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Covid-19, muore donna di Biancavilla ricoverata all’ospedale “Umberto I” di Enna
A poche ore da quello di un uomo di 59 anni, Biancavilla registra un altro decesso di una persona contagiata
di VITTORIO FIORENZA
C’è una seconda vittima a Biancavilla per l’infezione e la grave polmonite causata dal coronavirus. È una donna di 55 anni, che si trovava ricoverata all’ospedale “Umberto I” di Enna, dopo essere stata trasferita il 23 marzo dall’oasi di Troina, dove si trovava per patologie pregresse. Nonostante le terapie, le sue condizioni hanno avuto un peggioramento e non ce l’ha fatta.
Come si sa, nella struttura di Troina è in atto un vero e proprio focolaio, che ha fatto balzare in alto le statistiche della provincia di Enna: solo all’oasi 157 temponi risultati positivi su 376 effettuati.
La morte della donna avvenuta ad Enna (anticipata dal solito tamtam di messaggi sui social) viene confermata ora da fonti sanitarie qualificate e per questo ne diamo notizia.
Risale a meno di 24 ore fa il primo decesso, a seguito di infezione e polmonite dovuto al contagio da coronavirus, quello di un biancavillese di 59 anni avvenuto al “Garibaldi centro” di Catania.
«Nel giro di poche ore ci siamo ritrovati a piangere la scomparsa di due nostri concittadini a causa del virus. Si resta impotenti e inermi. Persone, nostri cari, che non ci sono più ed ai quali -interviene il sindaco Antonio Bonanno- non potrà nemmeno essere accordato la possibilità di celebrare il funerale come ultimo ed estremo saluto. Li accompagno dentro di me, con il pensiero. Convinto che questa battaglia dobbiamo vincerla anche per chi non c’è più».
I dati a disposizione dell’Asp di Catania segnano ancora quattro persone (due uomini e due donne) risultate positive al tampone: stanno osservando il periodo di quarantena a casa, assieme ai loro familiari, così come previsto dai protocolli.
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Ecco la “sala mortuaria” dell’ospedale di Biancavilla: una grave offesa alla dignità
Le condizioni ignobili di un luogo che dovrebbe accogliere con rispetto la persona deceduta e i loro familiari
Muri scrostati e mancanza di pulizia. Uno spazio ristrettissimo. Un ripiano rivestito di marmo (non in acciaio, come dovrebbe essere). Ripiano su cui sono evidenti, come nell’annesso lavandino, residui (organici?) che mostrano una mancanza di sanificazione minima. È qui che vengono appoggiate le salme. Un condizionatore d’aria, in alto sul muro, posto al di sopra di una piccola grata di ferro arrugginito.
È questa la camera mortuaria dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla. Ma sembra un ripostiglio, ricavato in una stanzetta di fronte al vecchio pronto soccorso del plesso di via Cristoforo Colombo. Una porta in legno, un catenaccio e una targa: “Sala mortuaria”. Biancavilla Oggi vi mostra come si presenta, nel video che qui pubblichiamo.
Il luogo – a due passi dalla direzione sanitaria – è un’offesa al decoro e alla dignità che bisognerebbe riservare ai pazienti deceduti in reparto. Salme collocate qui, in attesa della vestizione funebre, della sistemazione nella bara e della consegna ai familiari. Un’attesa durante la quale gli operatori delle pompe funebri sono costretti a muoversi in pochissimo spazio. I parenti del paziente deceduto possono soltanto stazionare fuori, all’aperto, dove si trovano alcuni vecchi sedili in plastica.
Un’indecenza, tra muffa e ruggine. Una realtà poco conosciuta della struttura ospedaliera di Biancavilla, ma che rappresenta una triste esperienza per i familiari che hanno dovuto affrontare il decesso di un proprio caro in ospedale. Riesce difficile comprendere come nella nuova struttura ospedaliera non sia stata prevista o non ancora realizzata una sala mortuaria degna ad ospitare la persona deceduta e ad accogliere i familiari. Una questione di civiltà e di umanità. È una pretesa eccessiva?
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