religiosi, volle dare alla sua attività a favore dei sofferenti una impostazione libera e “laica” senza tenere conto del credo di chi gli stava davanti.

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Chiesa

Giubileo, oltre 160 parrocchiani dell’Idria in pellegrinaggio a Catania

Guidato da padre Giovambattista Zappalà, il gruppo di fedeli ha visitato i luoghi di Sant’Agata

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Pellegrinaggio giubilare a Catania per la parrocchia “Santa Maria dell’Idria” di Biancavilla. Hanno preso parte a questo evento oltre 160 fedeli, guidati dal parroco don Giovambattista Zappalà.

Il pellegrinaggio rientra nelle varie iniziative che si susseguiranno per questo anno giubilare, iniziato lo scorso 24 dicembre a San Pietro a Roma con l’apertura della Porta Santa da parte di Papa Francesco.

I parrocchiani biancavillesi hanno fatto sosta in diversi luoghi di culto dedicati a Sant’Agata, per la preghiera personale e comunitaria. Le chiese di Sant’Agata la Vetere, Sant’Agata al carcere e Sant’Agata alla fornace: le tappe del pellegrinaggio. Infine, la processione con la Croce dalla chiesa di Sant’Agata alla Badìa fino alla Cattedrale, attraversando la Porta Santa, per la celebrazione eucaristica nella cappella della patrona di Catania e della Diocesi. La messa è stata celebrata dal parroco della Cattedrale, mons. Barbaro Scionti, e da padre Zappalà.

Per i fedeli, non solo un sabato di preghiera, ma anche un’occasione di condivisione e aggregazione nel cuore del centro storico di Catania e nei luoghi di Sant’Agata.

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