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Alle ore 3.24 il primo “parto indolore” registrato all’ospedale di Biancavilla
Nuovo servizio di “partoanalgesia”, il direttore sanitario dell’Asp: «Esempio di civiltà e di innovazione»


È stata eseguita all’Ospedale “Maria Santissima Addolorata”, la prima procedura di parto indolore.
Alle ore 3.24 è venuto alla luce un bel bambino. L’equipe che ha assistito la neo mamma era composta dalla dr.ssa Merlo Loredana, dirigente medico dell’UOC di Ostetricia e Ginecologia (direttore dr. Michele La Greca), dalla dr.ssa Carmen Proietto e dal dr. Agatino Provenzano, dirigenti medici dell’UOC di Anestesia e Rianimazione (direttore dr. Pietro Ciadamidaro), e dalle ostetriche Brikena Berzolli e Lorena Stella.
«Esprimiamo le nostre vivissime felicitazioni ai neo genitori – dichiara il direttore generale dell’Asp di Catania, dott. Maurizio Lanza -. Siamo molto soddisfatti per il conseguimento di questo ulteriore obiettivo. Il direttore sanitario, dr. Rapisarda, ha profuso un notevole impegno sia per garantire che la procedura fosse implementata in sicurezza e con alti standard di qualità, sia per uniformare l’offerta assistenziale nei quattro punti nascita dell’Asp di Catania. I risultati confermano questa importante intuizione e il lavoro degli operatori, ai quali rivolgo il nostro ringraziamento».
Il servizio di partoanalgesia, com’è noto, è attivo negli Ospedali di Acireale, Bronte, Caltagione e Biancavilla e si colloca nella cornice più generale del “percorso nascita”. In ogni punto nascita sono stati istituiti degli ambulatori dedicati per fornire, a tutte le donne in gravidanza, le informazioni necessarie per fare ricorso alla procedura.
«Questo servizio è frutto di una collaborazione multidisciplinare che valorizza le competenze e la qualità della prestazione – aggiunge il dr. Antonino Rapisarda, direttore sanitario dell’Azienda sanitaria catanese -. Siamo molto contenti che anche a Biancavilla sia stata eseguita questa procedura che, come ho avuto modo di dire in altre occasioni, rappresenta un salto di qualità e un esempio di civiltà e di innovazione. Rivolgo agli operatori il mio apprezzamento per il lavoro condotto».
La procedura per il parto indolore viene eseguita nel pieno rispetto delle linee guida nazionali e secondo appropriati percorsi organizzativi e clinici condivisi dalle Unità Operative di Anestesia e Rianimazione, Ginecologia e Ostetricia, Pediatria, in modo da assicurare omogenei livelli assistenziali e di sicurezza nei quattro punti nascita aziendali.
La partoanalgesia non si propone come alternativa al parto naturale, ma è un’opportunità che la medicina offre alla donna per compiere una libera scelta e per realizzare, con la sedazione del dolore, un maggior grado di consapevolezza e di partecipazione all’evento.
L’analgesia per il travaglio e per il parto vaginale è ottenuta attraverso il metodo dell’analgesia peridurale. Tale tecnica è la più completa ed efficace nel ridurre il dolore in corso di travaglio. Può essere richiesta in qualsiasi momento del travaglio attivo, indipendentemente dalla dilatazione cervicale.
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A Biancavilla prevista una “casa di comunità” tra le 29 che realizzerà l’Asp
Rappresentano il fulcro della nuova rete territoriale che fornirà un’assistenza sanitaria 24 ore su 24


La Direzione strategica dell’ASP di Catania ha approvato, in linea tecnica e in linea amministrativa, i progetti di fattibilità tecnico-economica di 29 Case di Comunità e di 10 Ospedali di Comunità. L’importo complessivo degli interventi è di poco inferiore a 71 milioni di euro, di cui 66 milioni circa da finanziamento Pnrr e 5 milioni da bilancio aziendale. Una delle case di comunità è prevista a Biancavilla.
Le Case di Comunità sono il fulcro della nuova rete territoriale al quale il cittadino può accedere per poter entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria e sociosanitaria. In tali strutture, i cittadini potranno trovare assistenza 24 ore su 24, ogni giorno della settimana, con un’ampia offerta.
I servizi riguardano: medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali interni, infermieri di famiglia e comunità, altri professionisti sanitari, supportati da adeguata strumentazione tecnologica e diagnostica di base (ecografo, elettrocardiografo, spirometro, ecc.).
Le Case di Comunità si distinguono in Hub e Spoke, alla luce delle caratteristiche orografiche e demografiche del territorio, al fine di favorire la capillarità dei servizi e maggiore equità di accesso, in particolare nelle aree interne e rurali.
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