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ScarpinAres, alla scoperta dell’Etna con un centinaio di universitari

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Una passeggiata tra i boschi e le rocce laviche, per far conoscere agli studenti dell’Università di Catania il patrimonio paesaggistico e naturalistico dell’Etna.

È il progetto di promozione e valorizzazione ambientale dell’associazione giovanile “Ares” che, per il terzo anno consecutivo ha coinvolto tantissimi universitari in un tour affascinante tra le bellezze del Vulcano, spesso poco conosciuto ai più giovani.

L’idea è del biancavillese Antonio Pappalardo e dell’adranita Nicola Verzì, coadiuvati dai tanti giovani che danno vita all’associazione universitaria, particolarmente attiva nel mondo accademico, da oltre un decennio, occupandosi di sindacato studentesco, con numerose rappresentanze nei vari Dipartimenti dell’Ateneo catanese.

Anche quest’anno l’iniziativa “ScarpinAres” ha riscosso successo in termini di partecipazione, con un centinaio di ragazzi, tra curiosi e temerari delle escursioni, che hanno attraversato i sentieri dell’Etna, dal rifugio Ariel al rifugio Galvarina, strettamente legati alla storia delle colate del versante di Sud-Ovest.

«Vogliamo far avvicinare il più possibile gli studenti alle bellezze del nostro territorio – spiegano Pappalardo e Verzì di “Ares” – spesso, pur essendo siciliani, non conosciamo quegli scenari mozzafiato che solo il nostro Vulcano riesce ad offrire. Purtroppo, ciò che di bello abbiamo rimane inutilizzato o scarsamente valorizzato. L’iniziativa di sabato – concludono Pappalardo e Verzì – è stata pure un’occasione per staccare con la routine e smorzare l’ansia e la fatica degli esami».

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Cultura

L’omaggio di Salvo Ardizzone alla memoria del maestro Franco Zeffirelli

L’artista biancavillese racconta il suo incontro, quand’era ancora studente, con il grande regista italiano

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Nello scenografico complesso di San Firenze, sede della Fondazione Franco Zeffirelli, consegnata l’opera dell’artista siciliano Salvo Ardizzone, originario di Biancavilla, dedicata al maestro del cinema italiano: “I Zeffiretti FZ 2023” acrilico 80×80.

Il dipinto rappresenta un giovane Zeffirelli del periodo del Gesù di Nazaret, circondato dagli “zeffiretti” dell’idomeneo di Mozart tanto amati dalla mamma Alaide. E poi tanto “viola” e tanti “gigli”, che rappresentano la sua amata Fiorentina.

«Ho incontrato il Maestro – ricorda l’artista biancavillese – nella primavera del 1993, lui stava girando il film “Storia di una Capinera” a Catania, io frequentavo l’Accademia di Belle Arti e stavo realizzando la mia tesi “Gesù nel cinema: secondo Pasolini, Zeffirelli e Jewison”, tre modi di vedere la figura di Gesù. È chiaro che di Zeffirelli mi sono soffermato sul “Gesù di Nazaret”, che considero il kolossal non solo della mia adolescenza ma anche di tutti i tempi».

«Tramite le suore benedettine, visto che una mia compagna di classe lo era, mi procurai – prosegue Ardizzone – un appuntamento con il Maestro all’interno del set. Nonostante siano passati esattamente 30 anni, lo ricordo come se fosse oggi. Lui saliva la “scalinata Alessi”, dove c’era anche il suo hotel di appoggio, considerando che lui aveva anche un caravan. Finita la salita si avvicinò a me, nonostante ci fosse un gruppetto di persone e mi disse: “Sei tu il ragazzo della tesi?”. Io in maniera emozionata gli risposi “sì”. Mi prese la mano e la bacio, dicendo “Grazie”. Ho ancora impresso questo momento nei miei pensieri e lo porterò con me».

Se il Gesù di Nazaret e Fratello sole, sorella luna mi hanno emozionato per le verità evangeliche e storiche, Storia di una Capinera e Romeo e Giulietta, mi legano di più alle emozioni amorose, che tutti noi abbiamo dentro il nostro cuore. La stessa cosa si può dire di Amore senza fine. Per parafrasare Callas forever, posso dire Zeffirelli forever».

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