Storie
Il “braccio di ferro” di Marco Gioco: per la quarta volta va ai Mondiali

Ha mantenuto il titolo di campione italiano senior e la classificazione consente ora di partecipare ai Mondiali. Marco Gioco, il biancavillese che brilla nella disciplina del braccio di ferro internazionale, prova per il quarto anno consecutivo di conquistare il trofeo mondiale, che si terrà a Budapest il prossimo settembre.
Reduce del campionato nazionale svoltosi nei giorni scorsi in provincia di Ancona, dove ha avuto la medaglia d’oro per entrambe le braccia nella categoria 80 kg senior, Gioco continua l’allenamento per la prossima e più prestigiosa competizione.
«Rivivrò ancora –dice a Biancavlla Oggi– quell’emozione che solo un campionato mondiale può dare, sono tra i favoriti della nazionale e per questo sto cercando di dare il meglio. Tutti credono in me e in una possibile mia vittoria, spero di non deludere le aspettative. Dopo un undicesimo, un decimo e un quinto posto guadagnato sempre in Bulgaria, quest’anno mi auguro qualcosa di più».
Nove gli anni accumulati già in questa disciplina da parte di Marco Gioco. «Ecco perché –dice – inizio a credere al risultato più ambito, quello di avere il titolo mondiale. Ci proverò con entrambe le braccia, anche se comporterà uno spreco maggiore di energia e quindi una maggiore preparazione fisica».
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Storie
Vent’anni senza Placido Stissi, il figlio Giuseppe: «Onorati di un papà così»
A “Biancavilla Oggi” il ricordo commosso: «Non ci ha visto crescere, ma siamo certi che veglia su di noi»

Vent’anni fa la morte di Placido Stissi. Il suo ricordo è intatto. Il suo gesto resta una testimonianza del suo altruismo. Dipendente della Provincia di Catania e stretto collaboratore del presidente Nello Musumeci e poi di Raffaele Lombardo, Stissi stava andando al lavoro. In un punto della tangenziale di Catania, sotto la pioggia battente, accostò e fermò la sua macchina. Lo fece per prestare aiuto ad un giovane automobilista rimasto in panne nella corsia opposta. Mentre attraversa la carreggiata, però, un veicolo lo travolse. Morì a 41 anni, lasciando la moglie Anna Maria e i tre figli, ancora minorenni: Giuseppe, Gessica e Denis.
Il ricordo del suo primogenito è intriso di affetto e orgoglio. «Sono passati 20 lunghi anni, mi fa onore, ci rende onorati che – dice Giuseppe a Biancavilla Oggi – dopo tutto questo tempo ancora la gente ricordi il gesto eroico che mio padre ha fatto. Non ha riflettuto più di una volta a scendere dalla propria auto e a soccorrere quel ragazzo rimasto in panne e con l’auto capovolta. Non ha pensato alle conseguenze che potevano succedere in quella fatidica giornata piovosa. Come poi effettivamente accaduto, lasciando noi figli piccoli e mia mamma».
Chi ha conosciuto Placido, a Biancavilla, può confermare che le parole del figlio descrivano esattamente quei modi di sincera disponibilità nei confronti di chiunque.
«Mio papà era fatto così. Sempre premuroso. Sempre cordiale e generoso con tutti. L’amico degli amici. Sempre pronto ad aiutare tutti. Un angelo volato in cielo troppo giovane e troppo presto. Oggi è raro fare e ricevere gesti del genere. Soprattutto noi giovani – sottolinea Giuseppe – dovremmo prendere esempio da questi ormai rari gesti di altruismo verso il prossimo. Non si pensa altro che all’invidia e alla cattiveria, invece dovremmo trovare il modo per riportare i bei gesti di solidarietà. Non dovremmo dimenticare che potremmo avere bisogno, anche noi, di un semplice aiuto, una carezza, una mano che ci venga posta sulla spalla o essere ascoltati».
«Noi figli – conclude Giuseppe – siamo veramente onorati di avere avuto un padre così. Mia mamma lo è del marito che ha avuto. Certo, il dolore resta, come il rammarico che ci abbia lasciati così presto senza vederci crescere ed essere al nostro fianco. Ma siamo sicuri che ci veglia da lassù e guida i suoi nipoti nella migliore strada».
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