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Energia dal trattamento rifiuti, esperimento per 200 famiglie
Duecento famiglie di Biancavilla conferiranno la frazione umido dei rifiuti casalinghi in un impianto di piccolissima taglia per il trattamento anaerobico dei rifiuti, capace di produrre compost di qualità, biogas ed energia elettrica; saranno così evitati, per questi nuclei familiari, i costi di trasporto e conferimento in discarica.
È il punto qualificante del progetto presentato dalla rete di partner guidata dall’Irssat di Biancavilla che si è aggiudicata il bando emanato dal Ministero dell’Ambiente per il “Cofinanziamento di progetti di ricerca volti alla sviluppo di tecnologie per la prevenzione, il recupero, il riciclaggio ed il trattamento di rifiuti non rientranti nelle categorie già servite da consorzi di filiera”.
Sono partner attivi del progetto il Comune di Biancavilla, le aziende Envisep (Catania), Nest (Fabriano) e l’associazione Rifiuti Zero Sicilia.
L’istituto di ricerca etneo è anche l’unico soggetto privato in graduatoria e precede i progetti delle Università di Siena, Trento, Firenze e Cagliari.
«La piattaforma sarà costituita da una postazione attraverso la quale l’utente potrà agevolmente introdurre i propri scarti organici e avviare il ciclo di trattamento, utilizzando l’intuitivo display», spiega il presidente dell’Irssat (Istituto di Ricerca, Sviluppo e Sperimentazione sull’Ambiente ed il Territorio), Giuseppe Lo Bianco.
«La piattaforma sarà aperta h24 – continua Lo Bianco – e sarà possibile utilizzarla semplicemente identificandosi con un sistema di controllo attraverso una smartcard, mediante il quale sarà monitorato il quantitativo di organico conferito e calcolato lo sgravio spettante».
Soddisfazione doppia per l’Irssat, l’idea progettuale prevede il rilancio del sistema “No Waste” (già vincitore di un bando Life+ e che tanto interesse, anche a livello internazionale, aveva riscosso) con la realizzazione di un robot-mangia rifiuti di prossimità.
“No Waste” è l’acronimo di nuovo elettrodomestico per il trattamento dei rifiuti organici domestici» (New Organic Waste Sustainable Treatment Engine).
«È un grande successo per Biancavilla – spiega il sindaco Antonio Bonanno – che premia il lavoro portato avanti in questi mesi. Illustreremo a breve i benefici in termini di sviluppo e risparmio dei quali beneficeranno i cittadini. Il nostro impegno sul fronte dei rifiuti non si ferma e ringrazio l’Irssat per la competenza e la passione con le quali sta agendo assieme al Comune di Biancavilla».
Nell’ambito del progetto Life+ l’Irssat ha realizzato e brevettato uno speciale robot da cucina in grado di trasformare i rifiuti organici in pre-compost, da destinare alla produzione di bio-fertilizzante per agricoltura.
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Ecco la “sala mortuaria” dell’ospedale di Biancavilla: una grave offesa alla dignità
Le condizioni ignobili di un luogo che dovrebbe accogliere con rispetto la persona deceduta e i loro familiari
Muri scrostati e mancanza di pulizia. Uno spazio ristrettissimo. Un ripiano rivestito di marmo (non in acciaio, come dovrebbe essere). Ripiano su cui sono evidenti, come nell’annesso lavandino, residui (organici?) che mostrano una mancanza di sanificazione minima. È qui che vengono appoggiate le salme. Un condizionatore d’aria, in alto sul muro, posto al di sopra di una piccola grata di ferro arrugginito.
È questa la camera mortuaria dell’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla. Ma sembra un ripostiglio, ricavato in una stanzetta di fronte al vecchio pronto soccorso del plesso di via Cristoforo Colombo. Una porta in legno, un catenaccio e una targa: “Sala mortuaria”. Biancavilla Oggi vi mostra come si presenta, nel video che qui pubblichiamo.
Il luogo – a due passi dalla direzione sanitaria – è un’offesa al decoro e alla dignità che bisognerebbe riservare ai pazienti deceduti in reparto. Salme collocate qui, in attesa della vestizione funebre, della sistemazione nella bara e della consegna ai familiari. Un’attesa durante la quale gli operatori delle pompe funebri sono costretti a muoversi in pochissimo spazio. I parenti del paziente deceduto possono soltanto stazionare fuori, all’aperto, dove si trovano alcuni vecchi sedili in plastica.
Un’indecenza, tra muffa e ruggine. Una realtà poco conosciuta della struttura ospedaliera di Biancavilla, ma che rappresenta una triste esperienza per i familiari che hanno dovuto affrontare il decesso di un proprio caro in ospedale. Riesce difficile comprendere come nella nuova struttura ospedaliera non sia stata prevista o non ancora realizzata una sala mortuaria degna ad ospitare la persona deceduta e ad accogliere i familiari. Una questione di civiltà e di umanità. È una pretesa eccessiva?
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