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Università di Memphis e Catania: «No a impianti di rifiuti e trivelle»

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Laura Saia in un incontro a Villa delle Favare sul caso “Rinazze”

Gruppo dell’ateneo americano, in visita nella Valle del Simeto, si imbatte nel caso di “Rinazze”: «Gli impianti proposti? Incompatibili con una strategia di efficienza, ci vogliono piccole strutture». Stessa linea dell’ateneo etneo: «Mancata progettazione, i sindaci hanno le loro colpe».

 

di Vittorio Fiorenza

Trenta docenti e studenti dell’Università di Memphis impegnati nella Valle del Simeto a studiare “strategie per i rifiuti”. Il gruppo, nell’ambito della loro “scuola estiva”, ha effettuato 120 interviste, oltre a spulciare i piani d’ambito delle Srr, le società di gestione dei rifiuti eredi dei vecchi Ato. Il caso ha voluto che la presenza dei ricercatori sia coincisa con le polemiche a Biancavilla per l’iter dei progetti dei due mega impianti per i rifiuti nella zona Rinazze.

Laura Saia, uno dei “cervelli in fuga” catanesi, a Menphis insegna da due anni al Dipartimento di pianificazione ambientale. Il caso di Biancavilla lo ha seguito con idee ben chiare: «La strategia da adottare si basa su due principi. Il primo è evitare le concentrazioni. Il trattamento dei rifiuti dev’essere fatto con la struttura più piccola possibile. Solo così si evitano distorsioni e inefficienze. I due impianti di Biancavilla non vanno in questa direzione. Per funzionare, infatti, dovrebbero attrarre rifiuti di un vasto territorio che va oltre la Valle del Simeto. Il secondo principio è quello di abbassare il livello della tecnologia e aumentare il coinvolgimento sociale».

Per la prof. Saia «la questione rifiuti nell’area del Simeto è culturale, sociale ed economica. Qui c’è bisogno di riattivare meccanismi di sviluppo economico ed è fondamentale utilizzare i rifiuti per distribuire le risorse e non per concentrarle nelle mani di uno o due privati». In che modo? «Anziché il mega impianto per la frazione organica, si pensi, per esempio, alle compostiere di comunità o di quartiere, nell’ottica di una strategia pubblica e non realizzate semplicemente per la buona volontà di singole e volenterose associazioni».

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Paolo Guarnaccia, noto anche per essere stato a capo dell’associazione “Rifiuti Zero”

«Contrari all’impianto della Greenex»

Anche l’Università di Catania è sulla stessa linea. Il prof. Paolo Guarnaccia, docente Dipartimento Agricoltura Alimentazione e Ambiente, noto per essere stato a capo dell’associazione Rifiuti Zero, sul caso di Piano Rinazze è altrettanto netto, pur facendo una distinzione tra i due progetti: «Sull’impianto di gassificazione che prevede una parte di incenerimento, proposto dalla società Greenex, siamo assolutamente contrari. L’altro impianto, progettato dalla Ch4 Energy, prevede la digestione anaerobica: una tecnologia che riteniamo sostenibile per valorizzare la frazione organica e produrre metano, cioè un’energia pulita. Il problema, per quest’ultima struttura, è semmai il grosso dimensionamento, incompatibile con questo territorio che aderisce alla “Strategia Nazionale Aree Interne”, che prevede piccoli impianti delocalizzati».

L’assenza di informazioni preventive ai cittadini biancavillesi e del territorio è un punto critico che sottolinea, come tanti altri, Guarnaccia: «Questi progetti –sottolinea– andrebbero condivisi già quando vengono pensati. Sarebbe stato meglio coinvolgere il territorio, le associazioni, l’università. Abbiamo bisogno di una progettazione partecipativa, in modo da evitare i soliti conflitti. La legge indica nella Srr (erede dei vecchi Ato) la società che deve progettare l’impiantistica. Ma è quello che è mancato. I sindaci sono soci di questa società e quindi non possono dare colpe ad altri perché loro sono responsabili della mancata progettazione, del mancato dimensionamento e della mancata indicazione della sostenibilità economica ed ambientale. La Regione non c’entra».

Oltre agli impianti dei rifiuti, ci sono poi i timori per le trivelle per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi nel territorio della Valle del Simeto. Era stato lanciato l’allarme sull’area di Rinazze, ma a quanto pare gli interventi sono spostati più in là, in territorio di Centuripe. Poco cambia per quanti da anni si battono per la tutela della Valle del Simeto: l’autorizzazione regionale, data anni fa, indica anche il territorio di Biancavilla tra quelli in cui le società Enimed ed Edison possono scavare in qualsiasi momento alla ricerca di gas o petrolio.

«Il problema riguarda il modello di sviluppo. È da irresponsabili –specifica ancora Guarnaccia– pensare ancora oggi ad uno sviluppo basato sull’estrazione di combustibili fossili, È anacronistica una via di questo tipo. È anche una forma di violenza contro la nostra casa comune che è il pianeta in cui viviamo».

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Il vescovo Luigi Renna in visita ai reparti dell’ospedale di Biancavilla

«Bisogna essere grati per questo presidio che fa sentire vicino tutto il servizio nazionale di cura»

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© Foto Biancavilla Oggi

Un saluto ad ogni paziente ricoverato, l’incontro con il personale medico e infermieristico, la visita al pronto soccorso e in tutti i reparti (con canti e sventolio di bandiere, in particolare, in “Pediatria”). L’arcivescovo di Catania, Luigi Renna, ha fatto tappa all’ospedale “Maria Santissima Addolorata” di Biancavilla.

«Sono rimasto molto ben impressionato – ha detto Renna – dalla manutenzione e dalla cura delle strutture, ma soprattutto dalla relazione che si è venuta a creare tra pazienti, medici, personale sanitario. È un ambiente luminoso sotto tutti gli aspetti. Bisogna essere grati per questo presidio che permette ai cittadini di sentire vicino tutto il servizio nazionale di cura e ci sprona a fare sempre meglio».

Il vescovo è stato accolto dal commissario straordinario dell’Asp, Maurizio Lanza, e dal direttore sanitario della struttura, Mario Patanè. Un’occasione attraverso la quale ha conosciuto anche il personale di recente assunzione.

«Ho incontrato molti nuovi giovani medici, infermieri e operatore socio-sanitari. E questo – ha sottolineato il vescovo – fa ben sperare sia perché l’azienda sta assumendo sia perché ci sono tanti giovani che non emigrano, ma rimangono nel nostro territorio. È la vittoria di una sfida molto importante. Sappiamo che la nostra Sicilia si sta spopolando, dobbiamo fermare questa emorragia e credo che le assunzione abbiano un duplice vantaggio. Anzitutto dota di professionalità fresche il sistema sanitario e poi permette ai giovani di mettere su famiglia e di creare una società solida nella nostra Isola».

«Un ospedale proiettato nel futuro»

Sulla questione del personale si è soffermato il commissario Lanza: «Non c’è nessun problema per il personale infermieristico perché abbiamo approvato la nuova graduatoria. Conosciamo, invece, le carenze di determinate specialità mediche che riguardano tutta Italia».

Per l’ospedale di Biancavilla, Lanza ha voluto ribadire che si tratta di una struttura «pronta ad accogliere e proiettata nel futuro perché gli investimenti sono stati e saranno tanti». In particolare, «il vecchio plesso è oggetto di una nuova ristrutturazione e affiancherà il nuovo: due strutture sulle quali bisogna puntare per il futuro».

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