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Le arance di Giosuè Arcoria presto in arrivo in tutti i McDonald’s d’Italia

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Incontro a Roma tra l’imprenditore agricolo biancavillese e i vertici della nota catena di fast food americana. Un ulteriore passo che porterà i prodotti di alta qualità dell’azienda di contrada “Sferro” nei McCafè italiani.

 

Giosuè Arcoria, il giovane imprenditore agrumicolo siciliano di Anga e Confagricoltura Catania selezionato come fornitore ufficiale di McDonald’s Italia nell’ambito del concorso “Fattore Futuro”, è stato ospite ieri a Roma,  insieme ad alcuni altri vincitori del concorso,  della catena statunitense per un meeting con i gestori della rete franchising.  L’incontro romano è stato un ulteriore passo di avvicinamento del percorso che porterà le arance della sua azienda nei Mac Cafè di tutta Italia.

Giosuè, 35 anni di Biancavilla, proprietario, insieme al padre Nino e al fratello Vincenzo, dell’azienda Agricola Arcoria, è stato scelto da Mac Donald Italia , insieme ad altri diciannove giovani imprenditori agricoli di tutta  Italia, per portare la genuinità dei prodotti agricoli del Belpaese nei McCafè della famosa catena americana.

Un mese fa Biancavilla Oggi aveva raccontato la sua storia di “agricoltore 2.0” per le innovazioni tecnologiche apportate in azienda.

LEGGI L’ARTICOLO

Giosuè Arcoria, l’agricoltore 2.0 premiato da McDonald’s ad Expo

«Ho visto l’annuncio del concorso di McDonald’s su Facebook –ricorda Giosuè Arcoria– e ho deciso di partecipare un po’ per gioco e un po’ per sfida. Mi hanno scelto tra 130 imprenditori perché hanno riconosciuto all’azienda che gestisco delle caratteristiche di innovazione, ricerca e qualità del prodotto e questo mi rende orgoglioso del lavoro e delle scelte fatte».

«L’essere stato scelto da McDonald’s non è solo una mia vittoria –continua Giosuè– ma un riconoscimento per un meccanismo di filiera efficiente e ben organizzato che parte dai fornitori delle piante, passa per la competenza dell’azienda informatica specializzata in agricoltura che ha realizzato i software per l’irrigazione e la fertilizzazione informatizzata e arriva a chi si occuperà della distribuzione del prodotto: tutte aziende catanesi con altissimo tasso di innovazione e qualità».

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Storie

Vent’anni senza Placido Stissi, il figlio Giuseppe: «Onorati di un papà così»

A “Biancavilla Oggi” il ricordo commosso: «Non ci ha visto crescere, ma siamo certi che veglia su di noi»

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Vent’anni fa la morte di Placido Stissi. Il suo ricordo è intatto. Il suo gesto resta una testimonianza del suo altruismo. Dipendente della Provincia di Catania e stretto collaboratore del presidente Nello Musumeci e poi di Raffaele Lombardo, Stissi stava andando al lavoro. In un punto della tangenziale di Catania, sotto la pioggia battente, accostò e fermò la sua macchina. Lo fece per prestare aiuto ad un giovane automobilista rimasto in panne nella corsia opposta. Mentre attraversa la carreggiata, però, un veicolo lo travolse. Morì a 41 anni, lasciando la moglie Anna Maria e i tre figli, ancora minorenni: Giuseppe, Gessica e Denis.

Il ricordo del suo primogenito è intriso di affetto e orgoglio. «Sono passati 20 lunghi anni, mi fa onore, ci rende onorati che – dice Giuseppe a Biancavilla Oggi – dopo tutto questo tempo ancora la gente ricordi il gesto eroico che mio padre ha fatto. Non ha riflettuto più di una volta a scendere dalla propria auto e a soccorrere quel ragazzo rimasto in panne e con l’auto capovolta. Non ha pensato alle conseguenze che potevano succedere in quella fatidica giornata piovosa. Come poi effettivamente accaduto, lasciando noi figli piccoli e mia mamma».

Chi ha conosciuto Placido, a Biancavilla, può confermare che le parole del figlio descrivano esattamente quei modi di sincera disponibilità nei confronti di chiunque.

«Mio papà era fatto così. Sempre premuroso. Sempre cordiale e generoso con tutti. L’amico degli amici. Sempre pronto ad aiutare tutti. Un angelo volato in cielo troppo giovane e troppo presto. Oggi è raro fare e ricevere gesti del genere. Soprattutto noi giovani – sottolinea Giuseppe – dovremmo prendere esempio da questi ormai rari gesti di altruismo verso il prossimo. Non si pensa altro che all’invidia e alla cattiveria, invece dovremmo trovare il modo per riportare i bei gesti di solidarietà. Non dovremmo dimenticare che potremmo avere bisogno, anche noi, di un semplice aiuto, una carezza, una mano che ci venga posta sulla spalla o essere ascoltati».

«Noi figli – conclude Giuseppe – siamo veramente onorati di avere avuto un padre così. Mia mamma lo è del marito che ha avuto. Certo, il dolore resta, come il rammarico che ci abbia lasciati così presto senza vederci crescere ed essere al nostro fianco. Ma siamo sicuri che ci veglia da lassù e guida i suoi nipoti nella migliore strada».

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