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Impianti dei rifiuti e falde acquifere, preoccupazioni fino a Castel di Iudica

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Uno dei pozzi vicini all’incrocio di Piano Rinazze, che serve agricoltori e abitanti di Castel di Iudica

Non solo ragioni economiche e ambientaliste. A sostegno della contrarietà degli insediamenti dei rifiuti nella zona di Piano Rinazze, c’è chi ricorda i vincoli idrogeologici e la presenza di fonti superficiali. Servono per uso irriguo. Ma anche agli abitanti del piccolo centro del calatino.

 

di Vittorio Fiorenza

Allo schieramento che si oppone agli impianti di trattamento dei rifiuti (uno dei quali già ha avuto l’ok del Comune di Biancavilla) nella zona di Piano Rinazze, potrebbe aggiungersi pure il Comune di Castel di Iudica. Due centri distanti 36 km: uno aggrappato ai fianchi dell’Etna, l’altro giù nel Calatino. Eppure legati da una condotta idrica, la cui fonte di approvvigionamento è a due passi dal sito in cui è previsto uno dei due progetti di trattamento rifiuti.

Inutile dire che la società dà ampie rassicurazioni sul rispetto ambientale e del sottosuolo. Gli agricoltori sanno bene, però, che caratteristica della zona è la superficialità delle falde acquifere, profonde appena 10-12 metri. Diversi, non a caso, i pozzi scavati in diversi decenni. Uno serve per uso irriguo una sessantina di soci della cooperativa San Placido e per uso domestico gli abitanti iudicensi, attraverso il consorzio Scutari.

«Noi riceviamo dal pozzo di Biancavilla un quantitativo di acqua –spiega a Biancavilla Oggi il sindaco di Castel di Iudica, Pippo Grasso– che per contratto è di 16 litri/sec, non abbiamo altre fonti. È chiaro che la questione degli impianti interessa anche noi, approfondiremo e saremo vigili».

Dunque, alla contrarietà degli impianti di trattamento rifiuti (per ragioni economiche ed ambientaliste) già espressa dalle imprese agricole e dagli attivisti a tutela della Valle del Simeto, si aggiungono i timori per le falde acquifere.

Nel 2013, il Comune di Biancavilla bloccò, nella stessa zona, il progetto di un impianto a biomasse, elencando –tra le motivazioni– proprio il vincolo idrogeologico e la tutela degli utenti di Castel di Iudica. Lo stesso Comune di Biancavilla, a parità di condizioni ambientali, oggi ha invece dato già via libera ad uno dei due progetti in itinere, quello della società Greenex. Perché questa disparità? Imprese agricole, ambientalisti e forze politiche promettono approfondimenti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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1 Commento

1 Commento

  1. peppe

    19 Giugno 2017 at 19:21

    Gli approfondimenti aspettiamo…non ci deludete

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Il capitano Cipolletta: «La mafia qui attecchisce, ma Biancavilla cambierà»

Il saluto del comandante dei carabinieri, trasferito a Brescia: lascia in eredità il blitz “Ultimo atto”

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© Foto Biancavilla Oggi

«Biancavilla rappresenta un territorio che soffre di alcune problematiche, legate al fenomeno mafioso. Un fenomeno che attecchisce laddove purtroppo c’è ancora diffidenza nei confronti delle istituzioni e del lavoro degli investigatori. Ma tutto questo passerà perché c’è voglia di cambiamento. C’è un rinnovato interesse per la cosa comune».

Il comandante dei carabinieri della compagnia di Paternò, capitano Gianmauro Cipolletta, parlando nell’aula consiliare di Biancavilla, non nasconde la cruda analisi di un territorio a vivacità mafiosa, ma lo fa, salutando la città con un accorato ottimismo.

A chiamarlo al palazzo comunale è stato il sindaco Antonio Bonanno per rendere omaggio ad un uomo dell’Arma che ha conseguito brillanti risultati nel nostro territorio e che ora, dopo quattro anni dal suo insediamento, è destinato al trasferimento a Brescia.

«È inutile negarlo – ha detto il capitano nel suo intervento, affiancato dal mar. Francesco De Giovanni, comandante della stazione di Biancavilla – questo è un territorio nel quale delle persone, solo perché hanno un determinato cognome e nome, si permettono ancora di entrare nelle attività commerciali e chiedere, senza nessun titolo, del denaro per niente. Lo fanno con la paura, la minaccia, le intimidazioni».

Ma la risposta dello Stato non è mancata. Il cap. Cipolletta ricorda il blitz “Ultimo atto”, che nel settembre 2023, ha falciato il riorganizzato clan di Biancavilla con a capo Pippo Mancari u pipi, figura che evoca antichi fasti criminali degli anni ’80. «Un’operazione importantissima, dal punto di vista prettamente tecnico-investigativo, che è servita a disarticolare il clan esistente», ha sottolineato il comandante.

La notte dell’«Ultimo atto»

Un centinaio di carabinieri – quella notte del 13 settembre 2023 – hanno bussato alla porta di casa di presunti mafiosi, trafficanti di droga ed estortori, mentre sui cieli di Biancavilla sorvolava un elicottero per monitorare le attività. A mettere le manette ai polsi al boss, nella sua abitazione di Spartiviale, ci ha pensato proprio il cap. Cipolletta.

La gestione monopolistica del trasporto merci su strada, il traffico di droga, l’imposizione del pizzo ad attività commerciali e imprenditoriali: sono i filoni dell’inchiesta che ha portato 19 persone sul banco degli imputati. In 13 hanno scelto il rito abbreviato (con udienza fissata il 24 settembre), altri sei seguiranno il rito ordinario con prima udienza dibattimentale l’1 ottobre.

«Sono convinto – ha ribadito il capitano – che le cose cambieranno. Stiamo lavorando bene, tutte le istituzioni stanno lavorando bene. Ognuno deve fare la propria parte, dall’operaio al professionista a chi ha incarichi pubblici. Sappiate che i carabinieri danno il massimo per il ruolo sociale che hanno».

Cipolletta lascia una Compagnia che ha eseguito indagini su ogni fronte e una stazione di Biancavilla che dimostra un rilevante impegno quotidiano, sotto la guida del maresciallo Francesco De Giovanni. Parole di gratitudine sono state espresse dal sindaco Antonio Bonanno: «Un saluto a un professionista di rara qualità e un ringraziamento per i 4 anni di intenso lavoro nel nostro territorio». Ringraziamenti da parte del presidente del Consiglio Comunale, Luigi D’Asero. Presenti anche rappresentati dell’associazione antiracket “Libera Impresa”, dell’Associazione Nazionale Carabinieri e di alcune organizzazioni di volontariato di Biancavilla.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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