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Dall’ospedale al plesso “Don Bosco” allarme per i nidi di processionaria

Dalla piccola pineta interna all’area dell’ospedale di Biancavilla al plesso scolastico di zona “Cicalisi”. Diverse le email di cittadini che si sono rivolti a Biancavilla Oggi per segnalare la presenza sugli alberi o a terra della cosiddetta “processionaria”, tipologia di insetto da cui fare molta attenzione.
Nei giorni scorsi, il vento ha fatto cadere nel viale Cristoforo Colombo alcuni bozzi degli insetti che infestano gli alberi che si trovano dentro il perimetro della struttura sanitaria. Basti guardare sui rami, la presenza visibile di nidi del temibile insetto.
Dalla circonvallazione di Biancavilla alla parte sud del paese, il problema è lo stesso. In particolare, al plesso “San Giovanni Bosco” del Primo Circolo didattico, la presenza a terra degli insetti (a cui si riferisce l’immagine che pubblichiamo) ha allarmato i genitori, che si sono rivolti al dirigente scolastico,
«È stato informato il preside –ci conferma una mamma, che ha scritto in redazione– e come risposta abbiamo avuto che sta aspettando che il Comune si attivi…».
La processionaria è un parassita che colpisce soprattutto i pini ed è dannoso per le specie arboree e può rivelarsi pericoloso per animali ed essere umani. I peli urticanti dell’insetto allo stato larvale sono velenosi, e in alcuni casi, fortunatamente limitati, possono provocare una grave reazione allergica.
AGGIORNAMENTO
(8 marzo 2016) Personale del Comune sono stati al plesso “Don Bosco”, chiamati dal dirigente scolastico, assicurando che avrebbero provveduto alla rimozione degli insetti e rassicurando i genitori sul ripristino delle condizioni di sicurezza per gli alunni.
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Il vescovo Luigi Renna in visita ai reparti dell’ospedale di Biancavilla
«Bisogna essere grati per questo presidio che fa sentire vicino tutto il servizio nazionale di cura»

Un saluto ad ogni paziente ricoverato, l’incontro con il personale medico e infermieristico, la visita al pronto soccorso e in tutti i reparti (con canti e sventolio di bandiere, in particolare, in “Pediatria”). L’arcivescovo di Catania, Luigi Renna, ha fatto tappa all’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla.
«Sono rimasto molto ben impressionato – ha detto Renna – dalla manutenzione e dalla cura delle strutture, ma soprattutto dalla relazione che si è venuta a creare tra pazienti, medici, personale sanitario. È un ambiente luminoso sotto tutti gli aspetti. Bisogna essere grati per questo presidio che permette ai cittadini di sentire vicino tutto il servizio nazionale di cura e ci sprona a fare sempre meglio».
Il vescovo è stato accolto dal commissario straordinario dell’Asp, Maurizio Lanza, e dal direttore sanitario della struttura, Mario Patanè. Un’occasione attraverso la quale ha conosciuto anche il personale di recente assunzione.
«Ho incontrato molti nuovi giovani medici, infermieri e operatore socio-sanitari. E questo – ha sottolineato il vescovo – fa ben sperare sia perché l’azienda sta assumendo sia perché ci sono tanti giovani che non emigrano, ma rimangono nel nostro territorio. È la vittoria di una sfida molto importante. Sappiamo che la nostra Sicilia si sta spopolando, dobbiamo fermare questa emorragia e credo che le assunzione abbiano un duplice vantaggio. Anzitutto dota di professionalità fresche il sistema sanitario e poi permette ai giovani di mettere su famiglia e di creare una società solida nella nostra Isola».
«Un ospedale proiettato nel futuro»
Sulla questione del personale si è soffermato il commissario Lanza: «Non c’è nessun problema per il personale infermieristico perché abbiamo approvato la nuova graduatoria. Conosciamo, invece, le carenze di determinate specialità mediche che riguardano tutta Italia».
Per l’ospedale di Biancavilla, Lanza ha voluto ribadire che si tratta di una struttura «pronta ad accogliere e proiettata nel futuro perché gli investimenti sono stati e saranno tanti». In particolare, «il vecchio plesso è oggetto di una nuova ristrutturazione e affiancherà il nuovo: due strutture sulle quali bisogna puntare per il futuro».
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