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L’altare di Sant’Antonio Abate restaurato torna all’antico splendore

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© Foto Biancavilla Oggi

Si sono conclusi, presso la chiesa Annunziata di Biancavilla, i lavori di restauro dell’altare, del simulacro di Sant’Antonio Abate e della volta sovrastante. SI tratta di lavori realizzati, grazie alla generosità dei fedeli che hanno liberamente devoluto offerte per riportare agli antichi splendori l’altare e il simulacro del Santo.

La ditta “Calvagna restauri” di Aci Sant’Antonio ha curato interamente i restauri di questo altare che, dall’archivio storico dell’Arcidiocesi di Catania, apprendiamo esistesse già prima del 1673, anno della visita pastorale del Vescovo Michelangelo Bonadies.

L’altare, a conclusione degli interventi, si presenta in ogni sua parte affrescato e con colori vivaci. Dentro la nicchia e anche fuori troviamo, infatti, un bel tendaggio blu e, nelle pareti laterali, un finto marmo policromo. Nel cartiglio superiore vi sono raffigurate le insegne abbaziali, cioè la mitria e il pastorale. Nella volta sovrastante, infine, si possono ammirare vari festoni e fiori.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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In città

Nella chiesa del Purgatorio evento ispirato ai “nannareddi” della Civita

Uno spettacolo-recital con Carmelo Zuccaro organizzato dall’Arciconfraternita dei Bianchi

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Un’atmosfera carica di emozione nella Chiesa del Purgatorio di Biancavilla, dove si è tenuto il concerto di Natale “a bona nova”. Lo spettacolo-recital, organizzato dall’Arciconfraternita dei Bianchi, ha rievocato musiche, canti, poesie e litanie della novena natalizia tradizionale siciliana, cantata da suonatori e poeti di inizio Novecento nei quartieri di Catania, dove venivano chiamati “nannareddi”, e di tutte le città della Sicilia.

Un evento che è ispirato dai ricordi d’infanzia di Carmelo Zuccaro, che nel quartiere catanese della “Civita” ascoltava direttamente dai “nannareddi” musiche, canti e recitativo, ed arricchito dalle testimonianze degli anziani dello stesso quartiere. Proprio a loro si deve il recupero dei contenuti di questo antico racconto, che rievoca atmosfere e tradizioni di epoche ormai scomparse ma che riescono ancora ad affascinare e coinvolgere il pubblico.

Uno spettacolo impreziosito dal suono finale della “ciaramella” ed animato dallo stesso Zuccaro, nel ruolo di cantaturi. Con lui: Giorgio Maltese al violino, friscalettu, mandolino e ciaramedda, Mimmo Aiola alla chitarra e Savì Manna, poeta.

Prima del concerto, una messa celebrata dall’assistente spirituale della confraternita, don Pino Salerno, in memoria dei confrati defunti. Speciale ricordo per Gianmarco Rapisarda, prematuramente scomparso nell’ottobre scorso. Conclusioni affidate al governatore dell’arciconfraternita, Agostino Sangiorgio, per i saluti e gli auguri.

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