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Salgono a 12 i casi di contagio all’ospedale, sono oltre 300 i tamponi già effettuati

Altri tre tamponi sono risultati positivi: ai soggetti già noti, si aggiungono un medico e due ausiliari

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Nuovi risultati sui tamponi effettuati sul personale dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla. Lo screening in atto ha fatto emergere altri due casi positivi su due ausiliari (dipendenti di una ditta esterna) e un altro medico che operano nel presidio. Ne diamo notizia dopo le opportune verifiche con fonti qualificate.

I dati aggiornati fino a questo momento quindi registrano complessivamente 12 contagi nella struttura sanitaria biancavillese: si tratta di 6 infermieri, 2 medici, 3 ausiliari e una donna che era stata ricoverata nel reparto di Ostetricia e Ginecologia e poi sottoposta a taglio cesareo.

Su quest’ultimo caso, l’ipotesi è che la donna (sottoposta a tampone il giorno dopo il suo ricovero) potesse essere già positiva al momento del ricovero, tendendo ad escludere quindi la possibilità che sia stata contagiata in reparto.

L’Asp, in una nota, fa una precisa ricostruzione: «La donna, asintomatica, il 23 aprile ha fatto accesso in urgenza al Presidio. Il 24 aprile è stata sottoposta a tampone. L’esito di positività è stato notificato ieri sera alla Direzione medica del Presidio che ha immediatamente attivato tutte le misure di sanificazione e contenimento previste».

«La paziente, dimessa dall’Ospedale il 26 aprile, è adesso in isolamento domiciliare. Si sta ricostruendo -viene ancora specificato- la catena dei “contatti stretti” della donna per sottoporli a tampone e contenere i contagi».

Certo è che all’ospedale di Biancavilla è in atto, da giorni, uno screening di tutto il personale. Già eseguiti oltre 300 tamponi.

Quanti hanno avuto notizia della positività al Covid-19 sono stati messi in quarantena in casa propria. Tutti, per fortuna, sarebbero asintomatici o con sintomi lievi.

«Sono state attivate immediatamente -garantisce l’Asp- tutte le misure previste, anche in armonia con le disposizioni specifiche per gli operatori sanitari di cui al Decreto legge 9 marzo 2020, n. 14».

L’attività di monitoraggio si concluderà mercoledì 29 aprile. Altri risultati si attendono a breve ed è probabile che altre conferme di contagi salteranno fuori.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Ecco la “sala mortuaria” dell’ospedale di Biancavilla: una grave offesa alla dignità

Le condizioni ignobili di un luogo che dovrebbe accogliere con rispetto la persona deceduta e i loro familiari

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© Foto Biancavilla Oggi

Muri scrostati e mancanza di pulizia. Uno spazio ristrettissimo. Un ripiano rivestito di marmo (non in acciaio, come dovrebbe essere). Ripiano su cui sono evidenti, come nell’annesso lavandino, residui (organici?) che mostrano una mancanza di sanificazione minima. È qui che vengono appoggiate le salme. Un condizionatore d’aria, in alto sul muro, posto al di sopra di una piccola grata di ferro arrugginito.

È questa la camera mortuaria dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla. Ma sembra un ripostiglio, ricavato in una stanzetta di fronte al vecchio pronto soccorso del plesso di via Cristoforo Colombo. Una porta in legno, un catenaccio e una targa: “Sala mortuaria”. Biancavilla Oggi vi mostra come si presenta, nel video che qui pubblichiamo.

Il luogo – a due passi dalla direzione sanitaria – è un’offesa al decoro e alla dignità che bisognerebbe riservare ai pazienti deceduti in reparto. Salme collocate qui, in attesa della vestizione funebre, della sistemazione nella bara e della consegna ai familiari. Un’attesa durante la quale gli operatori delle pompe funebri sono costretti a muoversi in pochissimo spazio. I parenti del paziente deceduto possono soltanto stazionare fuori, all’aperto, dove si trovano alcuni vecchi sedili in plastica.

Un’indecenza, tra muffa e ruggine. Una realtà poco conosciuta della struttura ospedaliera di Biancavilla, ma che rappresenta una triste esperienza per i familiari che hanno dovuto affrontare il decesso di un proprio caro in ospedale. Riesce difficile comprendere come nella nuova struttura ospedaliera non sia stata prevista o non ancora realizzata una sala mortuaria degna ad ospitare la persona deceduta e ad accogliere i familiari. Una questione di civiltà e di umanità. È una pretesa eccessiva?

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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