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Riscossione Sicilia senza pietà Pignorati 234mila euro al Comune


Antonio Fiumefreddo, amministratore di Riscossione Sicilia, nominato dal governatore Rosario Crocetta
L’amministrazione Glorioso -viene sostenuto dalla società di riscossione guidata dall’avv. Antonio Fiumefreddo- non avrebbe pagato una serie di cartelle. Nominata dalla giunta la tributarista Daniela Rubino per opporsi all’atto.
di Vittorio Fiorenza
Riscossione Sicilia non sente ragione e passa ai fatti, facendo scattare un’azione di pignoramento nei confronti del Comune di Biancavilla, che non avrebbe pagato una serie di cartelle. Così almeno sostiene la società amministrata dall’avv. Antonio Fiumefreddo ed incaricata di gestire la riscossione dei tributi e delle altre entrate regionali.
L’ente ha proceduto, quindi, a pignorare 234mila euro alla tesoreria comunale, presso Unicredit. Si tratta di diverse decine di cartelle. Il grosso della somma si riferisce a compensazioni Iva. A queste si aggiungono anche versamenti Inps e spese per registrazioni di sentenze.
Gli importi che il Comune, secondo Riscossione Sicilia, non avrebbe pagato si sono sommati nel corso degli anni e, coerentemente con la linea di rigore intrapresa dalla società guidata da Fiumefreddo su nomina del governatore Rosario Crocetta, si è arrivati a quest’ultima drastica decisione.
Un atto che viene ora impugnato dall’amministrazione comunale del sindaco Giuseppe Glorioso, secondo cui al Comune non sarebbero mai arrivati né notificati in alcun modo gli avvisi di mora. Non solo: sulle somme riferite all’Iva, il Comune già nel 2009 aveva opposto ricorso con l’avv. Francesco Specchiale e la commissione tributaria lo aveva accolto, compensando le spese legali tra le parti.
«Riscossione Sicilia non ha tenuto conto, al momento, della emessa sentenza e ha intimato l’ente a pena di pignoramento. Da qui, l’ulteriore iniziativa –viene spiegato a Biancavilla Oggi dall’ufficio stampa del Comune– per fare valere la sentenza già emessa. Si sta valutando anche la richiesta di risarcimento danni nei confronti di Riscossione Sicilia».
Con delibera di giunta, è stata nominata l’avv. Daniela Rubino, tributarista di Biancavilla, per opporre ricorso all’atto di pignoramento avanzato dalla società di riscossione.
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Ss 284, a Biancavilla sparito lo spartitraffico: appello per il ripristino
Intervento dell’associazione Aiace: «Non possiamo aspettare che si verifichi un’altra tragedia»

I birilli spartitraffico lungo la Strada Statale 284, nel tratto di Biancavilla, non ci sono più. Con il tempo sono stati distrutti, danneggiati, scardinati. Eppure non erano lì per caso. Quei dispositivi flessibili erano stati fortemente voluti, attraverso petizioni e prese di posizioni, da cittadini di Biancavilla, Adrano, Bronte e dei centri vicini. Una volontà contro incidenti stradali in un’arteria ad alto rischio. L’assenza dello spartitraffico adesso riaccende i riflettori sulla sicurezza.
L’Associazione Consumatori AIACE, attenta su questi temi e sulla Ss 284, lancia un appello urgente alle istituzioni (Comune di Biancavilla, alla Prefettura, all’Anas e alla Polizia Stradale): «Chiederemo formalmente agli enti competenti il ripristino immediato della barriera spartitraffico con i birilli flessibili. Non possiamo aspettare che si verifichi un’altra tragedia».
L’associazione chiede interventi concreti anche per altri aspetti: un manto stradale drenante, che non si trasformi in una trappola a ogni pioggia; una pavimentazione a norma, senza buche né tratti usurati; aree di sosta sicure e pulite, libere da rifiuti e cani randagi, che rappresentano un pericolo reale per chi è alla guida; guard rail a norma, per contenere i veicoli in caso di uscita di strada.
Tutti elementi che – denuncia l’associazione – risultano assenti in lunghi tratti della Strada Statale 284, la principale arteria che collega Biancavilla, Adrano, Santa Maria di Licodia e Paternò.
«Autovelox non omologato, annullato verbale»
Intanto, l’associazione cita l’avv. Andrea Carmanello che ha reso nota una sentenza recentissima del Giudice di Pace di Biancavilla con cui è stato annullato un verbale elevato con autovelox. Il motivo? Il dispositivo era approvato ma non omologato, contrariamente a quanto stabilito dalla Cassazione.
«Una decisione di grande valore, che può aprire la strada – sottolinea Aiace – a molti ricorsi e annullamenti, anche in altri comuni. È bene che i cittadini lo sappiano, perché conoscere i propri diritti è il primo modo per difendersi».
«Non si può morire per strada mentre si va a lavorare, a scuola o semplicemente si torna a casa – scrive l’associazione –. La sicurezza non può ridursi a qualche autovelox. Sappiamo bene che in molte zone d’Italia questi strumenti sono stati utilizzati più per fare cassa che per prevenire realmente incidenti. Ma non è così che si salvano vite».
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Lavoratori del supermercato sfruttati, l’arcivescovo: «Vergogna, boicottiamo»
Renna interviene sul caso di Biancavilla: «A fare la spesa si rischia di essere complici di forme predatorie»

«È una grande vergogna, soprattutto per noi cristiani, trattare così i nostri fratelli. Siamo pronti a boicottare chi non rispetta la dignità dei lavoratori».
Non usa mezzi termini, l’arcivescovo di Catania, Luigi Renna, per intervenire sulla vicenda del supermercato di Biancavilla con dipendenti sfruttati e paghe anche sotto due euro l’ora. Una scoperta della Guardia di finanza che ha portato agli arresti domiciliari il titolare e il direttore commerciale e al sequestro preventivo della società.
«Mi indigna profondamente – rincara Renna – anche il fatto che, continuando a fare acquisti in certi supermercati, rischiamo di diventare complici di queste ingiustizie. Se non ci sarà un cambio di rotta, sarà giusto invitare a non consumare in quei punti vendita».
Un appello ai consumatori per scelte responsabili e consapevoli anche quando vanno a fare la spesa. Sì, perché il caporalato non è confinato al settore agricolo, come ha rilevato l’inchiesta di Biancavilla.
«Non parliamo – dice, non a caso, il vescovo – solo di un ambito specifico come quello agricolo, ma di un sistema che tocca i consumi quotidiani, le catene commerciali, dove il profitto sembra giustificare tutto e lo sfruttamento assume forme predatorie».
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